• Locandine all’Amatriciana (24) – Fuori in 60 secondi

    Gone in 60 seconds
    Nel 1974 usciva negli Stati Uniti “Gone in 60 seconds“, un film d’azione a grana grossa che Tarantino omaggia continuamente senza che a nessuno importi molto.
    In Italia lo stesso film sarebbe stato distribuito con un titolo che più italiota non si può: “Rollercar – sessanta secondi e vai!” e notate che il punto esclamativo fa parte del titolo, non lo aggiungo io per enfasi.

    Il film ebbe due seguiti inediti in Italia:

    The Junkman (1982) e il meta-film Deadline Auto Theft (1983) che fu essenzialmente realizzato con i ritagli dei precedenti due film in una sorta di “sulle ombre della Pantera Rosa” su quattro ruote. Sono film quasi fatti in casa, in cui molti degli attori non erano neanche attori professionisti (poliziotti, pompieri, sindaco etc… tutti interpretavano sé stessi). La copertina italiana come al solito è da capolavoro come tutti i poster italiani dell’epoca: un’esplosione fumettistica di pura azione concentrata, titolo a caratteri cubitali e l’inevitabile donna seminuda.

    rollercar_sessanta_secondi_e_vai
    Perché non li fanno più così i poster?

    Il remake del 2000, definito da Tarantino “quella cagata con Angelina Jolie!” (citazione di un personaggio di Grindhouse – A prova di morte), fu più appropriatamente intitolato “Fuori in 60 secondi” tuttavia facendo venire meno il legame con l’originale; mi domando se avrebbe funzionato altrettanto bene un titolo tipo “60 secondi e vai!” (con elisione di quel curioso rollercar). Non mi è neanche chiaro cosa potesse significare “rollercar” per gli italiani negli anni 70, forse un equivalente di “macchina autoscontro”? L’impatto culturale di Rollerball uscito solo un anno prima (1974) ha forse influito sulla scelta del titolo? Qualcuno forse un giorno potrà rispondere a queste domande.

    A proposito della citazione da Grindhouse, purtroppo per Tarantino la battuta potrebbe facilmente ricadere sul suo stesso film; infatti potrei tranquillamente definire “Grindhouse – A prova di morte” come “quella cagata di Tarantino” che infatti considero un pessimo film. Pur capendone le origini, le citazioni, gli omaggi e lo stile… rimane a mio parere la peggior pellicola diretta da Quentin.

  • Disc Inferno: Ghostbusters (DVD 2005)

    INTRODUZIONE
    La nuova rubrica denominata “Disc Inferno” vi trasporterà in un mondo di copertine di DVD (e forse Bluray) tradotte a ca**o di cane da chi i film non li ha neanche mai visti. Erano quasi certi che nessuno si sarebbe mai accorto della loro sciatteria e invece…
    Mentre leggete questa rubrica tenetene sempre a mente il motto: “qualcuno è stato pagato per questo lavoro“.

    Evit

    RUBRICA "DISC INFERNO"

    DVD Ghostbusters 1&2 (2005)

    Chi vi aiuterà a non bestemmiare quando prenderete in mano questo DVD?

    I più attenti di voi avranno notato una scritta piuttosto anonima… è lì in basso, sotto il simbolo degli acchiappafantasmi:

    CHI TI AIUTERA’?

    Potrà mai essere il celeberrimo slogan del film “who you gonna call?” (in italiano “e chi chiamerai?“). Vediamo la copertina originale…

    Infatti è proprio quello, o meglio dovrebbe essere il famoso slogan ma evidentemente il traduttore che ha lavorato in fretta e furia per l’edizione italiana del DVD non ha avuto neanche il tempo di domandarsi se si trattasse di una frase famosa del film o che altro. Probabilmente non lo ha neanche mai visto o forse gli hanno passato solo il testo da tradurre senza specificare di cosa si trattasse.
    Un’altra chicca si trova sul retro dove è possibile leggere i riassunti della trama (forse presi da Cinematografo.it?)

    una bella violoncellista che ha inavvertitamente spalancato le porte dell’inferno

    Quando accade questo spalancamento inavvertito esattamente? E’ addirittura colpa di Sigourney Weaver? E in che modo?

    I tre eroi del paranormale

    Ma si, dimentichiamoci di Winston, lui ha uno stipendio fisso, non è “parte della famiglia”. Inoltre la minaccia sembra essere quella di un avvelenamento della città, non il ritorno di Vigo?
    Il problema non termina qui, all’interno troviamo difatti un altro madornale errore. Come forse sapete i sottotitoli in italiano sono sempre realizzati traducendo i sottotitoli in inglese, non riportano mai i dialoghi del doppiaggio (ciò non ha molto senso ma fa perdere meno tempo alle case di distribuzione). E’ così che nasce la parola “CACCIAFANTASMI” che potrete trovare nel piccolo documentario presente in questo osceno DVD [curiosamente nei sottotitoli del film vero e proprio viene riportata invece la parola “acchiappafantasmi”].
    Un trattamento immeritato per un capolavoro come “Ghostbusters – Acchiappafantasmi“. Ah ma voi non mi credete? Ecco qui le foto del reato:


    Cacciafantasmi” vuol dire non aver mai sentito nominare la serie, neanche per sbaglio!
    Ma diamo un nome a questa vergogna:

    Mi domando a quali altri film abbia “lavorato” questa ditta IFT.

  • Captain America 2: brrr… l’inverno dell’italiano

    Locandina italiana di Captain America The Winter Soldier

    Il poster “italiano” del film

     

    Primo problema: il titolo

    Vi ricordate quando tre anni fa parlai (uff, vola il tempo!) dell’oscenità di lasciare “Captain” in inglese sia nel titolo che nei dialoghi del film? Ci fu di cui lamentarsi all’epoca ma pensai che perlomeno il sottotitolo era stato tradotto in italiano, da “first avenger” a “primo vendicatore”. Almeno qualcosa di italiano c’era nel titolo! Quello accadeva nel primo film.

    Captain America: The First Avenger ⇒ Captain America – Il primo vendicatore
    Captain America: The Winter Soldier ⇒ Captain America – The Winter Soldier

    Con il secondo film si perde anche la continuità con il sottotitolo, adesso lasciato in inglese pure quello. I DVD/Blu-Ray di questi due film avranno proprio un bell’aspetto sugli scaffali degli appassionati!
    In un mondo ideale, anzi negli anni ’80, lo avrebbero certamente intitolato “Capitan America e il soldato d’inverno“, ma siamo nel 2014 e qualcuno poi se ne lamenterebbe sui social media. In inglese è più cool. Poi vanno a Londra con Ryanair e non sanno ordinare una Coca Cola, ma procediamo…

     

    Secondo problema: ci risiamo con l’inglese ovunque!

    Nick Fury all'ospedale in Captain America The Winter Soldier con vignetta sull'eccesso di inglese
    Sono al cinema con la mia partner Christine (nome di fantasia, la privacy inglese è sacra nel Regno Unito). Christine è una ragazza britannica, ormai capisce la nostra lingua abbastanza bene da non avere troppi problemi a vedersi film al cinema in italiano, inoltre le piace il doppiaggio italiano in generale e se la trama si complica troppo a livello linguistico le spiego brevemente cosa sta succedendo e il film prosegue senza problemi (praticamente l’opposto dell’esperienza di Leo Ortolani). Nei primi 20 minuti del film avviene la nostra prima interazione che non fosse a base di “cara, passami il paninazzo salsiccia-e-cime di rapa” oppure “vuoi degli anacardi?” (perché io vado al cinema come ad uno stravagante picnic):

    crunch, crunch…
    [DALLO SCHERMO:
    – Tu vorresti congedarti?
    – No. Non lo so. A dire il vero non saprei cosa fare se lasciassi.
    ]

    crunch, crunch…
    [DALLO SCHERMO: Ultimate Fighting?]
    crunch cr…
    Evit: che ha detto?
    Christine: Ultimate Fighting.
    crunch… crunch…
    Evit: Christì… ma cos’è l’ultimate fighting?
    Christine: è tipo cage fighting.
    Evit: eh?
    Christine: immagina il wrestling, ma per davvero, in un gabbione.
    Evit: Ah, come nel film Virtuality con Russel Crowe?
    Christine: What film???
    Evit: Virtua…ehm Virtuosity. Virtuality è il titolo italiano.
    Christine: Mai sentito. Zitto che non mi fai capire niente, mangiati i pop corn and shut up!
    crunch, crunch…
    crunch, crunch…
    Evit (tra sé e sé): dopo me lo cerco su Wikipedia.
    crunch, crunch…

    In questa epoca lo spettatore medio italiano deve affidarsi alla presenza di uno straniero vicino a sé per capire i riferimenti che vengono vomitati in lingua inglese. OK, lo so che ci sarà qualche espertone di combattimento che mi verrà a dire “ma Evit… ma come? Tu quoque? Non sai cos’è l’Ultimate Fighting Championship? È un famosissimo evento sportivo trasmesso in tutto il mondo… etc“. Sì sì, adesso lo so anche io, grazie a Wikipedia. Il problema sta proprio qui! La battuta si perde perché il riferimento è poco noto al pubblico italiano in generale.

    Spiego la scena: Capitàn America riflette sulla possibilità di abbandonare il suo “lavoro” ma ha dubbi riguardo a che cos’altro potrebbe fare nella vita. Con la risposta “datti all’Ultimate Fighting” in pratica gli viene suggerito (per scherzo) di dedicarsi alla carriera di lottatore professionista. Tutto qui. Anche se avesse detto wrestling, per quanto errato rispetto alla frase originale, avrebbe portato a termine la battuta. Invece no, lasciate “ultimate fighting” che mio padre ultrasessantenne sicuramente capirà al volo (ironico). Dite che il film non è per un ultrasessantenne? Errato, se ne vede più lui di me. Non ci sono mica più i sessantenni che hanno combattuto nella prima guerra mondiale e sembrano dei novantenni.

    Del resto si chiama adattamento proprio perché si dovrebbero adattare riferimenti culturali in modo che le frasi abbiano lo stesso impatto nel pubblico italiano così come in quello americano pur senza stravolgere completamente la battuta originale. Nel 2014 non c’è più bisogno di adattare niente a quanto pare, tanto ve lo cercate su Wikipedia in diretta, sul vostro cellulare. Portatevi l’iPad al cinema, così leggete anche meglio. Ignorante tu, Evit, a non sapere cosa sia l’Ultimte Fighting.
    Me tapino!

    Chi avesse lamentele in merito (e ci sono in giro quelli che dicono “e ringrazia che te lo doppiano pure, Evit, non dovrebbero fare manco quello! Almeno così lasciano i riferimenti originali. Ignorante chi non li capisce. Solo in Italia stiamo messi così! Va’ che in Olanda sottotitolano tutto e tutti conoscono l’inglese!“) si vada a guardare Demolition Man in inglese quando Stallone va a mangiare da “Taco Bell”. Oh, scusate, dimenticavo… non conoscete “Taco Bell”!? Fa niente! Neanche la regina Elisabetta lo conosceva, infatti nel Regno Unito (e in altri paesi europei) se lo sono fatti doppiare con una battuta alternativa in cui si parla di “Pizza Hut” (battuta poi tradotta così anche in italiano, con tanto di Ferruccio Amendola che aggiunge “me la faccio volentieri una bella capricciosa” e noi italiani ce la ridiamo di gusto esattamente come gli americani con la loro versione). Se Demolition Man fosse stato tradotto adesso, nel 2014, avreste certamente udito il riferimento (non adattato) a “Taco Bell” e avreste quasi potuto percepire l’adattatore ai dialoghi che da dietro lo schermo vi fa l’occhiolino come a dire, sottovoce, “raga, siamo nel 2014… andatevelo a cercare su uicchipedia! Così dopo non mi devo sentire le lamentele dei marmocchi che se lo vedono in DVD e vanno sui forum a piangere dicendo che la battuta originale non era così e che li dovrebbero impiccare quelli che adattano i film in italiano“.
    Buon Dio, sono finito a parlare di Demolition Man. Ritorniamo a noi

    Pararescue battuta in Captain America The Winter Soldier
    Non avrete mica pensato che i termini in inglese si limitassero a “Captain” e all’Ultimate Fighting Championship… oh, come siete ingenui!

    [DALLO SCHERMO: Non mi avevi detto che era un pararescue.]
    Christine: Un che?
    Evit: ha detto “un pararescue”.
    Christine: e che cos’è?
    Evit: immagino qualche reparto di paracadutisti che operano nelle operazioni di soccorso. Sono sicuro che Wikipedia ci illuminerà… aspetta che guardo, ah ecco! GUARDA!
    Christine: Shhhhhh! E spegni ‘sto coso, che dai fastidio agli altri!

    Il film prosegue con i soliti “Captain” alternato a “capitano”, sempre per ricordarci che siamo in mano a scelte linguistiche decise negli States e poi ad un certo punto mi è piombata addosso una scarica di inglese che non può non strappare lo spettatore fuori dall’esperienza cinematografica. Era una cosa del tipo:

    [DALLO SCHERMO: blade server… blà-blà-blà… carrier… blà-blà-blà… bersagli insight…]
    Christine: Blade server? Eh? Per un attimo mi sono dimenticata di stare guardando un film in italiano. Cos’erano tutte quelle parole inglesi una dopo l’altra?
    Evit: Mi hanno perso ad helicarrier. (che poi era la portaerei volante, ma lasciamo perdere.)

    Ho capito solo successivamente che “insight” si riferiva al nome di un certo progetto facente parte della trama, anche se non viene mai presentato formalmente allo spettatore, il “progetto Insight“, anzi scusate, in un attimo di defaiance stavo quasi per sostituirmi agli adattatori, il “project insight“. L’ho capito dopo ma solo perché appariva scritto fugacemente su un monitor, nel film. Riguardo alla lista di termini anglosassoni potrei sbagliarmi su alcuni, perché nel giro di pochi secondi ne sono stati sparati così tanti che un po’ confusione era inevitabilmente subentrata. Frustrato torno a guardare il film sperando di potermelo godere in pace senza dover sentire altre inutili nefandezze e per fortuna, per lungo tempo, questo non accade (salvo i soliti “Captain, aiutaci tu!“, in forte contrasto con altre frasi tipo “chiedetelo al Capitano!“)… poi verso la fine, quando stavo per rilassarmi, speranzoso che non ci sarebbero state altre parole in inglese… BOOM!]

    [DALLO SCHERMO: Una bomba EMP]
    Evit si alza dalla poltrona: QUESTA LA SO!!!
    Christine: Shhhhhhhhh!!!!!!! E siediti!
    Evit: EMP! Questa la so! L’hanno spiegata nel film Matrix.

    Nel 1999 ancora le spiegavano le sigle inglesi.


    Concludiamo…

    Ebbene queste erano tutte le frasi non tradotte del film Captain America – Il soldato d’inverno The Winter Soldier. Titolo che ovviamente nel trailer italiano per la televisione viene pronunciato in maniera maccheronica: “SOLDIER” invece di “SOLGER” (ˈsōl-jər); a riconferma che dovrebbero tradurli e basta che tanto poi non sanno neanche pronunciarli.
    Siamo molto lontani dai livelli di Pacific Rim, ma il problema persiste. Se distribuite i film in italiano, adattateli pure in italiano, altrimenti lasciateli in inglese e sottotitolateli per gli appassionati della lettura. Le vie di mezzo non funzionano.

    Riguardo la trama del film non voglio assolutamente dirvi niente, il rischio spoiler è troppo alto. Siamo molti passi avanti rispetto a quella patacca mostruosa e cartonesca del primo film con un nemico che usciva direttamente da I dominatori dell’universo, anche se purtroppo non mancano le scopiazzature da dozzine di altre pellicole e serie TV.
    Visivamente abbiamo scene che ricordano Brazil, Atto di Forza, Capitan Harlock, Eagle Eye, la serie televisiva Lost, Mission Impossible, etc…; poi abbiamo una trama rubata a piene mani dalla serie Person of Interest, per dirne una. Vuol dire che è un brutto film? Assolutamente no, l’antipasto in attesa di “Avengers 2” (altro titolo che poteva tranquillamente diventare “I vendicatori“) è più che digeribile, il suo adattamento però potrebbe rimanervi incastrato tra i denti.

    Coincidenze? Captain America paragonato a Capitan Harlock