In questo blog di solito non parlo mai delle voci del doppiaggio, preferendo l’argomento adattamento linguistico di cui sono competente, ma certo fa strano trovarsi in prima visione TV su un canale Rai un film del 2018, Summer of ’84, che fa sollevare persone da ogni luogo d’Italia per lamentarsi di un doppiaggio definito da molti “amatoriale”… per non dire di peggio. È ciò che è avvenuto il 10 febbraio 2020 durante la sua prima TV italiana.
Il doppiaggio di Summer of ’84 – Che diavolo è successo?
La recitazione da parte di molti membri del cast di doppiaggio di questo film, inutile negarlo, non è a un livello che dovrebbe essere consentito in televisione, ma neanche ricorda i doppiaggi rumeni che sono comparsi in passato su Netflix ad esempio, piuttosto siamo ai livelli di adolescenti che per passione si dilettano su YouTube a doppiare scene di film famosi: alcune battute sono passabili, altre sono terribilmente amatoriali. È brutto da dire di chi magari è agli inizi e si affaccia a questo mestiere ma da osservatore esterno del doppiaggio vedo un grosso problema all’orizzonte quando società di doppiaggio che sfornano prodotti da far storcere il naso anche allo spettatore qualunque ottengono lavori dalla Rai, e che questa poi ne consenta la messa in onda. Una situazione allarmante in un’Italia dove i doppiaggi vengono fatti all’insegna del risparmio sempre più estremo. Perché pagare 100 quando qualcuno dice di poterlo fare a 10? Forse una risposta a questa domanda potrebbe essere: magari per non avere spettatori che da casa pensano “lo facevo meglio io”.
Un doppiaggio commissionato da Rai4
In occasione del Lucca Comics & Games 2019, la Rai stessa annunciava un’anteprima nazionale del film Summer of ’84:
Anche quest’anno, Rai4 è a Lucca Comics & Games […] L’Area Movie del popolarissimo festival ospiterà l’anteprima nazionale del film Summer of ’84, una novità esclusiva del palinsesto Rai4 2020. Appuntamento a ingresso libero, fino a esaurimento posti, venerdì 1° novembre alle 18.00, presso il cinema Centrale. Scritta da Matt Leslie e Stephen J. Smith, e diretta a tre mani da François Simard e dai fratelli Anouk e Yoann-Karl Whissell, Summer of ’84 è una scatenata black comedy, che traspone il soggetto del grande classico La finestra sul cortile su uno sfondo anni ’80, sicuramente caro al pubblico di Lucca: una spericolata sintesi tra Hitchcock e I Goonies, che attinge a piene mani dall’immaginario nostalgico di Steven Spielberg, come da quello a tinte forti di John Carpenter.
Sorvolando sulla definizione di black comedy usata completamente a caso, posso intuire che al cinema lo abbiano visto in pochi, vista la concorrenza che c’era al Lucca Comics in quella giornata e nello stesso orario.
Da un lato Gualtiero Cannarsi che presenta qualcosa da lui adattato e la gente italica ormai va ad assistere a queste presentazioni anche solo per la curiosità di vedere con i propri occhi il personaggio, dall’altra il convegno “di menare” del blog i400calci. Insomma, di scuse per non andare a vedere Summer of ’84 ce n’erano tante quel fatidico venerdì 1° novembre. Il resto dei siti che riportano la notizia non hanno fatto che copiare-e-incollare il comunicato stampa Rai quindi non è stato facile trovare traccia di qualcuno che lo abbia visto per davvero, ma nei commenti a un articolo a tema pubblicato sul blog Moz o’clock, scopro che in occasione della proiezione lucchese il film è arrivato al cinema in lingua originale sottotitolato in italiano. Mi rincuora sapere che questo doppiaggio non abbia mai visto una sala cinematografica.
In un altro comunicato del sito della Rai, datato 19 novembre e intitolato Wonderland racconta Lucca Comics & Games, pochissime parole sono spese sul film, si conferma semplicemente che “Rai4 ha portato a Lucca il film Summer of ’84, una novità esclusiva del palinsesto Rai4 2020”. Non è né un film di Netflix, né è arrivato precedentemente su altri canali italiani, quindi è più che lecito ritenere Rai4 pienamente responsabile della distribuzione e del doppiaggio di Summer of ’84, poco importa chi abbia effettivamente eseguito il doppiaggio.
Le scuse di Rai 4 e la promessa di un ridoppiaggio
Certo, la rete Rai4 si è scusata e ha dichiarato che avrebbe considerato di farlo ridoppiare per le future messe in onda, ma il perché sia andato in onda un prodotto di simile qualità in primo luogo rimane comunque un mistero. Questo doppiaggio sub-professionale andava benissimo così a Rai4 solo finché non sono arrivate le prime lamentele? Eppure qualcuno deve averlo ascoltato prima di mandarlo in onda.
Che un ridoppiaggio possa effettivamente arrivare in futuro è tutto da vedere e terremo le orecchie attente in occasione delle prossime messe in onda. Io intanto ho registrato il film come testimonianza di un doppiaggio che potrebbe scomparire per sempre.
Non ci è dato sapere quale società di doppiaggio abbia lavorato al film perché, come sempre, Rai 4 taglia di brutto i titoli di coda, né hanno voluto rispondere a questa domanda tramite i canali social dove sono comunque attivi. Quindi ovviamente non si sa niente sui doppiatori e su chi abbia lavorato al film e forse è meglio così, non avere nomi rende il mio lavoro di analisi del suo adattamento molto più facile, e quante ce n’è da dire sull’adattamento italiano di questo film!
Fischi per fiaschi: l’adattamento italiano di Summer of ’84
Se il doppiaggio di Summer of ’84 non passa inosservato, potrebbero invece passare inosservate alcune dubbie scelte di traduzione e di adattamento che non sono sfuggite a me. Dico “alcune” ma in realtà è quasi l’intero copione (tra errori gravi e di poco conto) e qui lo analizzo in dettaglio, come d’abitudine su questo blog. Mettetevi comodi, ci vorrà un po’. Delle gustose clip dal film doppiato in italiano faranno da intermezzo tra un argomento e un altro.
Primi minuti, primi errori
Si parte subito dai primi minuti con una cosa abbastanza tipica, la frase I’m an amateur photographer, tradotta come sono un fotografo amatoriale, invece di “fotografo dilettante”. Mi direte: ma come, “fotografo amatoriale” si dice! È vero, oggi si dice anche “fotografo amatoriale”, è una di quelle espressioni che originano dall’inglese e che si sono diffuse nel nostro paese in virtù di una loro facile comprensione (un fotografo dilettante potrà certamente essere anche “amatore” di questo hobby), ma cose come fotografo amatoriale restano comunque calchi dall’inglese, che potrebbero passare nel caso di un film ambientato nel presente e doppiato oggi, ma non proprio le più adatte da ritrovare nel doppiaggio di un film ambientato nel 1984, come dimostrato da questo grafico sull’incidenza delle due definizioni. Questa mostra come “fotografo amatoriale” sia comparso in Italia essenzialmente solo dagli anni ’90 e 2000, e comunque la sua presenza è poco significativa rispetto al più usuale “fotografo dilettante”.
Chi ha lavorato ai testi di questo film dunque è un adattatore amatoriale o un adattatore dilettante? Oggi si possono certamente usare entrambi i termini, ai posteri l’ardua sentenza.
La frase immediatamente successiva in realtà è la più interessante poiché cambia senza un vero motivo il contenuto del discorso tra il protagonista adolescente e il suo vicino di casa che si sospetterà essere un serial killer di bambini. Questa alterazione è cosa un po’ strana di questi tempi, quando la fedeltà assoluta al testo originale è considerata uno standard verso cui puntare (con i pregi e difetti che ne conseguono).
dialoghi originali | doppiaggio italiano |
Sig. Mackey: So I’m an amateur photographer. | Sono un fotografo amatoriale. |
Davey: Yeah, it’s cool. I’m sort of an amateur videographer, so I get it. | Oh, figo. Anche io sono un fotografo amatoriale. |
Sig. Mackey: Just like the old man. | Abbiamo qualcosa in comune. |
Nei dialoghi originali, il ragazzo, Davey, invece di dilettarsi con le macchine fotografiche, si diletta con le videocamere, uno strumento che sul finale diventerà elemento chiave nella trama. Non è dunque egli stesso un fotografo “amatoriale” come dice il doppiaggio italiano, bensì ha la passione della videocamera, proprio come suo padre (“just like the old man”) che, scopriremo presto, lavora come cameraman. Non hanno qualcosa in comune come dice in italiano. E temo che a monte ci sia stata un’incomprensione su quel “old man”, forse chi ha tradotto pensava che il signor Mackey si stesse riferendo a sé stesso, cioè come dire “proprio come me”. Partendo da questa incomprensione, non è difficile che una pareidolia (illusione uditiva) possa aver fatto credere al traduttore di aver sentito davvero la parola “photographer” al posto di “videographer”, così da dare un senso al resto della frase.
Da quella che era una battuta che giustifica o anticipa cose che vedremo successivamente nel film (una videocamera professionale che comparirà più avanti in mano ai ragazzini, il padre con il furgone da giornalista etc…), è diventata invece la tipica versione italica all’insegna del ma sì, facciamogli dire qualcosa che poi non avrà alcuna conseguenza o riscontro futuro nella trama! I dialoghi di questo film non sono da Oscar ma neanche così inutili.
I casi sono due: sturarsi le orecchie o familiarizzare meglio con la lingua inglese. Se fosse l’unico errore del genere non lo avrei neanche nominato, purtroppo non si tratta di un caso isolato. È la punta dell’iceberg.
Fraintendimenti e limitata conoscenza dell’inglese
In molti altri dialoghi del film vengono omesse informazioni in maniera apparentemente arbitraria. Come ad esempio la domanda “lanes tomorrow?” cioè “domani bowling?” che nel film doppiato diventa un più semplice “ci vediamo domani?” e i successivi riferimenti alla sala da bowling vengono rimossi di conseguenza. Ora, l’alterazione non è da punire automaticamente, ma deve avere il suo senso, una sua necessità. Di tutti gli esempi accennati in questo articolo, di esigenze non ne ho trovate. Difficile giustificarle con il labiale degli attori perché in questo film non c’è un’abbondanza di primi piani ed è girato prevalentemente in ambienti con scarsa illuminazione. Come è possibile saggiare dalle clip in questo articolo del resto, è evidente che le voci risultano completamente scollate dai personaggi in ogni caso, quindi anche eventuali scuse di labiale e tempi della battuta lasciano proprio il tempo che trovano. Viene da pensare che alcuni dialoghi non siano stati proprio capiti.
Il doppiaggio di una qualità discutibile sta diventando il secondo dei nostri problemi, la traduzione e l’adattamento mostrano lacune ancor più gravi. Per esempio, prendiamo in analisi i dialoghi di questo (apparentemente semplice) scambio di battute dove il figlio deve ripulire i bidoni della spazzatura:
[NdA: La mia traduzione diretta potrebbe essere più lunga del necessario ma è per far capire il senso della battuta originale anche a chi non conosce l’inglese, così da poter confrontare quanto sia cambiata nella versione doppiata.]
dialoghi in inglese | traduzione diretta | doppiaggio italiano |
Can you at least make mom double- bag her meatloaf next time? It smells like werewolf crap. | Almeno potresti dire alla mamma di usare un doppio sacchetto con il polpettone? Puzza di escremento di licantropo | Potreste chiudere bene la spazzatura la prossima volta? C’è una puzza tremenda. |
Well, if you would have remembered to put the cinder blocks back on the garbage cans like I told you, we wouldn’t have this mess. | Be’, se ti fossi ricordato di mettere i blocchetti di cemento sopra i secchi dell’immondizia come ti avevo detto, non avremmo questo casino. | Be’, se la mamma l’avesse coperta bene, questo casino non sarebbe successo. |
I hate raccoons. You should do an exclusive, get pest control in here. I could film it | Detesto i procioni. Dovresti farci un servizio, chiamare il controllo animali. Potrei filmarlo io. | Odio i procioni. Dovresti fare un servizio per sterminarli. Posso filmarti io. |
Vada l’abbandono di cose puerili come la cacca di lupo mannaro, che sono ridicole pure in inglese, ma qui il padre dà la colpa alla mamma perché non aveva coperto bene la spazzatura invece di dare, come fa in inglese, la colpa al figlio per essersi dimenticato di mettere dei mattoni di cemento sui bidoni della spazzatura così da evitare che i procioni li rovesciassero. Lo so che in Italia non abbiamo esperienza diretta con i procioni che rovesciano i bidoni dell’immondizia ma la situazione ci è già familiare da almeno 50 anni di film americani.
A volte è la stranezza di una frase che ci può far sospettare una traduzione fuori luogo. Quando i ragazzi giocano a nascondino (in inglese giocano a “manhunt”, cioè caccia all’uomo, ma pur sempre nascondino è) ritroviamo questa battuta.
He’s close. I can practically smell the Noxell on him.
Sento che è vicino, sento il suo profumo schifoso.
Noxell non è un profumo ma un prodotto antibrufoli, crema o sapone che vogliate chiamarlo. Qualcosa come “È vicino. Sento l’odore del suo sapone antibrufoli” avrebbe avuto più senso, senza ovviamente dover nominare un prodotto a noi ignoto come il Noxell e senza usarne uno chiaramente troppo italiano come il Topexan. Del resto quale adolescente si profuma? Al massimo poteva parlare di deodorante, ma non sarebbe stato comunque la giusta traduzione. Siamo solo al minuto 5.
Ci sono poi ragazzini che scompaiono in Hazelton e in Freeport, ma queste sono città, non aree geografiche, quindi dovrebbero essere scomparsi a Hazelton o a Freeport, non in Hazelton o in Freeport. Direste mai che sono scomparsi dei ragazzi in Roma, o in Torino? Queste sono carenze in italiano, non in inglese.
Scambiare “sculacciate” per “seghe”
– Devo tornare a casa altrimenti scoppia la terza guerra mondiale.
– Buona idea, altrimenti mi prendo due scappellotti in testa.
– Siete degli animali.
Perché vengono accusati di essere animali per volersene andare a casa? Perché ovviamente la frase degli scappellotti in testa è completamente inventata, probabilmente per un’incomprensione della frase in inglese in cui l’adolescente dichiarava la sua intenzione di tornare a casa per masturbarsi. Il modo in cui viene detto in inglese è con una battuta a doppio senso come solo gli adolescenti dei film possono inventarsi:
I’m gonna go make a withdrawal from the spank bank.
Cioè, vado a fare un prelievo dalla “spank bank”. Spanking è sinonimo di masturbarsi, e “spank bank” è un repertorio mentale di immagini pornografiche (i ragazzi fino a quel momento stavano proprio guardando delle riviste pornografiche), ma se andate sul dizionario troverete la definizione “sculacciare”. Quindi invece di capirne il modo di dire, è stato interpretato come un “prelievo dalla banca degli scapaccioni”, cioè che il ragazzo sapeva che avrebbe preso le botte una volta tornato a casa.
Potevano esserci molti modi di rendere questa frase, a patto di capire che cosa volesse dire in origine. Queste sono carenze proprio nella conoscenza dell’inglese, e non parlo della conoscenza grammaticale della lingua, parlo del suo vero uso nella cultura americana (già diversa ad esempio da quella britannica). Il lavoro del traduttore e adattatore non si improvvisa solo perché si pensa di “sapere l’inglese”.
Anche quando osservano la vicina di casa che si denuda alla finestra, uno dei ragazzi dice “bank it and spank it, boys”. Cioè invita gli amici a memorizzare per… uso futuro. ‘Sti ragazzi non è che siano proprio delle promesse della società civile, eh.
Ho accennato prima a tante ingiustificate omissioni e al gioco “manhunt” a cui i ragazzi giocano di notte, nascondendosi tra i cespugli delle case del quartiere. Questa è una cosa che capireste guardandolo però in inglese, perché in italiano quasi tutti i riferimenti a questo gioco notturno sono omessi dal doppiaggio, che non li nomina proprio. Infatti non si capisce che ci facciano sempre in giro di notte con le torce in mano. Al punto che, quando il protagonista usa quella del gioco a nascondino come scusa dopo essere stato pizzicato fuori la finestra del vicino, in italiano sembra una scusa un po’ strana e improbabile. Nel film in inglese è chiaro che tutti i ragazzi del quartiere ci giocassero costantemente. Il piano per incastrare il vicino poi, “Operation Manhunt”, diventerà in italiano “Operazione incastra Mackey” (dal cognome del vicino). Quel “manhunt” proprio non piaceva.
Quando Google Translate è l’opzione migliore…
Quando il serial killer invia la prima lettera alla stampa firmandosi come l’assassino di Cape May (the Cape May Slayer), in TV annunciano che
Questo squilibrato si è assunto la responsabilità per la morte di 13 ragazzi e due adulti
(in originale: claiming responsibility for the deaths of at least 13 teenaged boys along with two adults)
il termine usato (“si è assunto la responsabilità”) sembra un po’ inconsueto. Quanto sarebbe stato più naturale usare “sostiene di essere il responsabile della morte di…” o quello ancora più comune nel giornalismo: “ha rivendicato…”. A volte basta così poco per passare da dialoghi invisibili a dialoghi che invece si fanno notare per i motivi più sbagliati o che lasciano una sensazione strana, come di non aver capito.
Anche Google Translate concorda e traduce claiming come rivendicando.
Google Translate non è più la barzelletta dei primi tempi, valuta anche il contesto. Che è più di quanto hanno fatto le persone che hanno tradotto questo film. Quando Google Translate fa meglio di te, una domandina me la farei.
Di sicuro Google Translate non traduce library come libreria, come invece fa questo adattamento. Per non lasciare proprio nessuno indietro avrebbe dovuto dire “biblioteca”. Grazie a Mr. Wolf nei commenti per avermelo fatto notare, nella cornucopia di disastri di questo adattamento, “libreria” mi era sfuggito.
Rosso, rossiccio, o roscio?
Nel film troviamo che la parola “ginger” (dispregiativo usato per definire persone dai capelli rossi) è stato tradotto come “rossiccio” per differenziarlo da “redheads” che invece è stato tradotto (correttamente) come “i rossi”. Sebbene ogni regione avrà sicuramente il suo modo di parlar male di persone dai capelli rossi, c’è un modo offensivo di farlo che accomuna tutta l’Italia: pel di carota, dal romanzo breve di Jules Renard (prima edizione italiana 1915) che ha lasciato il solco nella cultura popolare ed ha avuto trasposizioni cinematografiche, tra cinema, televisione e teatro, praticamente in ogni decennio dalla sua pubblicazione fino agli anni 2000. Negli anni ’80 ancora se ne parlava e ricordo anche io che negli anni ’80 ci veniva fatto leggere a scuola. Pel di carota è esattamente come avremmo tradotto ginger all’epoca.
Invece il doppiaggio di Summer of ’84 ci propone questo “rossiccio“, che vuol dire “tendente al rosso” quindi lo si può dire della barba al massimo, o di un oggetto di una tonalità di rosso non ben definita (un libro con una copertina rossiccia, cit. Treccani), non di una persona che ha effettivamente i capelli rossi. Certo potremmo nasconderci dietro un inventato linguaggio giovanile… magari quei ragazzi di quel posto dicevano così anche se non completamente corretto o sensato (lo sono mai i nomignoli dispregiativi?) e magari qualcuno ci dirà “dalle mie parti si dice”, ma il “ginger” usato nei diaoghi originali non è una parola inventata, reinterpretata, o ricercata, è un termine (purtroppo per i rossi) molto comune, riconoscibile in tutti i paesi di lingua inglese, banale quasi nella sua cattiveria. Quindi nel tradurlo o si opta per un semplice “rosso” o “pel di carota”. Invece ci becchiamo “il rossiccio scomparso”.
Perdersi TUTTI i riferimenti di cultura pop anni ’80, ma proprio tutti eh!
La prossima piacerà molto ai fanatici di Star Wars! In una scena del film, i ragazzi stanno parlando del film Il ritorno dello Jedi e hanno opinioni avverse sull’intelligenza degli ewoks (fino al 1999 sono stati la lamentela più grande tra i fan, prima che arrivasse Episodio I):
originale: You think a bunch of glorified Care Bears in hoods could take down the Empire?
doppiaggio: Pensi davvero che gli orsetti del cuore possono combattere l’Impero?originale: They are aliens and they’re highly intelligent! I mean, did you see how fast that one learned to drive a speeder bike, and then ditch it without even being spotted? – Whatever, dude.
doppiagio: Sono degli alieni e sono super intelligenti, ma non hai visto come hanno imparato velocemente ad andare in bicicletta per poi scomparire, eh? – Chi se ne frega!
I ragazzi fanno riferimento alla scena in cui gli ewoks rubano ai soldati imperiali uno dei loro “motosprinter” (questa la traduzione di “speederbike” nel doppiaggio de’ Il ritorno dello Jedi).
Chiaramente non una bicicletta. Chi ha lavorato al copione è arrivato facilmente a tradurre Care Bears come Orsetti del cuore ma non ha catturato il senso del discorso. Era un riferimento di cultura popolare che andava oltre le competenze del traduttore evidentemente. Peccato. Altri riferimenti di cultura pop (essenziali in questi film che rivangano gli anni ’80) che vengono abbandonati, a questo punto, penso, perché non compresi. Forse pensavano davvero che i ragazzi stessero parlando degli Orsetti del cuore.
Una traduzione corretta poteva essere questa:
– Pensi davvero che quella specie di Orsetti del cuore possano sconfiggere l’Impero?
– Sono alieni, e super intelligenti! Ricordi quello che ha imparato subito a pilotare un motosprinter e poi se n’è sbarazzato senza farsi vedere? – Sì, vabbè.
Chi ha visto il Ritorno dello Jedi sa di cosa parlano, la frase adesso ha senso, sembra scritta in italiano, ed è della stessa lunghezza di quella originale, ma soprattutto non include orsetti del cuore che “imparano ad andare in bicicletta”. Sento il suono del palmo delle vostre mani mentre vi colpite la fronte.
Continuiamo con i riferimenti perduti? Quando uno dei ragazzi sospetta che l’assassino abbia un “lair”, una parola usata per indicare un nascondiglio segreto da cattivo di James Bond, l’amico scettico lo prende in giro per la scelta di quella parola:
– Forse ha, che ne so, un nascondiglio segreto da qualche parte?
– Un nascondiglio? Cos’è, un militare d’assalto?
Nascondiglio segreto… militare d’assalto. Mmh… Non ha alcun senso logico! Infatti in inglese non era un militare d’assalto bensì Cobra Commander, cioè il cattivo della serie G.I. Joe e da noi tradotto come “Comandante Cobra”.
– He could have, uh, like a lair or something. Somewhere.
– A lair? He’s Cobra Commander now?
È vero, è vero, G.I. Joe in Italia è arrivato solo nell’ottobre 1987, anni dopo rispetto al 1984 in cui è ambientato il film, quindi scartarla o meno come citazione perché anacronistica rispetto al pubblico italiano è opinabile. Ma che c’entra “un militare d’assalto”? Questa scelta mi fa pensare all’ennesimo fraintendimento, ci hanno letto un qualche tipo di “commando” ed ecco che viene tradotto i militari d’assalto. Se non si voleva puntare per Cobra Commander, la scelta sarebbe dovuta ricadere certamente su qualche personaggio popolare all’epoca noto per possedere un nascondiglio segreto… questo si poteva esprimere ad esempio con la frase “Nascondiglio? Chi è, un cattivo di James Bond?”, vi piace? I dialoghi di solito dovrebbero avere anche un senso, no? Boh.
Dopo che Stranger Things e prodotti simili ci hanno fatto un quadro falsato degli anni ’80, con fintissime ricostruzioni nostalgiche che ripescano solo quello che vogliono loro, potrebbe non sembrare, ma James Bond in quegli anni era una presenza importante nella cultura popolare (5 film solo in quel decennio), di grande attrattiva soprattutto per i ragazzi, ed era l’unico personaggio veramente noto a tutti per avere cattivi in basi segrete (lair, in inglese). Quindi se non era il caso di usare un anacronistico Comandante Cobra, Bond rimaneva l’unica alternativa. Che cazzo c’entra un militare d’assalto?
Vi piacciono i riferimenti culturali? Che dire di quanto propongono di farsi i pop corn e guardare, e vi giuro che lo dicono per davvero, Racconti ravvicinati al posto di Incontri ravvicinati? Si parla ovviamente del film Incontri ravvicinati del terzo tipo, cioè uno dei film di Spielberg più famosi all’epoca (Close Encounters of the Third Kind, 1977). Poteva essere anche stato un lapsus del doppiatore ma il bello è che in sala di registrazione nessun altro se n’è reso conto. Buona la prima.
La rimozione dei riferimenti anni ’80 da questo film sembra essere quasi sistematica. Quando il protagonista dice agli amici che la sera precedente, Nikki, la vicina per la quale prova attrazione, è venuta a bussare alla sua porta, uno di loro risponde incredulo:
There is a parallel universe with butt-fucking Wookies where Nikki showed up at your house last night.
Letteralmente: “esiste un universo parallelo popolato da wookie inchiappettatori, dove Nikki si è presentata a casa tua ieri notte“. E cosa ci arriva invece dal doppiaggio del film?
C’è un universo parallelo dove magicamente Nikki ti viene a bussare alla porta?
Ancora una volta si abbandonano i riferimenti di cultura pop, i wookie sono una razza aliena ben nota a chiunque abbia visto anche una mezza volta un film di Star Wars. L’uso della parola “magicamente” al posto di “wookie che inchiappettano” fa intuire che il senso generale della battuta sia stato compreso, cioè quello di incredulità espressa con l’idea di un universo parallelo impossibile, e potremmo anche supporre che in questo caso ci fosse un limite imposto dai tempi della battuta, ma non solo viene meno un certo linguaggio scurrile dei ragazzi (che comunque rimane nei limiti dell’adolescenziale), continuano a non comparire i riferimenti “anni ’80” che tanto piacciono agli autori di questo genere di film. Fosse solo questo il caso di omissione, poco male, non sarebbe neanche da sottolineare, ma qui manca tutto!
E Guerre stellari niente, e G.I. Joe niente, e i film di Spielberg niente… qui le cose sono due, o chi ha tradotto/adattato non ha mai visto un film in vita sua, oppure era parecchio sordo. In ogni caso non si doveva trovare lì a fare questo lavoro, di sicuro non per questo film intriso di nostalgia anni ’80 e riferimenti pop.
Non mi sorprendo per niente quando poi un “però non voglio guardare L’isola di Gilligan” (“but I’m not watching Gilligan’s Island”) diventa “ma scelgo io cosa guardare”.
Censura preventiva?
Ho anche il lieve sospetto che l’adattamento di questo film possa aver subito una sorta di censura preventiva. Essendo un prodotto destinato a Mamma Rai, forse i dialoghi sono stati pensati per un pubblico di prima serata? Non solo per l’omissione del riferimento ai wookie sodomiti, ma anche per tante altre piccole battute “alleggerite” come ad esempio:
in originale: We catch this fucker and become heroes.
(traduzione: “becchiamo il bastardo e diventiamo degli eroi.”)doppiaggio: Lo becchiamo sul fatto e diventiamo degli eroi.
E non mi parlate di tentativi aderenza al labiale che mi metto a ridere.
Altro esempio:
in originale: He has dinner alone every night at 8:30- ish, then probably wanks it, and cries himself to sleep. Loser.
(traduzione: Ogni sera cena da solo intorno alle 8:30, poi probabilmente si fa una sega e si addormenta piangendo. Sfigato.)doppiaggio: Cena sempre intorno alle 8:30, per poi andare a dormire da solo. Che sfigato.
E scomparso il riferimento alla masturbazione. Tempi ristretti della battuta? Forse, chissà.
Oppure quando protagonista sul walkie-talkie esclama: “Guys, shit! He switched cars.” e questo diventa “Ragazzi, ci siete? Ha cambiato macchina”.
Il mio è solo un sospetto personale rinforzato soltanto da tanti micro-esempi, ma comunque personale, prendetelo con le pinze. Era anche una scusa per inserire altre differenze tra versione originale e versione doppiata.
Non sapere né l’inglese, né l’italiano
In italiano la frase “avevamo finito la merenda” vuol dire inequivocabilmente: avevamo finito di fare merenda. Nel film viene usata come traduzione di “we ran out of snacks”, che invece vuol dire che erano finiti gli spuntini o le merendine, era finito ciò con cui fare merenda. È la scusa che i ragazzi usano con un poliziotto loro conoscente quando questo li ferma alla guida di un’auto (senza patente).
in originale:
– Does your mother know you stole her car?
– No. We, uh, we were just borrowing it. We ran out of snacks and she was asleep so I just-doppiaggio:
– Hai rubato la macchina a tua madre?
– No, avevamo finito la merenda e mamma sta dormendo, e per non svegliarla abbiamo-
In italiano sta letteralmente dicendo un’altra cosa, anche se immagino che cercava di essere una traduzione fedele. Ma chi è che dice “ho finito la merenda” per intendere dire che ha finito “cose” con cui fare uno spuntino/una merenda? Questo film doppiato in italiano è costantemente assurdo. Vi propongo una mia traduzione che mi auspico vi suoni un po’ più naturale:
– Tua madre sa che le hai rubato l’auto?
– No. L’abbiamo presa solo in prestito. Avevamo finito le merendine e lei dormiva, così ab-
Non contenti, il poliziotto gli dice di avere le mani legate. Davanti a un’affermazione simile si presume che lo avrebbe punito in qualche modo, seppur controvoglia perché le loro famiglie si conoscono. Invece il poliziotto li lascia andare, questo perché la sua frase “ho le mani legate, sai?” non è la giusta traduzione di “You got me in quite a bind” che invece è traducibile come “mi metti in seria difficoltà”.
La frase che segue in italiano rinforza l’idea che il poliziotto non avrebbe chiuso un occhio:
Come faccio a chiudere un occhio, per poi incontrare tua madre in chiesa la domenica?
mentre in inglese è tutto l’opposto
I just can’t bust you because ‘cause then how am I gonna look your mother in the eye at church?
(traduzione: non posso arrestarti perché poi in chiesa con che coraggio potrei guardare tua madre negli occhi?)
Quel “mani legate” dell’inizio deve aver sviato la comprensione dell’intera conversazione (bind vuol dire legare ma in a bind è un modo di dire). Non un grave delitto al film ma comunque è rappresentativo della qualità del lavoro di traduzione. Gran parte di questo dialogo avviene poi senza vedere la bocca di chi lo pronuncia, quindi le scuse stanno a zero. Qui o non si conoscono i modi di dire della lingua inglese, o non si conosce il significato di quelli italiani. Non so cosa sia peggio. Manco avessimo a portata di click un patrimonio di dizionari facilmente accessibili e gratuiti per verificare qualsiasi informazione in 0,38 secondi…
Ah, vi piacciono le traduzioni a caso? Che ne dite di “Alla centrale sono tutti nel panico“. Non proprio qualcosa che vorreste sentir dire a un poliziotto. Infatti non lo diceva. In inglese dice che al municipio (town hall) sono tutti nel panico, non alla centrale di polizia.
Situazione simile (dire l’opposto nel doppiaggio italiano) quando il presunto serial killer dice al protagonista:
Capisco. È lo stesso motivo per il quale sono entrato in polizia. […] Vuoi aiutare gli altri, è fantastico. Ma devo dirti che le tue prove verso di me non avevano senso. Sei bravo però con queste cose.
In originale non gli diceva che le sue prove non avevano senso, non esattamente almeno. Diceva che avevano senso, se prese fuori contesto:
I get it. That’s the whole reason I became a cop […] you wanna help, and that’s great. And I’ll admit that the stuff that you thought was proof looks pretty bad out of context. You got a pretty good brain for this kind of work.
Una frase che io avrei tradotto così:
Capisco. È lo stesso motivo per il quale sono entrato in polizia. […] Vuoi aiutare gli altri, è fantastico. E ammetto che le tue prove sembravano schiaccianti, se prese fuori contesto. Hai la stoffa per questo genere di lavoro.
Dialoghi al limite del comprensibile
Il film ne è costellato, e molti non sono neanche abbastanza significativi da riportarli qui altrimenti questo articolo da pamphlet fa il salto a tesi di laurea. Ne riporto soltanto alcuni dunque, uno di questi è della serie “motivare gli amici con minacce incomprensibili”:
e allora… se dicessi a Eats che gli hai rubato il giornalino?
Ma che giornalino? Dialoghi per niente chiari. In originale era:
What if I told Eats about that Hustler magazine we have, that you stole?
(traduzione: e se dicessi a Eats di quel Hustler che abbiamo e che tu gli hai rubato?)
Ahhh, una rivista pornografica! Ora è chiaro. Poteva essere facilmente trasformato in “quel Playboy” o una più generica “rivista porno”. Ma lo sanno cos’è un “giornalino”? Facciamo una verifica su internet, ci vogliono 0,38 secondi…
Forse volevano dire “giornaletto”?
Altri momenti “cringe”, come dicono i giovani (cioè momenti imbarazzanti), non mancano ma direi che l’umiliazione possa fermarsi qui. Concludiamo.
Ve lo buco ‘sto doppiaggio
La sensazione che si ha, sia sentendo il doppiaggio sia analizzando l’adattamento dei dialoghi di questo Summer of ’84, è quella di un lavoro approssimativo, amatoriale, anzi, dilettantesco, ma solo perché, essendo un prodotto audiovisivo, viene automatico confrontarlo mentalmente con migliaia di altri prodotti dello stesso tipo. In realtà è della stessa identica qualità che potevamo ritrovare nei videogiochi doppiati in italiano negli anni ’90, quelli dove traduttori e doppiatori, po’racci, dovevano lavorare senza un prodotto finito davanti, spesso traducendo e doppiando senza conoscere bene il contesto. Erano tutti doppiaggi bolognesi e milanesi e, suppongo che lo sia anche questo. Torinese al massimo, ma non dei migliori.
Il film è uscito in America nel 2018, non mi possono certo dire che siano stati costretti a doppiarlo come si doppiano i film della Marvel, con soltanto la bocca dell’attore visibile e tutto il resto oscurato. Né ci potranno mai pienamente convincere che con tempi anche strettissimi non si possa capire che Close Encounters sia Incontri ravvicinati di Spielberg, non è un riferimento così ricercato da dover necessitare tempo extra per fare ricerca.
L’adattamento dei dialoghi di Summer of ’84 è tanto problematico quanto la recitazione di molti dei suoi doppiatori.
Pochi dialoghi hanno traduzioni veramente azzeccate e poche sono le interpretazioni che si salvano per intero (il presunto assassino per esempio non sbaglia una frase e tiro a indovinare che sia anche il direttore di doppiaggio, l’unico che sembra avere della vera esperienza dietro al microfono). È insomma un disastro su tutti i fronti questa versione italiana di Summer of ’84.
Tutto male-male male, dunque? No ovviamente, ma è la prima volta che, invece di pescare singoli errori da un copione altrimenti ottimo, mi tocca fare il contrario. In questo caso sorprendono le frasi non sbagliate. Per esempio mi è piaciuto che alcune espressioni americane fossero per una volta contestualizzate. Un “Oh, fuck!” che ad esempio mi diventa “che figura di merda” in un momento contestualmente adatto è il genere di alterazione benvenuta, che raramente oggi troviamo nei doppiaggi di alto livello, dove si preferisce invece un diretto “oh, cazzo!”, e così tutte le imprecazioni si riducono a “cazzo” e “merda”, dimenticandoci che, in quanto a parolacce e offendere il prossimo, in Italia non siamo secondi a nessuno. Nel doppiaggio italiano si sta perdendo ad esempio “coglione”, perché gli americani non hanno un diretto corrispondente, visto che “asshole” diventa sempre e inderogabilmente “stronzo”. Ma questa è un’altra storia.
Visto il numero esiguo di “cose fatte bene” potremmo anche sospettare che siano venute bene per puro caso. Statisticamente non puoi topparle proprio tutte, anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno. Malissimo per Rai4 però, la pessima figura e la vergogna non devono ricadere su chi, in maniera molto coraggiosa, spavalda direi quasi, si propone come società di doppiaggio pur non potendone dimostrare competenze e professionalità dei propri collaboratori, ma alla Rai che commissiona a un’azienda simile un doppiaggio che si rivela poi essere ciò che è stato descritto in questo articolo… e nonostante tutto decide che tutto sommato è di qualità accettabile per una messa in onda!?
Per aver voluto risparmiare dal principio, adesso finiranno per doverlo far doppiare una seconda volta, doppia spesa per lo stesso film, quindi dove sta veramente il vantaggio risparmiare sempre al massimo? Se a Napoli si dice che il risparmio non è mai un guadagno, qui a Firenze, vista questa loro furbata di dubbio vantaggio economico, si potrebbe quasi dire che Rai4 con questo film l’ha fatto i’guadagno d’i’ Lica… che lo pigliava in culo per pagarsi la fica.
Aggiornamento 3/9/20: il nuovo doppiaggio Rai ruba il mio adattamento
In data 3 settembre 2020 il canale Rai4 ha trasmesso nuovamente il film Summer of ’84 con il promesso nuovo doppiaggio professionale. A mio modesto parere il nuovo cast di doppiatori assegnati ai personaggi adulti non è proprio ideale, dalle voci sembrano coetanei dei loro stessi figli… ma almeno sanno recitare. E che sorpresa! Non si tratta solo di un nuovo doppiaggio ma anche di un nuovo adattamento riparatore che palesemente fa tesoro delle osservazioni riportate in questo articolo e include anche alcune delle mie correzioni, PAROLA-PER-PAROLA.
Ne cito alcune: Ginger tradotto come Pel di carota, dire di aver “finito le merendine“, l’intera frase “non posso arrestarti perché poi in chiesa con che coraggio potrei guardare tua madre negli occhi?” (che omette solo “in chiesa” per stare nei tempi della battuta), ma anche l’esatta frase “Pensi davvero che quella specie di Orsetti del cuore possano sconfiggere l’Impero?” (seguìto però da un “motospider” detto al posto della corretta parola “motosprinter”, errore di trascrizione?) sono tutte traduzioni già proposte da me lo scorso febbraio. Anche altre frasi risultano identiche a quelle suggerite nel mio articolo ma sono così generiche che chiunque con una conoscenza dell’inglese le avrebbe tradotte allo stesso modo. [Nota: rimane però “libreria” su “library” non è stato corretto con “biblioteca” neanche nel ridoppiaggio “riparativo”]
Le soluzioni linguistiche e le frasi identiche (o quasi) adottate dal nuovo doppiaggio di Summer of ’84 sono dunque tutte coincidenze dovute semplicemente a una corretta e indipendente traduzione del testo originale? Come no, infatti chi non tradurrebbe “Cobra Commander” come “James Bond“? “Chi è, un cattivo di James Bond?” era l’adattamento che avevo immaginato io e che ritroviamo identico nel nuovo doppiaggio. La mia era una proposta alternativa a quel “Cobra Commander” dei dialoghi in inglese, un mio omaggio a un tipo di adattamento che oggi certamente non si fa più. Non potete dirmi che non venga da questo articolo.
Sono contento che alcune delle mie proposte siano piaciute, tanto da finire in un doppiaggio per la Rai, e per quanto questo sia un buon servizio al film, lasciatemi dire che è una mossa un po’ bassa da parte di un collega dialoghista che non ha avuto il tatto di contattarmi. Sì, anche io sono dialoghista da un po’ di tempo a questa parte, e forse per aziende molto più rinomate di quelle che usa Rai4, ecco, l’ho detto. Bastava anche un informale: “oh, ci piace la tua soluzione, abbiamo deciso di usarla”, ma ben volentieri! Temevano che gli avrei chiesto un compenso? Tanto lo so che a Rai4 l’hanno letto tutti questo mio articolo.
Cast del ridoppiaggio di Summer of ’84
L’identità della nuova squadra di doppiaggio è stata nascosta ancora una volta tagliando immediatamente i titoli di coda per mandare la pubblicità, ma a Doppiaggi italioti abbiamo le nostre fonti (vogliono rimanere anonime) che ci comunicano il seguente cast di doppiaggio per la seconda versione italiana di Summer of ’84 andata su Rai4 per la prima volta il 3 settembre 2020:
Doppiatori:
Mosè Singh – Davey (Graham Verchere)
Ezio Vivolo – Tommy “Eats” (Judah Lewis)
Simone Lupinacci – Curtis (Cory Gruter-Andrew)
Simone Marzola – Woody (Caleb Emery)
Direzione doppiaggio: Simone Marzola
Studio: Arkadia di Firenze
Insomma me l’hanno fatto sotto casa. Ora vediamo come anche questa informazione verrà “rubata” dal mio blog senza ringraziamenti. Continuano a rimanere ignote le voci del primo doppiaggio di cui non sappiamo assolutamente niente. Io intanto metto in curriculum: “consulenza adattamento dialoghi per film Summer of ’84“, mica no. Dimostratemi che non è vero!
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51 Commenti
Gerliotti
15 Febbraio 2020 alle 00:20Ammazza che disastro e io che pensavo solo il doppiaggio fosse penoso e invece una vera e proprio megacacata.
Tra l’altro quando ho sentito solo l’audio pensavo fosse una roba degli anni 80 fatta così al risparmio, figurarsi… ma certe cose negli anni 80 UN SI FACEVANO! C’ERA PROFESSIONALITA’!!
Evit
15 Febbraio 2020 alle 00:22Seeeh, che anni 80! 90 semmai, 95… Windows 95… Giochi doppiati per Windows 95
Charlie
15 Febbraio 2020 alle 00:34La mia teoria è che abbiano dato il film originale in mano ad un secondo liceo di qualche paese padano tipo progetto scolastico per alzare la media d’inglese (“traducete e doppiate per esercizio!”), i ragazzotti l’abbiano poi mandato alla Rai per scherzo e qualche coglione per sbaglio l’abbia approvato come versione italiana ufficiale e messo in onda.
Non trovo altra spiegazione.
Nel frattempo che aspettiamo svelino il mistero, ti mando la fattura degli apparecchi acustici che dovrò indossare a vita dopo il danno irreversibile ai timpani provocato dai video da te pubblicati qui (il film in TV me l’ero perso e vivevo felice. Grazie tante Evit, grazie tante ?).
Evit
15 Febbraio 2020 alle 00:37Ahahahah! Il film è del 2018, da due anni senza doppiaggio, e se Rai4 avesse trovato su eMule un fandub del film e mandato in onda quello pensando che fosse ufficiale??? ?
giovannidebonis
15 Febbraio 2020 alle 01:30Incredibile, non avrei mai pensato di assistere a un caso simile. La notizia peggiore è che, purtroppo, questo scempio è stato presumibilmente finanziato con denaro pubblico.
Evit
15 Febbraio 2020 alle 01:34E noi paghiaaaaaaaaaaaaaaaamo! Però ci dev’essere costata molto poco in questo caso.
SAM
15 Febbraio 2020 alle 12:33Mi pare ovvio che avranno affidato il lavoro a qualche gruppo di fandubber che impazzano su YT, pensando ” ehi , sono youtubers, piacerà ai giiovani”. Se la tv di stato si abbassa a ste poveracciate, sono messi davvero male.
Evit
16 Febbraio 2020 alle 15:26Che ormai è praticamente un’azienda privata, quindi anche loro cascano nelle logiche del massimo risparmio/massimo guadagno. Spero che un giorno Rai4 spieghi la sua posizione e perché questo è successo, davvero sembra materiale amatoriale da giovani che si dilettano a doppiare cose su YT.
Andrea87
15 Febbraio 2020 alle 13:20Non penso che sia costato così poco… secondo me rientra in uno di quei pacchi da far doppiare a cottimo a certe società “perché sì” (ricordi cosa ti aveva raccontato Marini? Per una raccomandazione mal interpretata si trovò a doppiare un mare di roba…). Solo che stavolta hanno esagerato e gli costerà il doppio…
Evit
16 Febbraio 2020 alle 15:27Adesso non so se funziona più così ma non mi stupirebbe affatto! Vedo che le storie di Marini sono rimaste impresse anche a voi lettori 😉
MikiMoz
15 Febbraio 2020 alle 21:05Complimenti per l’articolo, dettagliatissimo: da stamattina l’ho linkato immediatamente al mio.
E grazie per la citazione.
Che dire, nemmeno immaginavo tutto questo: errori veri e propri, al di là di riferimenti persi e leggerezze di traduzione.
Guarda, ci sta pure che abbiano omesso molti riferimenti alla cultura pop degli anni ’80, anche se ciò ci riporterebbe indietro di una ventina di anni (o al massimo ai primi episodi di The Big Bang Theory XD).
Quanto alla parola photographer, ma… mica traducono dalla voce?? Cioè, io pensavo arrivassero i copioni SCRITTI.
Moz-
Evit
16 Febbraio 2020 alle 15:23Ci può stare che alcuni riferimenti vengano meno, per carità, ma qui sembra che vengano meno tutti o quasi. Giusto Gremlins è citato, e così gli Orsetti del cuore, ma non credo che abbiano capito che era una presa di giro degli ewoks e che stessero in realtà parlando di Il ritorno dello Jedi.
Che io sappia, di solito ovviamente si parte da copioni scritti, però il doppiatore poi doppia ascoltando il tizio del film in cuffia per riuscire ad andare a tempo. Non è impossibile che alcuni cambiamenti siano apportati in fase di doppiaggio, modificando la traduzione (cosa che ai traduttori e dialoghisti non piace moltissimo). Poi non è detto che, vista questa distribuzione quasi amatoriale del film, non si siano appoggiati ad un vero e proprio testo in inglese “ufficiale” ma abbiano lavorato su sottotitoli già reperibili in rete o abbiano fatto da soli il trascritto dei dialoghi.
Quella di photographer/videographer era comunque una mia battuta, cercando di immaginare il perché di errori inimmaginabili.
Rado il Figo
17 Febbraio 2020 alle 19:05Solo un paio di spunti, praticamente a caso, venutimi dalla lettura dell’esauriente articolo:
-ma possibile che in un paese notoriamente appassionato di calcio, ci sia qualcuno che non riesca a tradurre amateur con dilettanti? Infatti, penso alle squadre “dilettanti” tedesche come il “Bayern (per l’appunto) amateure” (d’accordo, è tedesco, però ci capiamo). È la stessa meraviglia di classified -> classificato, quando a ogni piè sospinto si parla di ranking uefa o fifa…
-ma solo dalle mie parti per “giornaletto” s’intende la rivista porno o spinta, e per “giornalino” quella coi fumetti per ragazzi? Per cui, avessi sentito “parliamo del giornaletto che gli hai rubato”, avrei subito pensato che si stesse parlando di qualcosa v.m. 18 anni senza molti dubbi
Evit
17 Febbraio 2020 alle 19:07Giornaletto avrebbe avuto senso, è la parola che cercavano e si sono imbrogliati
Lucius Etruscus
18 Febbraio 2020 alle 08:46Preciso come sempre ^_^
Io ho visto il film solo per curiosità vista l’esplosione della Rete riguardo al doppiaggio, argomento di solito trattato solo dagli appassionati: quanto deve far schifo per indignare così tanta gente? Boh, essendo io frequentatore di film direttamente in home video sono abituato a qualità al cui confronto questa mi sembra un capolavoro! 😀
Forse si è dato troppo risalto ad un film che non merita (è “L’erba del vicino” ma con un ragazzino al posto di Tom Hanks!) e spero che tutti questi “indignati” continuino ad essere critici anche con la valanga di film doppiati espressamente per la TV – e sono dannatamente tanti – con risultati molto spesso discutibili. Il problema è che nessuno di questi film fa riferimenti agli anni Ottanta ed è “di moda”, quindi il loro doppiaggio non verrà “tanato” 😛
Per esempio la sera prima di questa Estate del 1984 la Rai ha tradotto in esclusiva “Daughter of the Wolf”, col vecchio Richard Dreyfuss cattivo che dà la caccia alla mia amata Gina Carano nei boschi innevati: neanche essere co-protagonista di “The Mandalorian” ha destato l’interesse verso il film dell’attrice. Il doppiaggio mi è sembra del tutto uguale a quello dei ragazzini: una roba televisiva, che è sempre meglio dei filmacci bulgari che arrivano in DVD! 😀
(Tempo fa un filmetto harmony-natalizio aveva un personaggio che quando parlava si sentiva l’eco: solo lui! Mi sa che al momento di gestire l’audio gli è scappato qualcosa 😀 )
Evit
18 Febbraio 2020 alle 12:13Non l’ho nominato perché esulava un po’ dal discorso già di per sé troppo lungo sull’adattamento ma, come dici tu, il film non è ispirato a La finestra sul cortile come puoi leggere ovunque (informazione che le testate giornalistiche hanno copiato-incollato dal “pressbook” o come cavolo si chiama, senza aggiungerci niente di loro), è palesemente The ‘Burbs che a sua volta potremmo certamente dire che si ispirava a La finestra sul cortile, ma Estate del 1984 segue tutti i punti chiave della trama di ‘Burbs, quindi è un rifacimento di The ‘Burbs.
Riguardo ad altri doppiaggi televisivi, sono certamente da sentire. Daje, passami ‘sta figlia del lupo! 😀 (che tra l’altro è nello stesso filone di inediti presentati da Rai4 e per l’occasione doppiati quindi ci sta che siano stati dati alla stessa azienda che ha doppiato Estate del 1984)
[PS ti ricordo che Il Mandalorian ufficialmente ancora non è uscito in Italia]
CapitanBuonumore
19 Febbraio 2020 alle 00:05Tenka… quello sì che era un videogioco doppiato bene!
Evit
20 Febbraio 2020 alle 23:40Questo sì che è un riferimento per pochi ????
Denis
15 Marzo 2020 alle 11:06il vero dramma sono i film di Hong Kong di John Woo doppiati male e pure quelli di Tsui Hark, questo e un film mediocre che si risolleva solo nel finale
Evit
15 Marzo 2020 alle 11:20Ancora devo scoprirli, ne ho visti pochi. Parli di doppiaggi moderni o anche quelli degli anni ’80?
Concordo sul mediocre che si risolleva un attimo sul finale.
CapotanBuonumore
15 Marzo 2020 alle 11:20Vogliamo parlare del doppiaggio italiano dei film di Kurosawa usciti per la Mondo Home Entertainment? Come é possibile tutto ciò? Cui prodest? È Kurosawa, non Ezio Greggio, perdìo!!!
Evit
15 Marzo 2020 alle 11:21Ahah, parlerò in futuro di questi di Kurosawa.
Denis
15 Marzo 2020 alle 13:19Di Woo dei film che vanno dal 1987-1992 poi va ad Hoolywood ( Senza Tregua) e di Hark dei ’90 ( Blade, A better Tomorrow 3).
Di Kurosawa ho in dvd proprio i 7 samurai della Mondo Home Entertainment ecco spiegato il doppiaggio mediocre.
CapitoneBuonumore
15 Marzo 2020 alle 13:27E devi sentire cosa hanno fatto con La fortezza nascosta… nascosta per la vergogna! Poi dici che uno si butta a sinistra.
Denis
15 Marzo 2020 alle 13:36Purtroppo quel film l’ho visto solo una volta che c’era in dvd allUnieuro, tra l’altro Lucas ci ho preso spunto per il primo Guerre Stellari e citato pure in un dialogo,ho anche in dvd Ichi the Killer e pure quello non ha un bel doppiaggio povero Miike
Savio Sacconi
1 Aprile 2020 alle 04:02Ottima lavoro Evit.
Evit
2 Aprile 2020 alle 08:39Grazie Savio 😀
Pingback:
19 Maggio 2020 alle 00:56Emiliano M.
30 Maggio 2020 alle 09:31Di doppiaggi (e soprattutto di traduzioni) al di sotto del limite dell’accettabilità ne vedo tanti. Ma questo “Summer of ’84” mi ha veramente fatto cadere le braccia. Infatti, ho subito googlato “doppiaggio Summer of 84”, ed è stato così che ho trovato questo articolo.
Per esperienza diretta (traduco documentari e altro da una ventina di anni), posso ipotizzare che la causa di questo disastro sia un problema fin troppo noto nell’ambiente, ma forse sconosciuto a chi non lavora in questo campo. Provo a sintetizzarlo: il 90% di questo mercato è inquinato da una forsennata e feroce guerra al ribasso: il più delle volte, lo stesso committente ti dice candidamente che della qualità non gliene frega quasi niente, e che gli interessano solo due cose: rapidità e prezzo. Punto.
Il risultato, dal punto di vista dello spettatore, è robaccia fatta “a tirar via”, piena di imprecisioni, omissioni, errori gravi e alterazioni motivate unicamente dalla pigrizia. Dal punto di vista del traduttore, ecco come funziona: nel 99,999999% dei casi, una traduzione è pagata circa 50 euro per 25 minuti di “girato”. Ovviamente sono 50 euro lordi, che diventano meno di 35 al netto delle tasse. In 22 anni di lavoro, solo un paio di committenti (la tv di stato e il più grande produttore cinematografico del paese) hanno accettato di pagare un po’ di più. Tutti gli altri – e dico proprio tutti, nessuno escluso – pagano i canonici 50 euro (che poi diventano 35) per 25 minuti. Nota a margine: in realtà non è del tutto accurato dire che Mediaset, Sky o Neflix paghino quelle cifre: il lavoro viene sistematicamente “intermediato” da varie società di doppiaggio, che offrono quelle cifre per la traduzione, e probabilmente fanno una cresta non trascurabile su quanto ricevono dai committenti. In qualche caso, l’intermediazione è duplice: Tizio commissiona a Caio che sub-commissiona a Sempronio. E non me la sentirei di biasimare chi pensasse che questo “mondo di mezzo” (che si limita a fare da tramite, grazie ai contatti diretti con i committenti) lasci agli adattatori e ai traduttori (che svolgono il 100% del lavoro) solo qualche briciola.
Dunque, il traduttore non ha scelta: per pagare l’affitto, le bollette e magari anche la spesa al supermercato, deve mantenere una media da sweatshop nordcoreano. A Roma, dove vivo io, un affitto non scende quasi mai sotto i 1000 euro. Calcoliamo altri 3-400 euro al mese per bollette e spesa, e scopriamo che per raggiungere la soglia della sopravvivenza bisogna guadagnare almeno 1300 euro mensili. ciò significa tradurre, ogni mese, l’equivalente di una quindicina di film. Un film in due giorni. Vi pare possibile tradurre bene un film in due giorni? Al massimo, ma proprio al massimo, si può riuscire ad arrabattare una traduzione che fili, priva di errori troppo vistosi.
Come in ogni campo, la qualità è strettamente connessa all’investimento.
Ed è davvero frustrante lavorare così. Innanzitutto perché si lavora 30 giorni al mese, 15 ore al giorno, solo per sopravvivere (spesa solo al discount, zero ristoranti, zero cinema, vacanze solo in ostello, conto in banca sempre in bilico sul ciglio del rosso). Ma oltre alla qualità della vita – che a 18 anni non immaginavo sarebbe stata tanto bassa – c’è la frustrazione di essere obbligati a lavorare male quando, invece, si potrebbero confezionare prodotti di cui andare fieri, se solo si avesse una giornata in più a disposizione. Io faccio questo da una vita, e sopperisco (in parte) a questo problema con l’esperienza. Ma è pieno di ragazzini e di dilettanti che per guadagnarsi la “paghetta” traducono documentari, programmi tv e film. E i risultati sono quelli che sono.
Chi bazzica l’ambiente del doppiaggio queste cose le sapeva già. Però forse era il caso di farle sapere anche a chi è estraneo a questo settore, per far capire come mai, spesso, la qualità sia tanto bassa.
Evit
30 Maggio 2020 alle 09:51Ciao collega, hai fatto bene a raccontare la tua esperienza, che sono certo sia nuova a tanti. Questi articoli servono anche mettere con le spalle al muro certi committenti furbacchioni che per risparmiare fanno tradurre “ai ragazzini”, togliendo il lavoro ai veri professionisti (non a caso il blog è letto e apprezzato da tanti che lavorano nel settore). Anche questo Summer of ’84 presumo sia stato doppiato all’estero così come il più recente L’altra metà che ti invito anche a leggere, è l’ultimo articolo pubblicato, se ti vuoi fare un’altra risata amara. Tuttavia ritengo questo come il più grave proprio perché andato in onda in un canale Rai. Che a Netflix ditta americana possa sembrare “OK” un doppiaggio come L’altra metà possiamo anche capirlo, so’ americani dopotutto, ma che in Rai, in Italia, qualcuno abbia sentito questo doppiaggio di Summer of ’84 e lo abbia reputato sufficientemente valido per una trasmissione televisiva è da pazzi.
Buona fortuna con il tuo(/nostro) lavoro
Marco
29 Agosto 2020 alle 13:51Ciao a tutti!
Giovedì 3 settembre su RAI 4 alle ore 21.20 ri-trasmetteranno Summer of ’84.
Ci sarà un nuovo doppiaggio ???
Speriamo… 😀
Evit
29 Agosto 2020 alle 13:52Potrebbe essere! Rai lo aveva annunciato, sarò pronto a registrarlo. Grazie!
Marco
3 Settembre 2020 alle 21:23Nuovo doppiaggio !!!!! ✌?✌?✌?
(O almeno mi sembra ?)
Evit
3 Settembre 2020 alle 21:24Mmmh, il protagonista mi sembra lo stesso. Ora sentiamo gli altri ragazzi…
Marco
3 Settembre 2020 alle 21:28Scherzavo… ?? talmente era orribile non potevano che ridoppiarlo…
Sulla pagina fb di rai4 … l’admin alla domanda se era il nuovo doppiaggio ha risposto con “doveroso”
Evit
3 Settembre 2020 alle 21:28È nuovo, è nuovo.
Evit
3 Settembre 2020 alle 22:13Il nuovo adattamento ha le mie correzioni. Molto bene. Dove mando il conto?
Andrea87
4 Settembre 2020 alle 09:57Benvenuto nel club, allora 😀
Evit
4 Settembre 2020 alle 13:06Club privè, non ci sono neanche i biscotti. ?
Vasquez
4 Settembre 2020 alle 22:23Posso sottolineare la tristezza di tutto cio? Hanno avuto paura di chiedere. Non sia mai veniva loro risposto di no, non avrebbero saputo che pesci pigliare. E metti caso invece toccava sborsare qualcosa? Chi se l’assume la responsabilità?
Smidollati. E anche un po’ sfaticati: neanche fare lo sforzo di mascherare la cosa, cercando un riferimento diverso da James Bond… (la batcaverna, ad esempio, sempre nascondiglio è, anche se Batman non è un cattivo).
Complimenti Evit, per essere finalmente approdato nel mondo dei dialoghisti. Ruolo meritatissimo.
Sei tutti noi! ?
Evit
4 Settembre 2020 alle 22:29Troppo gentile Vasq, a me non fa che piacere che abbiano usato alcune delle mie scelte di adattamento, evidentemente molto azzeccate. E di certo non gli avrei chiesto soldi ma un messaggino lo potevano anche mandare
Evit
5 Settembre 2020 alle 12:03Ho aggiunto informazioni sul cast del secondo doppiaggio. Ringrazio la fonte che preferisce rimanere anonima.
Federico
5 Settembre 2020 alle 22:04Quando ti “fregano” un lavoro in cui hai messo passione (e magari hai coinvolto altre persone che ti hanno aiutato gratuitamente) e vedi che non arriva nemmeo un grazie o un “scusa, possiamo usare quello che hai fatto?” effettivamente un po’ ci si rimane male. Il recupero del primo doppiaggio del terzo film di Sissi, che ci ha coinvolti tutti, è un altro esempio (e ci han guadagnato pure). Mi spiace, Evit. D’altro canto considera che, se rubano tue idee, sei sulla strada buona. Continua così! Ciao.
Evit
5 Settembre 2020 alle 22:16La scansione di Sissy rode molto di più di alcuni suggerimenti di adattamento “presi in prestito (senza chiedere niente)” perché so che ci hai speso tu dei soldi, Federico. Insomma mi preoccupo più per gli altri che di me stesso. Che poi se mi conoscessero anche solo minimamente saprebbero che non solo avrei consentito loro di usare quegli spunti sull’adattamento, senza chiedere soldi e niente, ma avrei anche approfittato per pubblicizzargli la cosa. Insomma mi bastava il piacere di sentire un “oh grazie, utilissimo”. Niente, sarà per la prossima volta. Se non altro ha regalato occasione di sfornare qualche nuovo “meme” internettiano per farci due risate.
Federico
5 Settembre 2020 alle 22:33Per Sissi la colpa è anche un po’ mia e del mio modo di concepire il collezionismo cinematografico, cioè condividendo materiale con chi me lo chiede, credendoli appassionati (malati?) come me. Stavolta ho condiviso anche con qualche furbacchione che ci ha guadagnato. Pazienza, come sentivo dire nel Carosello da piccolo: “Che cagnara, sbagliano si impara!”. In questo tuo caso mi sembra che si ritorni proprio all’argomento princeps, ovvero il vil denaro. Come han scritto, mi pare, altri utenti mi sa che avevano proprio paura che tu gli chiedessi dei soldi. E siccome il problema di fondo è “lavorare” al risparmio, si son serviti da soli. Però i soldi della pubblicità che interrompe persino i titoli di coda (cit.)… quelli li han presi! ?
rinoceronteobeso
22 Novembre 2020 alle 01:16Non so se certi adattatamenti di videogiochi degli anni ‘90 devono il pressapochismo solo al “non avere un prodotto finito davanti”.
Ho sempre sospettato che gli adattatori usati da CTO per i prodotti LucasArts avessero una conoscenza vaga della lingua di partenza.
Esiste più di un modo di tradurre “I am rubber you are glue” (a cui segue “bounces on me and sticks on you”, analogamente a “specchio riflesso tuffati nel cesso” presso i bambini nostrani), ma “io sono la gomma tu la colla” non penso possa andare.
Oppure “I’m gonna hit the road” che diventa “vado a battere un po’ la strada”.
C’è poi roba come “è insultante quel che dici” che francamente fa dubitare anche dell’italiano dell’adattatore.
Evit
22 Novembre 2020 alle 01:33Tra non molto si parlerà degli adattamenti CTO da queste parti 😉
Mr Wolf
17 Giugno 2023 alle 22:00Ciao, sto guardando il film e ti sei perso una “perla” nella tua recensione: intorno al minuto 21 e 30 secondi, viene detto “Non dovevamo portarti in libreria, Davey.”, traducendo in modo pedestre “library” con “libreria”, invece che con “biblioteca”. …
Tra l’altro, questo errore è presente incredibilmente sia nella versione con il pessimo doppiaggio iniziale che nel ridoppiaggio.
Evit
17 Giugno 2023 alle 22:13Buahah, maledizione, mi è sfuggito completamente! Ora lo aggiungo. Grazie per la segnalazione.
Evit
17 Giugno 2023 alle 22:24Come sempre Mr. Wolf risolve problemi ;D
Vanja
18 Novembre 2023 alle 03:14Scusate, qualcuno mi saprebbe dire se c’e’ modo di recuperare la versione ridoppiata? Mi e’ capitato di vedere la vecchia con amici per farci due risate e sarei curioso di poterle paragonare.