Per essere un auto-proclamato seguito “spirituale” del film 8½ di Fellini non è ridicolo che in Italia questa pellicola sia stata distribuita come Nine, cioè “nove” letto all’inglese? Se il musical di Broadway ispirato al film di Fellini ha senso che si chiami “Nine” (perché così si scrive il numero 9 in inglese) non è ben chiaro perché una trasposizione cinematografica dello stesso debba mantenere il titolo inglese anche nella sua distribuzione italiana. In questo modo l’omaggio al “maestro” viene del tutto vanificato.
Certo potevano fare di peggio e chiamarlo “Nine – nove”. L’idea migliore però sarebbe stata di intitolarlo semplicemente “9”, con un numero, così ogni paese l’avrebbe pronunciato a modo suo e sarebbe stato anche più attinente al film di Fellini che aveva proprio un numero per titolo.
Intervista sul progetto di ridoppiaggio dei Monty Python
Lo scorso dicembre ci è stata richiesta una breve intervista radio riguardo al nostro progetto di ridoppiaggio del film Monty Python anche se alla fine i tempi erano molto ristretti e non sono state poste un gran che di domande a riguardo, pertanto ho sentito la necessità di pubblicare una mia intervista al curatore stesso del progetto, Leonardo, così da dissipare dubbi e quesiti a riguardo. In grassetto troverete le mie domande.
Evit: Leo, ormai tu e io ci conosciamo piuttosto bene ma ho voluto comunque fare questa intervista per i miei lettori, soprattutto quelli nuovi che magari non sanno niente del progetto Monty Python. Diciamo innanzitutto che cos’è questo “progetto Monty Python” che tu giustamente hai chiamato “Monty Python and the Quest for the Holy Fandub” (e che io tradurrei in italiano come “Monty Python e la Ricerca del Santo Ridoppiaggio”). In cosa consiste quindi e cosa ti ha spinto a realizzarlo?
Leo: Il progetto consiste in un ridoppiaggio, o meglio in un doppiaggio di sana pianta (tra un attimo spiegherò perché di sana pianta) del film “Monty Python and the Holy Grail” (1974), che uscì qui in Italia nel 1976 con il ridotto titolo di “Monty Python”.
Se dovessi parlare adesso della troupe di comici inglesi che ci ha regalato questo ed altri film, temo ci perderemmo, io purtroppo sono uno che ama raccontare le cose dal principio, quindi dirò soltanto che i Python sono stati dei comici geniali e suggerisco a chi volesse saperne di più di consultare il loro articolo su Wikipedia.
Il film in sé è una farsa che attinge dalle leggende Arturiane, e racconta la storia di una strampalata combriccola di cavalieri in cerca del Santo Graal, capitanati da un invasato che risponde al nome di Re Artù. Nel corso degli anni questa è diventata una pellicola di culto nei paesi anglossassoni, arrivando ad essere una delle più citate dagli appassionati del genere comico. Ma non qui in Italia. Perché, sembra lecito chiedere. La ragione è che quando il film uscì, la distribuzione italiana affidò l’adattamento e il doppiaggio alla compagnia teatrale del Bagaglino. Questi stravolsero completamente i dialoghi, arrivando a un punto in cui in moltissime scene il divario tra testo originale e “traduzione” italiana è vasto più del Gran Canyon.
Il progetto dunque consiste in un doppiaggio di sana pianta perché ignorerà tutto della versione italiana del 1976, cercando di costruire, con l’aiuto di doppiatori bravi e volenterosi, una versione italiana di questo film che sia filologicamente corretta, rispettosa dell’opera originale. Sono stato spinto a iniziare questo progetto proprio per amore del film, che mi ha fatto tanto ridere in inglese, ma in italiano non rendeva affatto giustizia all’opera dei Monty Python.
Inutile chiederti allora che cosa ne pensi del doppiaggio e dell’adattamento originale da parte del Bagaglino?
Ancora oggi fatico a credere alle mie orecchie quando sento qualche spezzone del doppiaggio originale.
L’adattamento dell’epoca può enumerare:- l’aggiunta di turpiloquio gratuito
- accenti regionali italiani a sproposito ed usati anche in maniera illogica (spiegatemi perché un militare che si definisce austriaco debba parlare in siciliano)
- l’inserimento di tirate assolutamente inutili e tendenti al nonsense su economia e politica
Peccato per i bravi interpreti presenti nel film, Oreste Lionello (che doppia Eric Idle per tutto il film, tranne un ruolo per il quale lo sostituisce Bombolo [!] ), Silvio Spaccesi e Claudio Capone.
Sono voci che fanno parte della storia del cinema, Lionello per Gene Wilder ma soprattutto Woody Allen, Spaccesi e Capone tanto per fare un esempio saranno pochi anni dopo rispettivamente Yoda e Luke Skywalker ne “L’impero colpisce ancora”. Ma in generale si perde completamente il tono dissacrante dei Python, andata è la parodia del genere cavalleresco per far strada a qualcosa di terribilmente sbagliato, qualcosa che non dovrebbe esistere, come un ibrido balena-fenicottero. Però un merito ce l’ha. Adesso lo utlilzzo come metro di paragone negativo, se c’è qualcosa in un adattamento o una traduzione che mi fa arricciare il naso, penso “Beh, almeno non fa pena quanto il doppiaggio dei Monty Python del Bagaglino”.
Ti fai conoscere come Leonardo, ma chi sei e cosa fai nella vita? Perché ritieni d’essere adatto a questo progetto?
Su Internet il mio nome è Leonardo, ma nella vita sono solo uno studente universitario della terra del sole e dei fichi d’india, che in comune col Genio Toscano ha solo il fatto d’essere mancino. Sono uno dei tanti che è cresciuto a pane e videocassette, a ripetizione. Volente o nolente ho memorizzato un sacco di cartoni animati e ho cominciato a imitare le voci che venivano dallo schermo. Diventando più grandicello ho imparato molte cose sul cinema, sull’animazione e sul doppiaggio, tutto grazie a internet. Sempre grazie alla rete nel corso degli anni ho acquisito una padronanza della lingua inglese (innescata dalla musica dei Beatles) che mi permette di comprendere e farmi comprendere da madrelingua senza difficoltà. Laurel e Hardy, Peter Sellers, Mel Blanc, Orson Welles, i Monty Python, questi e tanti altri ancora gli attori, personaggi e miti che ho “studiato” per affinare le mie competenze linguistiche, e che mi sono sempre divertito a imitare.
Da qualche tempo mi sono inoltre unito a una compagnia teatrale dialettale, perché penso sia una esperienza divertente oltre che formativa.
Posso confermare che la tua conoscenza della lingua inglese è veramente notevole per uno che, diciamo così, “si è fatto da solo”. Adesso siamo al casting dei doppiatori e ne hai già trovati di fantastici, cos’altro sta accadendo “dietro le quinte”?
In questo momento il copione è in fase di perfezionamento: l’adattamento dei dialoghi (canzoni incluse) è stato completato nell’estate del 2010 e, adesso che non è più confinato alla mia cartella documenti ma è giunta l’ora che degli umani si mettano davanti ai microfoni e recitino le battute che ho tradotto, si sta rivedendo e correggendo (ove necessario) per fare in modo che sia tutto più scorrevole e orecchiabile.
Ai tuoi doppiatori sarà concessa una qualche flessibilità di interpretazione?
Mi affido alle loro competenze interpretative. L’idea, come in ogni doppiaggio che si rispetti, è di tentare di replicare le interpretazioni degli attori originari. Se riusciamo ad aggiungere qualcosa di nostro ovviamente dovrà far(ci) ridere e sarà sempre rispettando le intenzioni del testo.
Quale ruolo hai tu nel doppiaggio?
Io prenderò i ruoli che sono stati di Graham Chapman, ovvero Re Artù, Dio e una delle teste del Cavaliere a Tre Teste. Oltre a provare a fare il doppiatore mi improvviserò direttore del doppiaggio.
Ovviamente non tutti quelli che hanno inviato i loro provini sono stati scelti, vuoi approfittare dell’occasione e spiegare qui le motivazioni?
Ho sentito tante voci, e ho scelto quelle che ritenevo adatte a questo progetto. Uno dei punti chiave del progetto “Holy Fandub”, sopra il quale ho voluto mettere l’accento perché ritengo avvicini questo lavoro a un qualcosa di “legittimo”, è il voler usare tanti doppiatori quanti sono i Python. I personaggi interpretati da ogni attore sono più di uno e l’idea è di farli doppiare tutti dalla stessa voce (cosa che spesso neanche succede nei doppiaggi ufficiali). E’ giocoforza che insieme all’abilità interpretativa voglio che le voci non siano “scollate” su ogni attore e quindi devo scegliere quelle che ritengo più vicine, timbricamente parlando, a quelle dei Python. Perciò sono stato costretto, in molti casi, a declinare provini di gente davvero brava, che però non ritenevo fosse in linea con quello che mi sono prefissato per questo progetto di ridoppiaggio. Tra parentesi, i provini continuano ad arrivare e se c’è qualcuno al quale o alla quale non ho risposto, chiedo venia ma come immaginerete le cose da fare sono tante, spesso mi trovo a desiderare che le giornate contengano più di 24 ore. One can dream…
A che punto è il casting dei doppiatori?
Per quanto riguarda il cast principale dei sei attori siamo a buon punto, per quanto riguarda i ruoli secondari i posti sono ancora vacanti.
Molti si sono chiesti come faremo con la traccia audio? Come isolare le voci etc… vorresti chiarire le tue intenzioni riguardo alla parte sonora del film?
Una parte del lavoro che mi darà soddisfazione, credo, sarà proprio quella del missaggio. Tenterò di ricostruire la colonna sonora del film. Nelle parti senza dialogo, inutile dirlo, verrà lasciata quella originale; nelle parti con i dialoghi si ricorrerà a una ricostruzione partendo da elementi del mix 5.1 del film e integrando con del foley dove necessario.
Cosa possiamo aspettarci riguardo la qualità interpretativa del prodotto finale? Questa era una delle preoccupazioni di alcuni che si sono interessati ai provini. Sai che la parola “fandub” spesso non ha connotati positivi.
Le persone scelte finora sono degli ottimi interpreti e confido di trovare gente altrettanto brava per i ruoli che ci mancano. Conoscendo il film in inglese quasi a memoria so benissimo quali note dovrà suonare la banda, spero solo di essere un buon direttore d’orchestra.
Hai già qualche idea sul tipo di distribuzione? Questa è un’altra domanda frequente.
Credo che l’idea migliore sia di distribuire la sola traccia audio, sincronizzata col film per chi se la vuole montare sul dvd ufficiale. Oggigiorno con i software gratuiti a disposizione è un gioco da ragazzi. Può darsi che si possa preparare anche un master video per chi vuole vedere il film e basta, vedremo. 😉
Per ora questa è la mia risposta ufficiale in merito.
E’ la prima volta che viene realizzato un progetto simile in Italia?
Ammetto la mia ignoranza al riguardo. So che ci sono molti fandub in giro, questo è certo. Non so quanti sono quelli che, come nel mio caso, decidono di ignorare completamente l’adattamento originale e di partire daccapo. D’altro canto, quanti sono i film che al doppiaggio hanno avuto la sfortuna di ricevere un trattamento tanto schifoso?
C’è sempre Flash Gordon e L’Uomo che Fuggì dal Futuro, ma ammetto che a livello di stravolgimento per ora Monty Python rimane imbattuto.
Sulla traduzione non mi sento di farti rivelare troppo al momento ma hai voglia di svelare qualcosa in particolare? Un mio lettore domandava: quali sono state le difficoltà maggiori? Le traduzioni sono letterali oppure no? Come sarà l’adattamento?
Ho avuto qualche difficoltà nella ricerca del linguaggio. Non solo volevo evitare che fosse evidente dai dialoghi che questo era un prodotto realizzato a oltre 30 anni di distanza, ma ho anche cercato di pensare a costruzioni grammaticali e termini che fossero “arcaicizzanti”, che dessero l’idea del medievale, senza dover ricorrere a un “volgare” in stile Brancaleone. Il tutto, ovviamente, deve filare come gli ingranaggi di un orologio, le battute non devono essere troppo corte o troppo lunghe per il labiale, si deve evitare la cacofonia… E’ un lavoro delicato, e non invidio traduttori, adattatori e dialoghisti che sono costretti a fare questo ed altro in tempi spaventosamente corti, oggigiorno.
Riguardo alla mia collaborazione, sai che sono un cane come attore ma comunque mi fa piacere reclamizzare questo progetto sul mio blog (che al momento è anche “sede” ufficiale di questo progetto) e soprattutto prendervi parte, anche se soltanto da dietro le quinte. Vuoi spiegare tu il mio ruolo in questa faccenda in modo da non cadere nei miei soliti autoelogi egomaniaci?
Il tuo ruolo è quello di coordinatore generale e soprattutto aiuto per la revisione ultima dei dialoghi, perché come si sa due teste sono meglio di una. Inoltre mi stai dando un grande aiuto nel pubblicizzare il progetto e sei un bravo scopritore di talenti.
Grazie, lo sai che il lavoro di adattamento è quello che più adoro, specie nei casi “difficili” dove c’è da giocare con la lingua italiana e mi diverte molto aiutarti a perfezionare la tua magnum opus.
Hai un’idea di quanto ci vorrà a concludere il progetto?
Ahimé no. La cosa sicura è che, dato che per ovvi motivi non possiamo riunirci tutti in una sola stanza e registrare, ognuno lavorerà coi propri tempi. Non mi azzardo a fare stime quando ancora non è concluso il casting.
Hai altri progetti nel cassetto di cui vuoi parlarci o è meglio tenere questa domanda per la fine del lavoro?
Qualche idea, ma niente che posso avanzare al grado di “castello in aria” ancora.
Infine c’è la domanda di rito… cosa ne pensi di questo mio piccolo blog?
In qualità di pignolo (o “nitpicker”, all’inglese), non posso che condividere le tue frustrazioni riguardo adattamenti mal riusciti, titoli stupidi o inappropriati e così via… tutte cose che disturbano una persona che conosce sia l’inglese che l’italiano e ha una mezza idea di quello che ci si dovrebbe aspettare da una buona traduzione.
Certo, è chiaro che pessuno è nerfetto e questo si applica anche al doppiaggio italiano. Per cui se vediamo castronerie al cinema o in tv, meglio farsi una risata come del resto inviti spesso a fare tu nel blog.Titoli solo apparentemente italioti
Leggo spesso di gente che si lamenta di “titoli italioti” senza tuttavia conoscere l’inglese:
Il titolo che mi viene subito in mente è Death becomes her, tradotto in Italia come La morte ti fa bella, un titolo soltanto apparentemente italiota. Difatti il verbo “to become” al transitivo è usato per dire “ti dona”, “ti sta bene” o “ti si addice”. Vi faccio un esempio: “quell’abito le dona” = “that dress becomes her”. Geniale tra l’altro la trovata di tradurre il “to become” come “ti fa bella” (invece che “ti dona”) visto che nel film la bellezza eterna era l’ossessione delle protagoniste.
Quindi basta elencare La morte ti fa bella come esempio di titolo italiota perché l’unica cosa di cui è esempio è quello di una scarsa conoscenza dell’inglese. Eppure compare spesso in liste improvvisate di titoli di cui gli italiani si lamentano pensando che sia uno dei tanti pessimi esempi.
Questo film è anche un ottimo esempio da usare contro gli accaniti sostenitori dell’idea che i titoli dovrebbero lasciarli interamente in lingua originale, infatti dimostra perfettamente come moltissimi italiani avrebbero subito pensato a traduzioni errate come “la morte diventa lei“(?) o peggio.
Del resto non sempre l’inglese è facile come appare a molti. Mi riferisco specialmente ai giornalisti che si improvvisano traduttori, come quelli che per primi tradussero sciaguratamente “wild parties” (dai file Wikileaks su Berlusconi) come “festini selvaggi”.
Ma si sono mai fermati a riflettere sul fatto che la definizione di “wild parties” origina dall’impossibilità degli americani di tradurre con una sola parola il termine italiano di “festini”? Non avrebbero potuto usare semplicemente “party” al posto di festini, da qui la necessità di essere più specifici. Essendo però alcuni giornalisti italiani dei mentecatti con Google alla mano (e molti altri dei semplici pappagalli), sono finiti tutti per diffondere l’idea che gli americani definissero le feste del Berlusca dei “festini selvaggi” (o “party selvaggi”), una definizione che non ha alcun senso (è come dire “un’orgia orgiastica”, non ha senso), come del resto non avevano alcun senso tante altre definizioni wikileaksiane che vennero tradotte dai nostri giornalisti in maniera molto maccheronica. Sembra quasi il gioco del telefono senza fili, siamo partiti da festini->wild parties->party selvaggi->festini selvaggi(?). Non sorprende affatto la dichiarazione di Berlusconi che disse “Non so neanche che cosa siano i festini selvaggi“. Effettivamente non lo sa nessuno! I giornalisti che vivono nel loro mondo dell’inglese improvvisato hanno invece pensato che con quella frase Berlusconi stesse negando l’esistenza di festini, era probabilmente il “selvaggi” che l’aveva confuso… non lo sapremo mai.
E poi giù a ruota altri politici che usavano questa definizione di “party selvaggi”… Rosy Bindi espresse “vergogna per quei party selvaggi” che violavano la Costituzione. Indubbiamente sono stati una vergogna ma c’è stata anche la violazione della lingua italiana e lo stupro del buon senso nel parlare, c’è stato un abuso dell’innocente Google Translator e una sevizia dell’inglese, ci hanno svergognato l’italiano! Qualcuno pensi ai bambini che imparano l’anglo-càfone dalla TV! Qualcuno pensi ai bambini!!! (cit.)
Scusatemi per la digressione.Cambiando genere di titoli apparentemente italioti…
Altri titoli che sembrerebbero (!) tipicamente italioti, ovvero inventati di sana pianta dai distributori italiani e che non hanno niente a che vedere con il film, alle volte si scoprono invece avere una ragion d’essere… ovvero quando assumono il titolo che il film avrebbe dovuto avere in origine:
58 Minuti per morire è il titolo con cui uscì “Die hard 2 – Die harder” in Italia. La domanda lecita è perchè 58 minuti? Il film è tratto dal romanzo “58 Minutes” di Walter Wager, ovvero il tempo a disposizione dell’eroe prima che dei terroristi facciano cadere l’aereo su cui si trova la moglie. Curioso notare come in Canada sia conosciuto come “58 minutes pour vivre” (invece che “per morire” come il titolo italiano)… in Canada guardano al bicchiere mezzo pieno evidentemente.
Rimane inventato di sana pianta il primo film della serie, Trappola di cristallo (Die Hard), nome di pura invenzione che ricorda (volutamente) Inferno di cristallo, film a cui Die Hard rende del resto molti omaggi.
Trovate maggiori informazioni riguardo la serie Die Hard in questo vecchio post.
Concludo con un film più recente: Mia moglie per finta (titolo originale Just Go With It) che ha tale titolo in quanto originariamente avrebbe dovuto chiamarsi “Pretend Wife“. Se n’è crucciato qualcuno in questo articolo nei cui commenti troverete accorate lamentele. Ve ne cito un paio che mi hanno divertito:“Ma questi titoli sono una vergogna, sono ridicoli, bastaaaaaaaaaaa!! […] L’autore ha scelto un titolo perchè bisogna cambiarlo?? allora perchè non cambiano anche il senso del film o doppiano diversamente il finale cambiandone il senso già che ci sono?” (NdA: purtroppo a volte succede anche questo!).
Un altro commento dice:
“Traducendolo in questa frase assurda e ridicola, “Mia moglie per finta”, che non ha nessuno spessore, si banalizza il film“.
Evidentemente il film era già banale in partenza visto che gli americani stessi stavano per optare per una cosa simile, salvo poi cambiare idea all’ultimo momento.
Insomma basterebbe una preliminare occhiata su imdb.com prima di gettarsi nel ridicolo di commenti simili. Il titolo originale era “Mia moglie per finta” (Pretend wife)… che poi gli americani l’abbiano cambiato all’ultimo non vuol dire che sia colpa della distribuzione italiana che vuole inventarsi titoli scemi a tutti i costi. Almeno non in questo caso!Il messaggio che ho voluto trasmettere con questo articolo mi sembra piuttosto ovvio ma lo lascio interpretare a voi, cari affezionati lettori. Per chi si è sentito chiamare in causa non temete, le vostre colpe sono già perdonate… è il perseverare che è diabolico. “La morte ti fa bella” è una splendida traduzione, non vi fate infinocchiare da chi improvvisa liste senza conoscere l’inglese.