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Quando la strega Elvira perse contro la mascolinità fragile italica

Elvira

TETTE!

Ora che questa parola ce la siamo tolta di torno e ho la totale attenzione del pubblico maschile possiamo passare a parlare dell’adattamento italiano di Una strega chiamata Elvira (Elvira: Mistress of the Dark, 1988), il debutto cinematografico del personaggio di Elvira, presentatrice vamp di Movie Macabre (1981-1993), un contenitore televisivo americano forse paragonabile al nostro Notte horror di quelle uniche due estati ’89-’90 con lo Zio Tibia. Il film arriva in italia con un adattamento lesivo del personaggio e non c’è bisogno di essere bilingue né di averlo visto in lingua originale per rendersene conto, le battute alterate nel copione italiano sono ben più evidenti dei seni di Elvira di cui tutti parlano in qualsiasi recensione.

Elvira e il cane Gonk

Il cane punk con il nome “da frocio”

Le modifiche al copione che troviamo nel doppiaggio italiano non inficiano la comprensione del film, ma di sicuro alterano la percezione del personaggio di Elvira che ci viene praticamente spacciata come una ninfomane che fa battute sui “froci” quando è chiarissimo che Elvira non direbbe mai niente del genere!

L’attrice che la interpreta, Cassandra Peterson, ha dichiarato che la sicurezza di sé e il suo caratteristico atteggiamento vengono dall’essere stata allevata (professionalmente parlando) “da un branco di drag queen e omosessuali” quando da adolescente in Colorado lavorava come ballerina e cantante in un bar con spettacoli di drag queen, esperienza che l’ha poi portata successivamente a Las Vegas come showgirl, un decennio prima dell’arrivo in TV come presentatrice. Cassandra ha vissuto l’equivalente di 1000 vite diverse, avendo cantato con Elvis Presley, recitato in un film di Fellini, in un film di James Bond, cantato in una band italiana degli anni ’70, scambiato ricette di cucina con Vincent Price, perso la verginità in modo violento con Tom Jones (immaginavate che Tom Jones fosse un aggressivo donnaiolo? Neanche Cassandra) ed è la creatrice (ed oggi unica azionista) del marchio Elvira. E gran parte di queste cose le ha fatte prima dei 30 anni (sigh!).

Life goals

Il fenomeno Elvira, sconosciuto in Italia

Su Wikipedia è riassunta alla perfezione come una presentatrice televisiva di una rubrica horror con un aspetto da vamp malvagia controbilanciato dalla personalità pimpante di una donna verace con la risposta sempre pronta. O almeno questo è un mio estrapolato dalla pagina di Wikipedia in inglese perché la versione italiana è troppo presa dal descrivere le sue curve: “La Peterson non ha mai avuto necessità di alcuna chirurgia plastica o di impianti per migliorare le sue naturali “curve” [senza fonti].

Molto enciclopedico

Per capire il fenomeno Elvira in America, immaginate se Zio Tibia di Notte horror fosse stato una donna vestita in modo provocante e con la battuta pronta. Avremmo ancora 40enni che ne parlano su Facebook nei gruppi “che ne sanno i giovani d’oggi…”. Invece in Italia è arrivato direttamente il suo primo film senza una precedente notorietà televisiva e quindi senza neanche sperare di poter lasciare un segno nella cultura popolare italiana.

Personaggio di Booberella o Popparella dalla serie i Simpson

Un po’ come successe per il personaggio televisivo Pee-wee Herman il cui primo film, popolarissimo in America,  Pee-wee’s Big Adventure del 1985 (in cui compare anche Cassandra Peterson), fu doppiato (secondo il Genna) appena negli anni ’90 e arrivò in home video in Italia direttamente in DVD nel 2006 (secondo Wikipedia)… e solo perché il regista si chiama Tim Burton, sennò manco quello. Il suo sequel, Big Top Pee-wee – La mia vita picchiatella (1988), paradossalmente uscì molto prima in Italia, in VHS, alla fine degli anni ’80. In tal senso Elvira è stata molto più fortunata dal momento che entrambi i suoi film sono arrivati regolarmente nel nostro paese.

In molti potrebbero aver visto la sua versione a cartoni nei Simpson, “Booberella” (o “Popparella” in italiano), ancor prima di essere esposti al film o al personaggio, magari scambiandola per una versione sexy di Morticia Addams, a cui il personaggio di Cassandra Peterson comunque si ispira.

Come distruggere un icona con battute sul (e del) cazzo

Il personaggio di Elvira è arrivato da noi oltremodo distorto a causa del suo adattamento che riflette quello che è ancora oggi un problema-Paese. C’è infatti una differenza che gli italiani del 1989 (e sono certo anche quelli del 2019) non hanno chiara: una donna può vestirsi in modo appariscente e avere anche atteggiamenti “sexy” e allo stesso tempo non essere di facili costumi. Questo concetto è chiarissimo sin dall’inizio del film, quando il produttore che allunga le mani finisce istantaneamente col culo per terra e piagnucola con il suo assistente “mi avevi detto che era ninfomane!” per poi licenziarla. Come dice la stessa attrice del suo personaggio: “Elvira è una donna sexy ma anche forte, che non si fa mettere i piedi in testa“, sa ciò che vuole e ci insegna subito (anche a suon di botte) a non giudicarla dall’aspetto esteriore. Tutti i viscidi cascamorti che incontriamo nel corso del film finiscono letteralmente a calci fuori dalla porta e il suo nemico naturale, ancor prima dello zio stregone assetato di poteri ultraterreni, sono i cittadini moralisti, ipocriti e bigotti della provincia americana dove Elvira finisce suo malgrado. E qui ci potremmo vedere del materiale per Tim Burton ma io ci vedo anche un po’ Footloose, con la gioventù di provincia soggiogata dai genitori puritani.

Chi se le cerca è solo quello con il cappello da cowboy

Chiaramente chi ha adattato i dialoghi italiani di questo film non ha capito il personaggio di Elvira altrimenti non le avrebbe fatto dire con disprezzo che al cane Algonquin hanno dato un nome da frocio, né le avrebbero fatto dire di essere una depravata puttana! Elvira potrà essere anche ammiccante e non far mistero del fatto che le piaccia il sesso (che schifo il sesso, vero?), potrà anche essere intraprendente con gli uomini che le piacciono, ma in lingua originale non è LETTERALMENTE UNA NINFOMANE (oggi comunque si dice “ipersessuale“), né tanto meno un’omofoba. Ma potremmo sospettare che il pregiudizio personale di qualcuno si sia infiltrato nell’adattamento italiano oppure che il copione sia stato alterato ad uso e consumo del maschio italico anni ’80, quella figura mitologica nota come “Er canotta“. Questo spettatore ideale è l’uomo che si sente a proprio agio soltanto quando vede riconfermati i suoi pregiudizi: se si veste da (quella che egli percepisce come) troia, è troia. Al massimo può essere una troia simpatica.

Tutte le battute che alterano il personaggio di Elvira nel doppiaggio italiano

Elvira che imbraccia un bazooka, la vignetta dice: ve lo faccio saltare in aria questo adattamento

Elvira non è omofoba

Il film inizia con le riprese di un episodio del suo show televisivo nel quale presenta horror d’annata prendendoli anche in giro e in chiusura augura a tutti la buona notte ricordando una massima da bar sport: “fatelo poco ma fatelo bene“, che culturalmente parlando è ad un passo di distanza da “mio nonno campò cent’anni perché si faceva i cazzi suoi”. La battuta sul farlo poco e farlo bene ovviamente non esiste in inglese, è un invenzione italica per trasformare da subito la nostra presentatrice fatalona in una ninfomane che parla solo di sesso. In inglese augurava semplicemente “unpleasant dreams“, letteralmente “sogni sgradevoli”, al posto di “sogni d’oro”, che poteva sicuramente essere resa in modo creativo senza subito ricorrere a battute da cinquantenni costantemente allupati.

In questo genere di battute, l’ironia del personaggio di Elvira è la medesima che caratterizza la famiglia Addams, dove i modi di dire normalmente “in positivo” o le abituali norme comportamentali vengono riproposte in un’inaspettata variante negativa da mondo alla rovescia (Morticia che invitava i figli a “giocare col cibo” o che tagliava i petali delle rose prima di metterle nel vaso). Innocuo umorismo senza pretese, dite? Certamente, gli Addams ci hanno campato per decenni ed è un topos tipico della commedia. Del resto è il tipo di umorismo usato anche dal nostro Zio Tibia. “Unpleasant dreams” ritornerà come battuta finale ma anche in quel caso tradotta in un’ottica diversa, ma ci ritorniamo tra poco.

Show televisivo di Elvira

Altro momento esemplare arriva dopo l’arresto di Elvira (per stregoneria) quando, in maniera offensiva, le viene negato il diritto a una telefonata, risponde quindi al poliziotto esordendo con un “senti, finocchio!“. Un’altra offesa gratuita che non verrebbe mai dal suo personaggio, non a caso in inglese dice “listen, paunchy!” (senti, panzone!). Ai pochi italiani che hanno visto il film sarà sfuggito il perché della reazione del poliziotto, che si guarda istintivamente la pancia. Magari pensavano si guardasse l’uccello per assicurarsi che fosse ancora lì. Ah, le grasse risate a spese degli omosessuali. Uah-uah-uah… lo ha chiamato finocchio, uah-uah-uah, da morì da i’ ridere proprio.

Per concludere sull’argomento omofobia inesistente in originale, quando Elvira tosa il cane Algonquin (il barboncino ereditato dalla prozia) e lo addobba da cane punk con tanto di borchie e cresta colorata, decide di cambiargli anche il nome abbreviandolo in “Gonk” perché Algonquin lo riteneva un “sissy name“, cioè un nome da femminuccia, inadatto evidentemente al nuovo look. Ma un conto è dire “un nome da femminuccia“, un conto è dire “un nome da frocio“. Le parole hanno un peso ben preciso. Esigenze di labiale, dite? Forse, ma a questo punto il labiale diventa il problema minore.

Gonk il cane di Elvira

Gonk is not amused

Perché Elvira è omofoba nel copione italiano?

Una supposizione. Il suo avercela con i “froci” rientra perfettamente nella mentalità maschilista di chi ha adattato il copione con questo personaggio inventato della ninfomane impetuosa: siccome ella vorrebbe farsi qualunque uomo le capiti a tiro, taccia di “finocchi” coloro che le si mettono contro, perché comunque non le sarà possibile accoppiarsi con loro. Se negli anni ’80 questo genere di commedia era ovunque in Italia, oggi sa di marciume (anche se la mentalità rimane comunque latente per un gran numero di italiani).

Da quando esiste la commedia è esistita la commedia con personaggi omosessuali, Mel Brooks ad esempio ne ha sempre inserito qualcuno, spesso personificato nello stereotipo della “checca isterica”, ma senza tuttavia implicare che fossero dei mostri da disprezzare o detestare in quanto omosessuali. In Italia la commedia in cui si accenna all’omosessualità si è quasi sempre limitata al puntare il dito contro qualcuno per dirgli con spregio “finocchio!” oppure all’idea del “fa ridere perché lo ha chiamato finocchio e lui non lo è“, dando per scontato che nessuno degli spettatori vorrebbe mai esserlo. Er canotta di certo non vorrebbe esserlo. In pratica la commedia italiana non ha mai superato la quinta elementare. Qualcuno, Pozzetto ad esempio, si salva ma sono veramente pochi. Peccato però che questo tipo umorismo sia andato a contaminare anche altri prodotti esteri al loro arrivo in Italia (ricordate il lavoro del Bagaglino su Fritz il gatto? Da galera), inclusa Elvira che con questa mentalità non ha proprio niente a che vedere.

Se Elvira è dichiaratamente mascolina, questa sua componente da “maschiaccio” è stata traslata nel nostro paese in “maschiaccio italico”, er canotta, e invece di giocare sul contrasto, il personaggio di Elvira e il film stesso finiscono per essere una sorta di riconferma di tutti i pregiudizi maschilisti, dall’omofobia al giudicare una donna dal modo in cui si veste. Se un doppiaggio potesse mai rappresentare il pensiero “se lo merita perché si veste così”, quello sarebbe proprio il doppiaggio di Una strega chiamata Elvira. Si può anche giocare sull’essere sexy senza essere necessariamente maniaci sessuali. Ah, questo ci porta al prossimo punto.

Elvira non è una maniaca sessuale

Durante la prima notte nella casa ereditata dalla prozia, Elvira si siede allo specchio della toletta e imita la Regina Cattiva di Biancaneve:

Elvira davanti allo specchio come la regina cattiva di Biancaneve

Mirror, mirror on the wall, who’s the most drop-dead gorgeous of them all?

“Drop-dead gorgeous” vuol dire bella da morire, da togliere il fiato, uno schianto, etc… insomma avete capito. Non certo una “depravata puttana” come dice nel doppiaggio italiano. Oh, sì che lo dice:

Specchio delle mie brame, chi è la più sensazionale e depravata puttana del reame?

E la successiva battuta invece di essere “lo dici tanto per dire” (oh, you’re just saying it!) è adattata in accordo con quanto appena detto: “sfacciato!“. Elvira in italiano si vede come una puttana depravata e questo è ribadito in modi diversi e più volte nel doppiaggio mentre in inglese ha semplicemente un’alta stima di sé. Se non è cambiare il personaggio questo, non so proprio cosa lo sia. L’unico momento in cui appare sfacciata è quando trova un uomo che le piace (uno in tutto il film, il timido Bob) e si approccia a lui come Elvira potrebbe fare.

Una scena di Una strega chiamata Elvira, Elvira con i ragazzi

In una scena successiva Elvira cerca di convincere i ragazzi ad andare a vedere “uno dei peggiori film mai fatti” ma a questi è stato proibito di frequentarla, pena l’espulsione dalla scuola, quindi restano impassibili alle sue descrizioni sulla bruttezza del film, e lei rincara la dose:

Insomma parla di certi… movimenti. Spiega cosa si può fare in barca per esempio.

Il “cosa si può fare in barca” è detto mentre mima il gesto di remare. Sembra che voglia convincere i ragazzi promettendo un film pieno di sesso. In realtà sta mimando la gestualità di Michael Jackson che canta “Bad”:

It is bad! You know, like “bad” as in… bad, like, “I’m bad, shamone, you know it!”.

Non che si potesse rendere la stessa battuta anche nella nostra lingua ma, ovviamente, dove va a parare l’alternativa italiana? Sempre lì…

Maccio Capatonda che fa il gesto di scopare

Scopare!

Per ribellarsi ai genitori bigotti, la descrizione di un film brutto non è sufficiente e così Elvira si gioca la carta della pietà facendo finta di avere tendenze suicide: preannuncia che avrebbe messo la testa nel forno e conclude dicendo:

Se qualcuno vi chiederà di me, ditegli che avevo un gran bel paio di gambe… e anche un gran bel paio di tette.

Se vi sfugge la battuta è perché non è stata tradotta. In inglese recitava questo:

Se qualcuno vi chiederà di me, ditegli che ero più di un gran paio di tette… ero anche un incredibile paio di gambe.

Come con tutte le battutine di Elvira, non è la battuta in sé a far ridere, è il modo in cui viene detta. E se in inglese gioca sul “sono più di quello che vedete” (sovvertendo due volte le aspettative), in italiano dichiara semplicemente di essere un paio di tette e un paio di gambe, senza dubbio alcuno… e penso che chi ha adattato questo film in italiano non se lo sia posto proprio, il dubbio.

I was more than just a great set of boobs

Più di un gran paio di tette, ci sono anche le gambe.

Arriviamo così alla proiezione del filmaccio di mezzanotte, Elvira commenta in diretta Pomodori assassini (Attack of the Killer Tomatoes!, 1978) e a fine serata richiama l’attenzione dei ragazzi con un “ladies and dobermans” che in italiano diventa “patatine e piselloni“. Anche qui Elvira passa per assetata di sesso, quando la battuta era facilmente traducibile come “ragazze e bestioni”, ben diversa anche come intenzioni. “Doberman” non ha altri significati noti nella lingua inglese oltre la razza di cani, a meno che gli sceneggiatori non ne forzino uno loro, come sottolineato in questa risposta su Quora.
Invece di chiamare gli uomini delle bestie, che ricade perfettamente nel suo personaggio, in italiano ne apprezza gli enormi peni. L’esatto opposto.

Maccio Capatonda che fa il gesto di scopare

Continuando sullo stesso tema, la frase “la vendetta è meglio dell’orgasmo” è la reinterpretazione italo-sessuomane di “revenge is better than Christmas” (la vendetta è meglio del Natale”). Peccato, ci siamo persi un gadget a tema natalizio molto simpatico.

Tazza di Elvira con scritta la vendetta è meglio del Natale

Anche l’ultimissima frase del film, quando per la seconda volta Elvira augura a tutti la buona notte con il suo tradizionale “unpleasant dreams” seguito da un occhiolino ammiccante (la battuta di chiusura dello suo show televisivo), in italiano deve dire qualcosa di zozzo: “non fate sogni bagnati“.

[insert meme-scopare.jpg]

È il classico caso dove potremmo usare una volgare espressione popolare con riferimento alla persona che ha adattato il copione del film. Posso dirlo? Lo dico. Se invece di adattare questo film si faceva una sega era meglio.

L'attore Kurt Fuller in una scena del film Una strega chiamata Elvira

Il responsabile dell’adattamento italiano?

In questa continua ricerca della battuta a sfondo sessuale, è curioso che gliene sia sfuggita una presente invece nel film in lingua originale! Questa arriva durante il restauro della vecchia casa quando Elvira, approfittandosi della smania di guardarla che hanno degli adolescenti della piccola cittadina, li mette tutti a lavorare “aggratis” per rimettere a posto la casa della prozia così da venderla e scappare al più presto a Las Vegas. Le basta sfoderare quelle pose sexy che usa nel suo programma televisivo che i ragazzi accorrono letteralmente a frotte per poi ritrovarsi a scartavetrare, martellare e dipingere la vecchia casa. Quando Elvira viene avvertita dell’arrivo di nuove leve, si trova in ginocchio che sculetta a passo di Shout!, si gira verso di loro e dice “fantastico! Allora fate qualcosa anche voi.”. Questa frase in originale era “Great! Just grab a tool and start banging“, ovvero “fantastico! Allora prendete un attrezzo e dateci dentro”. Come hanno fatto a perdersi un’altra occasione per darle della puttana?

Occasioni mancate

Altre piccole traduzioni errate

Elvira invita Bob a mangiare a casa sua ma non sa cucinare, così prende il libro di ricette della prozia (che si rivelerà essere un libro di incantesimi) e getta le peggio schifezze nella pentola sperando che ne venga fuori qualcosa di commestibile, per questo quando esce dalla cucina con l’intruglio appena preparato esclama “it’s soup!” (letteralmente “è minestra!” o, a giudicare dall’aspetto finale, forse è più un “minestrone”).
In italiano Elvira esclama “il pranzo è servito!” e non so se volesse essere un riferimento al popolare quiz televisivo italiano di quel periodo Il pranzo è servito (1982-1993) e di per sé non è un’alterazione sbagliata se non fosse che la scena si svolge palesemente di notte, chi pranza di notte? Difatti, letteralmente due battute dopo, Elvira dice “spero che tu abbia fame perché ecco qui la cena“.

Mostro emerge dalla pentola in una scena di Una strega chiamata Elvira

La cena

Aggiungo qui una piccola nota che potrebbe sfuggire anche guardando il film in inglese sottotitolato. Quando Elvira nomina alcuni film “I married Satan” e il suo seguito “I married Satan 2” (entrambi inventati) ci perdiamo un gioco di parole che vuole che il numero “2” in inglese si legga esattamente come “too” che in quella frase vuol dire “anche io”. Quindi il seguito suona anche come “Anch’io ho sposato Satana!”. Ovvio che certe cose non sono riproducibili nella traduzione e non gliene facciamo una colpa.

Vederlo in italiano o in inglese?

Mi dispiace per i vari amici blogger (ne hanno parlato sia La bara volante sia La cupa voliera del Conte Gracula riassumendo il film molto meglio di me) che lo hanno recensito probabilmente senza sospettare che l’umorismo di Elvira in lingua originale fosse in alcuni punti radicalmente diverso da quello che è arrivato a noi. In italiano Una strega chiamata Elvira sembra essere stato adattato dagli antagonisti del film stesso, i “benpensanti”, i moralisti di provincia che giudicano Elvira per il suo aspetto e la chiamano apertamente puttana, a volte troia. Il film è stato adattato da loro, dai puritani, e mentre in inglese Elvira è ancora un personaggio al passo con i tempi, non lo si può certamente dire della sua versione italiana.

È come se facessero bestemmiare Pee-Wee Herman. Lo capite anche senza vedere la versione originale che c’è qualcosa che non quadra. Oppure Dodò dell’Albero azzurro. L’affronto più grave è che le voci della CVD sono fantastiche, in particolar modo quella della doppiatrice Mavi Felli che è un vero fenomeno sul personaggio di Elvira! Uno spreco enorme.

A prescindere dalle alterazioni sul suo personaggio, consiglio caldamente di scoprire (o di riscoprire) questo film in italiano non solo agli appassionati del doppiaggio anni ’80 ma anche a tutti gli apprezzatori di commedie in cui un’inusuale protagonista sconvolge lo status quo di una provincia americana bigotta e retrograda, aiutando i cittadini a diventare persone migliori. Il film esiste in DVD e vi basterà ignorare i vari “frocio!” per scoprire una commedia comunque gradevole e divertente, anche grazie alla recitazione dei doppiatori coinvolti. Nel 2001 ne è stato realizzato anche un sequel, La casa stregata di Elvira (di cui sconsiglio la visione in qualsiasi lingua), anche di questo esiste il DVD italiano ma il cast di doppiaggio non è il medesimo.

È solo grazie al DVD che finalmente ho potuto esplorare “Elvàira” (così si pronuncia in inglese) anche in lingua originale, scoprendo quanto risulti ancora moderna la nostra “padrona delle tenebre”.

Infatti, se all’estero questo film è già stato identificato come un film profondamente femminista [vedi gli articoli Why Elvira: Mistress of the Dark is a feminist masterpiece di “NYCEA” aprile 2014 e Cult icon Elvira is the 1980s feminist hero we need right now di Lisa Beebe, ottobre 2018. E sono solo due dei tanti!], in Italia, con quel doppiaggio e senza essere avvertiti in anticipo, sarà difficile che qualcuno riesca a guardare oltre ai seni per arrivare alla stessa conclusione. Al massimo arrivano anche alle gambe [ba-dum, tsss!].

E anche questa recensione è conclusa…

Boom!

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

58 Commenti

  • Lucius Etruscus

    14 Settembre 2019 alle 14:04

    Essendo stato fra i primi a scoprire questo film, appena arrivò in videoteca, posso testimoniare che le battute sgradevoli italiane non sono state colte: l’attenzione andava tutta alla bruttezza mortale della storia! (All’epoca le tette non avevano molta importanzs, visto che non le “esciva”: c’erano Edwige Fenech e Gloria Guida che ci avevano abituato a ben altro! 😀 )
    Quando anni dopo si scoprì chi era Elvira e uscì il seguito del film… uguale, roba troppo brutta per starci a ragionare 😛
    Quando dici “immaginate se zio Tibia”… e infatti il “vero” zio Tibia nel 1969 sveva una controparte femminile sexy a fare ciò che lui faceva – presentare storie horror con battutine – e si chiamava Vampirella, diventata in seguito eroina a fumetti e questo settembre festeggia 50 anni!
    E in TV c’era Vampira – quella mostrata da Burton in “Ed Wood” – che si incazzò parecchio quando Elvira in pratica la plagiò, e ne è nata una lunga causa. Ciò che sta dietro l’horror fa sempre più paura 😛
    Non ricordo che film di Pee-Wee girava sil finire dagli ’80 – c’era una bicicletta persa, mi pare – ma il personaggio era assolutamente ridicolo: esplose quando arrivarono le accuse di molestie sessuali (si diceva che era stato visto masturbsrsi in un cinema a luci rosse, in un’èra pre-YouPorn!), alora sì che tutti andammo a cercare i suoi film! 😀

    Rispondi
    • Evit

      14 Settembre 2019 alle 14:23

      Dimentichi di dire che la battaglia legale con Vampirella l’ha vinta Elvira e neanche in troppo tempo e senza grossi colpi di scena, il generico aspetto simile non era la base per un plagio.

      Comprendo dal tuo commento che non è il tuo genere di commedia. A me ha fatto anche morire dalle risate Pee-wee Big Adventure, film avvolto da un “grande” mistero italiano: com’è che è stato doppiato negli anni ’90 se è uscito in DVD soltanto nel 2006 (per qualcuno 2010)? Forse per la messa in onda televisiva o progetti di uscite home video in VHS poi saltate?

      Rispondi
      • Lucius Etruscus

        15 Settembre 2019 alle 12:21

        Rimarrà per me sempre un grande mistero, come abbia fatto a vincere Elvira: che il segreto risieda nel costato? ?
        Il segreto di “Big Top Pee-wee – La mia vita picchiatella” (1988), uscito in VHS CIC Video, credo sia in una delle protagoniste: quella Valeria Golino che all’epoca era la più grande star italiana dell’universo, dopo aver recitato con Dustin Hoffman e Tom Cruise in “Rain Man” (1988). Poi il film è arrivato e abbiamo capito che la seconda lampada a destra era la nostra connazionale, che se in un montaggio alternativo l’avessero tagliata dal film non se ne sarebbe accorto nessuno, ma all’epoca i giornali impazzivano per lei.
        C’è un ritaglio de “La Stampa” dell’8 marzo 1988 che strilla del nuovo film di Indiana Jones di Spilelberg… ma in foto c’è la Golino! E la notiziona è che farà un film con il nuovo comico Pee-Wee Herman! Spetta che lo ripeto: Pee-Wee e la Golino sono più importanti di “Indiana Jones e l’ultima crociata”!
        Il 20 giugno 1988 si raggiunge l’apoteosi quando siamo informati di questo incredibile record:

        «Scordatevi Valentino, John Gilbert, la Garbo: è di Valeria Golino il bacio più lungo della storia del cinema. A meno di tagli dell’ultima ora, il suo bacio di tre minuti con Pee-Wee Herman in “Big Top Pee-Wee”, che uscirà il 25 luglio negli Stati Uniti, batterà ogni record precedente»

        Nell’agosto 1991 arriva in Italia l’eco delle accuse sessuali al comico, e quindi è da quel momento che il personaggio diventa interessante ?
        Purtroppo non ho trovato prove, quindi rimango l’unico testimone di Pee-Wee in TV all’epoca. Tele+ nel 1991 era appena nato e non aveva molti film in catalogo, il che significava repliche fino alla follia, con pubblicità martellante: quella roba con Pee-Wee veniva pubblicizzata ogni cinque minuti e la odiavo visceralmente!
        Il coronamento del personaggio arriva quando Eminem lo raccoglie nelle sue imitazioni del videoclip “Just Lose It” (2004) ^_^
        P.S.
        Spero non ti dispiaccia se linko la recensione del fumetto per i trent’anni di Elvira ?

      • Evit

        15 Settembre 2019 alle 23:07

        Linka linka, ci mancherebbe, Lucius! In questo articolo non potevo non nominare il tuo articolo-rivelazione su come le nostre memorie di Zio Tibia fossero legate a due estati epiche, DUE! Un giorno forse ci racconterai com’è che l’America s’è innamorata della Golino che inondò poi la stampa nostrana. Da giovane vedendola solo in film americani davo per scontato che fosse americana pure lei, sai quanti pastafazool ci sono. Ricordo anche la sua comparsata in Fuga da Los Angeles. Purtroppo per lei in lingua originale (cioè con la sua voce) è assolutamente terribile, con un pesante accento (probabilmente motivo del suo ingaggio nei film americani, sarà stata una parlata “esotica”). Il doppiaggio l’ha sempre elevata tantissimo.

        Il mio amico Michael Traversa, uomo-memoria-analogica, è quasi certo che Pee-Wee Big Adventure fu tradotto, come suggerisci tu, negli anni ’90 proprio per passaggi su Tele+ così come avvenne per Frankenweenie e altri. In questo caso non tanto per la Golino (che nel film del 1985 non c’era) ma per l’esplosione in Italia di Tim Burton. Peccato non avere una versione digitale di tutti i passaggi di Tele+, ci farei un sito web dedicato solo a quello.

      • Lucius Etruscus

        16 Settembre 2019 alle 07:01

        Tele+ aveva uno splendido “servizio doppiaggio” e portava spesso film in esclusiva, quindi è facilissimo che il Pee-Wee di Burton sia stato trasmesso all’epoca in cui il regista “spaccava”. Io ricordo che a Pee-Wee rubavano la bicicletta (o la perdeva) e la storia verteva sul relativo recupero, ma ero così distratto dal disgusto per il personaggio bambinesco che non mi sono mai interessato di altro.
        I programmi Tele+ erano citati anche dai quotidiani dell’epoca – spesso per far venire l’acquolina in bocca e spingere i lettori ad abbonarsi, cosa che NON succedeva perché del cinema non fregava (e non frega) niente a nessuno – ma non ho trovato traccia di nessuno dei due Pee-Wee.

        Come gli italiani adorano chiamare attori stranieri dal forte accento, che fa tanto esotico, immagino che valga lo stesso per gli altri. Era un periodo in cui le italiane erano quotatissimo all’estero: Golino, Argento, Bellucci e chissà quante altre, magari meno famose. Avremo fatto una buona figura???? 😛

        Sono quasi deciso a mettere mano sulle VHS registrate all’epoca di Tele+, in cui conservavo speciali, spot, trailer e mille altre cose: chsisà che non trovi prove di messe in onda esclusive dell’epoca ^_^

      • Evit

        16 Settembre 2019 alle 22:17

        se era su Tele+ e se è valido quello che è riportato sul Genna, che il doppiaggio lo ha eseguito il Gruppo Trenta, allora più essere stato doppiato solo fino al 1996, dopo il Gruppo Trenta si è disciolto. Questo può restringere il campo di ricerca.
        Ed era proprio quello dove gli rubavano la bicicletta. Dai, Lucius, trovaci l’anno esatto del doppiaggio! Metti su ‘ste cassette, abbiamo la storia di Tele+ da documentare.

        (Riguardo l’odio per Pee-wee, ti metto accanto all’amico Petar, quando gli feci vedere Pee-wee Big Adventure negli anni 2006(?) mi voleva uccidere e disconoscere come amico, anche lui detesta i personaggi bambineschi)

  • Alessandro Stamera

    14 Settembre 2019 alle 15:49

    Mi spiace, ma la tua recensione invoglia più a guardare il film in inglese che in italiano.
    Mettere delle battute che alterano la caratterizzazione di un personaggio secondo me è un errore gravissimo.

    Rispondi
    • Evit

      14 Settembre 2019 alle 15:57

      Però poi ti perdi cose tipo “IMPICCATI STROOOOOOOOOONZ- oh, zietto caro!”
      A questo punto consiglio una visione in lingua originale per prima, seguita da una in italiano. L’articolo ti ha preparato a sufficienza per ignorare quelle battute stronze.

      Rispondi
    • Conte Gracula

      14 Ottobre 2019 alle 09:58

      E sono d’accordo, pur avendolo visto e apprezzato in italiano per la sua demenza.
      Ma non amo quando l’adattamento di un’opera diventa pura invenzione: a quel punto, che uno si faccia il suo film, con le battute che vuol metterci!

      Quella marea di froci e finocchi, in bocca a Elvira, pensavo fosse dovuta al decennio in cui è stato fatto il film (a quei tempi, era frasario comune da scuole medie. Anche per Pozzetto, che in La casa stregata voleva fare il gioco dei finocchi da una parte e le puttane dall’altra, se ricordo bene).
      Però non ragiono abbastanza spesso sul fatto che tutta la roba che ho visto, l’ho vista adattata in italiano ? spero di sviluppare abbastanza presto un buon orecchio per l’inglese, mi sto esercitando. Ma spero soprattutto che chiunque adatti in italiano la pianti di stravolgere il senso delle frasi e dei personaggi oltre lo stretto necessario: non sempre finisce bene come coi Cavalieri dello Zodiaco…

      Rispondi
      • Evit

        14 Ottobre 2019 alle 10:15

        Ciao Conte, ti ringrazio di essere passato da queste parti visto che ti avevo citato per la tua recensione che consigliavo di leggere perché hai riassunto il film molto meglio di me, del resto qui parlo sempre e solo di adattamenti, è giusto che deleghi ad altri il compito di parlare del film. Qui ho avuto una buona a scusa per farlo.

        Su Pozzetto, mi sento di approfondire visto che ho lanciato io l’argomento, nota che quando dice quelle battute è posseduto dal fantasma che vuole far allontanare gli ospiti con delle volgarità, quindi è chiaro al pubblico che è qualcosa che non si dovrebbe dire e che il personaggio non direbbe altrimenti. Fa ridere non perché li chiama finocchi e basta ma perché li chiama finocchi in quella situazione, dove è fuori luogo, volgare e non voluto. In molte altre commedie Pozzetto ha sempre giocato sul infrangere le aspettative con il personaggio di un uomo che si crede al 100% etero, ha dei pregiudizi come tanti altri, ma poi si scopre inaspettatamente che gli può piacere anche altro, andando contro tutto quello che ci si aspetta dal protagonista uomo italico. In Grandi magazzini inizia pieno di pregiudizi e poi si scopre che gli “piace il pesce”, in Sono fotogenico il Maestro nel teatro d’avanguardia gli dà un bacio in bocca e lui ci mette la lingua (“solo un pochino”), insomma Pozzetto ci ha sempre giocato là dove altri si limitavano alla battuta “aò ma che sei frocio?”.

        Ritornando a noi, non hai torto quando dici che pensavi fosse una cosa dell’epoca, all’epoca eravamo circondati da quel genere di battute, come sospettare altro? Ma del resto il mio blog sta sui apposta, c’è qui il vostro amichevole Evit di quartiere che da 8 anni vi aiuta a navigare in un mare di adattamenti, tra quelli buoni e quelli dubbi.

      • Conte Gracula

        14 Ottobre 2019 alle 10:23

        Un amico mi ha detto oggi che mi avevi citato, e mi son detto: com’è che non l’ho scoperto prima? Ci conosciamo da Lucius da un bel po’…
        Risposta: ho scordato di mettere il “Segui”, tonno che sono! XD

        Riguardo a Pozzetto, ho sempre pensato che il succo della battuta da posseduto stesse nel seguito (Il gioco delle bugie lo facciamo dopo XD ).
        Oggi, uscite del genere sono improponibili, a prescindere dallo scopo finale della battuta…

        A ogni modo, pian piano vedrò di approfondire gli orrori del doppiaggio italiano. Grazie mille per il servizio 😉

      • Evit

        14 Ottobre 2019 alle 10:31

        Felice di avere la cupa voliera da queste parti. Pensavo che con i pingback ti fosse arrivata la notifica e a quel punto mi sembrava brutto venire a dirti “oh, vieni che ti ho citato” ?

        Ora ho voglia di rivedere la casa stregata di Pozzetto! Che di certo è meglio di quella di Elvira. Ahimè il seguito non si mantiene fresco come il suo primo film. Anche le Elvire invecchiano evidentemente, sebbene soltanto internamente!

      • Conte Gracula

        14 Ottobre 2019 alle 11:12

        Normalmente mi arriva la notifica, anche perché il primo pingback di ogni sito lo devo approvare.
        Probabilmente, mi sarà arrivato in un momento in cui ero mezzo addormentato XD

        Il secondo di Elvira non l’ho ancora visto, se è brutto… peccato, capita 😉

      • Evit

        14 Ottobre 2019 alle 11:16

        È… molto diverso dal primo da tutti i punti di vista. Sta al primo come Fracchia contro Dracula sta a Fantozzi. Ma Fracchia contro Dracula è venuto molto meglio

  • Charlie

    15 Settembre 2019 alle 14:25

    “Una donna può vestirsi in modo appariscente e avere anche atteggiamenti “sexy” e allo stesso tempo non essere di facili costumi.”
    AMEN!
    Frase che andrebbe stampata e appiccicata ad ogni muro di ogni ufficio, bottega, officina e autogrill d’Italia, accanto al crocifisso proprio (visto che in questo bel Paese laico sono tutti a battersi il petto in chiesa la domenica e a linciare donne, omosessuali e un generico “diverso” per strada gli altri giorni della settimana).
    Grazie per questa recensione, un piacere per gli occhi non solo dei femministi, ma delle persone decenti in generale.
    Anche io probabilmente lo vedrò in inglese però, non penso sopravviverei alla valanga di disgusto che quella italiana mi provocherebbe. Non mi bandire dal blog ti prego ahah ?

    Rispondi
    • Evit

      15 Settembre 2019 alle 22:58

      Grazie per il tuo commento (tanto che non ti vedevamo da queste parti, Charlie!) e per i complimenti. Tuo sacrosanto diritto vederlo in lingua originale, ci mancherebbe, sopratutto sapendo che sei mezza inglese ormai quindi non arrancherai. Però una seconda visione in italiano (con i paraocchi quando arrivano le battute stupide) la considererei se fossi in te, la doppiatrice italiana di Elvira fa morire dalle risate, per fortuna solo i punti elencati sono problematici, il resto dei personaggi e delle battute non è stato toccato ed è godibilissimo.
      Ignora il secondo film di Elvira però che sta al primo come Fracchia contro Dracula (1985) sta a Fantozzi (1975).

      Rispondi
      • Andrea87

        16 Settembre 2019 alle 18:25

        nooooooooooooooooooooooooooooooo! Fracchia contro Dracula è un cult!

        per me piccolo amante degli horror era la risposta italiana a “Frankenstein Jr.” e ancora oggi rido come uno scemo nella scena del TRITACARNONE (anzi rido al solo scriverlo ROTFL)

  • Rado il Figo

    16 Settembre 2019 alle 17:26

    Quando ho letto dell’adattamento da sissy a frocio mi è sorta una domanda: “Ma dove l’ho già sentito?”
    E poi mi è venuto in mente: in realtà è solo un’ipotesi, ma in un pezzo del blog “retronika” (che linko qui sotto) era la spiegazione più plausibile trovata dai commentatori per spiegare come in “Alterlinus”, Pisellino così apostrofasse Braccio di Ferro perché facesse a botte con Brutus. E anche lì si chiesero perché non fosse stato usato il più plausibile (specie in bocca a un poppante) “femminuccia”, e non dimenticando che si stava parlando di una rivista a fumetti schierata a sinistra.

    http://retronika.blogspot.com/2016/05/ma-chi-lo-traduceva-il-popeye-di.html#more

    Rispondi
    • Evit

      16 Settembre 2019 alle 22:05

      In Popeye lascia ancora più allibiti! Grazie per il link Rado, veramente un post interessante, se me lo dicevano a voce non ci avrei mica creduto e se l’avessi visto su Google avrei pensato ad un “fotomontaggio”

      Rispondi
  • Cassidy

    16 Settembre 2019 alle 17:57

    Hanno commentato il film parlando delle grazie di zia Cassandra quasi tutti, io mi sono imposto il divieto 😉 Scherzi a parte, ho rivisto il film per scriverne colpevolmente solo doppiato, per vedere se lo ricordavo uguale, mi farò il regalo del DVD, Elvira é un personaggio con grande tradizione presentato qui in uno strambo Paese a forma di canotta dai bacchettoni presi di mira nella pellicola. Basta dire che qualche tempo fa Elvira me la sono ritrovata come ospite in “Ru Paul drag race” (episodio di Halloween ovviamente) una roba che gli er canotta italioti non guardano. L’altra sera Alice Cooper ha concluso il suo concerto con il saluto: may Your dreams be… Horrorific. Direi in piena tradizione Elvira e famiglia Addams 😉 Cheers

    Rispondi
    • Evit

      16 Settembre 2019 alle 22:10

      Grazie Cassidy per essere passato, ho messo il link alla tua recensione e a quella di Gracula perché comunque riassumono correttamente il film, meglio di quanto abbia fatto io (non che sia l’obiettivo nel mio blog ovviamente). Non vi faccio una colpa per non sapere che in italiano c’era qualcosa di diverso dalla versione originale, del resto questa è la caratteristica fondante di questo mio blog, altrimenti che ci sto a fare qui 😉
      Ho googlato “Ru Paul drag race” e, ahah… come facevano a non invitare Elvira!

      Rispondi
      • Cassidy

        17 Settembre 2019 alle 09:05

        Grazie a te per l’analisi, ho aggiunto il link a questa pagina al fondo del mio post. Il programma si trova anche su Netflix, è una roba scemissima che guardo con la mia Wing-Woman pieno di battute (e battutacce) in puro stile Elvira, non poteva proprio mancare 😉 Cheers!

    • Conte Gracula

      14 Ottobre 2019 alle 10:03

      Ho accennato anche io al suo fisico, è l’elefante nella stanza (come dicono in certi film ma la cosa che mi ha sempre lasciato di stucco è il fatto che la Peterson sembri sempre di alcuni decenni più giovane di quanto sia in realtà.
      Poi la vedi senza quel trucco assurdo e sembra, non so, una scrittrice di libri per bambini ^^
      Aggiungerei che sembra ancora più giovane, senza quelle palate di make up.

      Rispondi
      • Evit

        14 Ottobre 2019 alle 12:00

        Diciamo che c’è chi parla del fisico e del film e c’è chi parla solo del fisico, le vostre recensioni (tua e di Cassidy) sono quelle che ho trovato più piacevoli ma soprattutto dicevano qualcosa in più oltre al sottolineare l’importanza delle curve nella narrativa elviriana ahah

  • SAM

    17 Settembre 2019 alle 23:14

    Da fan e maggiore conoscitore Mondiale di Evira, dico subito due cose : prima che arrivasse il film in vhs ( e poi in prima tv su Odeon ) , la nostra Elvira era già conosciuta dal pubblico italiano : era apparsa due volte nel telefilm dei Chips ( dove la censura dell’ epoca gli fece coprire la scollatura) e nel telefilm ” professione pericolo”.( in seguito comparirà come guest star in decine di sit-com e telefilm, tra cui Nash Bridges).
    E’ stata riscoperta quando il film è uscito in dvd: il successo è stato così grande che ha convinto qualcuno a doppiare “la casa stregata di Elvira” già all’ epoca vecchiotto .
    Riguardo lì’adattamento del film : a parte le battute sui i gay, tyrovo l’adattamento italiano meno bigotto e stupido di quello originale: che diavolo di senso ha la battuta sul Natale ?
    Meglio quella italiana .
    Più che malata di sesso, Elvira mi da l’idea di una donna libera ed emancipata , tutt’ altro che puttana ( come poi dimostra nel film rifiutando le avance di viscidi approfittatori )
    Trovo molto peggio l’ipocrisia americana del colpo alla botte e uno al cerchio, mostrando una pupattola con le forme in bella vista, con gli hot dog che gli cadono in mezzo alle tette ( fine, eh!) che però non dice parolacce, non mostra mai un seno, insomma, una che fa un pò la libertina ma sotto sotto è Suor Maria, non so se mi capite.
    Elvira è comparsa pure nel manga giapponese de ” La Clinica dell’ Amore ( col nome di Eru Baira , pronuncia fonetica nipponica di Elvira).
    Riguardo il primo film di Pee Wee, confermo che fu comprato e doppiato da Tele + : io ero all’ epoca abbonanto, e ricevevo la rivista del canale con tutte le novità del mese ( Tele+ importò e doppio un pò di cose, tra cui la prima stagione del cartone di Spawn , o il film “Un mitico viaggio” ).
    Penso di essere stato io a far circolare la notizia su internet .
    Però T+ era legato al gruppo di Berlusconi, quindi è difficile capire se i film in anteprima assoluta sul canale, erano dello stesso, o film che comprava il Berlusca e che concedeva in anteprima a Tele + ( infatti i film andranno poi tutti in prima tv su Italia 1 ).
    Uff, che fatica.

    Rispondi
    • Evit

      18 Settembre 2019 alle 22:08

      Lo so che era già apparsa in CHIPS, l’informazione l’avevo letta nei commenti ad un articolo (suppongo venisse proprio da te perché dubito che altri conoscano questa informazione) e inizialmente era inserito anche nel mio articolo ma poi l’ho rimosso nella versione finale perché concorderai con me che un conto è apparire in due episodi di una serie TV e un conto è “essere conosciuta”. Tra l’altro, visto le date di uscita italiana della stagione di CHIPS in cui compare Elvira, direi che pressappoco erano gli stessi anni dell’uscita del film o giù di lì.

      Che cosa posso dire al più grande conoscitore di Elvira NEL MONDO… parlo da semplice osservatore, nuovo al personaggio, ma che qualcosina di linguistica la sa, da bilingue posso dire che la vendetta è meglio del Natale in inglese è simpatica (per gli Americani non c’è niente di meglio del Natale), del resto ne hanno fatto anche una tazza e delle magliette, in italiano non ho trovato nessun gadget con quella banalità sull’orgasmo, né citazioni. Non so in quale lingua l’hai conosciuta Elvira, io ho visto il suo primo film e qualche episodio delle sue trasmissioni televisive (molto divertenti) e, come ho sottolineato nell’articolo stesso, Elvira non fa mistero del fatto che le piaccia il sesso, che le piacciano gli uomini e si diverte a fare battute con doppi sensi (anche la gag degli hot dog è molto simpatica), ma da qui a farle dire (per liberissima scelta di chi ha adattato in italiano) che si ritiene una “depravata puttana” ce ne vuole eh! Inoltre Elvira non chiamerebbe mai qualcuno “frocio” con disprezzo (in italiano lo fa almeno due volte facendola diventare una caratteristica del personaggio), non lei che si veste in drag, lei che è praticamente cresciuta in mezzo agli omosessuali (l’attrice). E l’ho capito proprio per il contrasto tra quello che diceva nei suoi dialoghi italiani e come invece si comporta nel film. Infatti dalle sua azioni si ha l’idea (giusta) di una donna libera ed emancipata, come sottolinei tu (e come ho anche detto nell’articolo), ma quello che dice è da ninfomane in ottica maschilista.
      Come fai a dire che la versione americana è più bigotta? Quella è la versione originale, scritta anche da Cassandra Petersen, mentre l’adattamento italiano inventa cose che semplicemente non ci sono, dando un umorismo che è tutto della persona che ha tradotto e alcune di quelle battute sono anche completamente fuori personaggio. Va bene inventare, arricchire… sempre stato un fan dei miglioramenti, ma non inserendo cose che il personaggio non direbbe mai. Piuttosto direi che tu il personaggio della donna emancipata l’hai capito a prescindere dal doppiaggio, come del resto ho fatto anche io. Se in America hanno rivalutato questo film in ottica moderna considerandolo un buon esempio di film femminista, impossibile che tale rivalutazione possa essere fatta in Italia, con quel doppiaggio.

      Spero che tu abbia conservato quelle riviste di Tele+, sarebbe bello ricostruire la storia delle uscite esclusive di quel canale.

      Rispondi
  • SAM

    18 Settembre 2019 alle 22:38

    Come ho detto, le battute su i gay sono opinabili, ma quando si auto-definisce “depravata puttana” , scherza con se stessa , almeno così la intendo io ( e l’immagine che da, di certo quella di una Santa ) , un pò come me che mi definisco il più grande conoscitore del Mondo di Elvira ( in realtà lo sono dell’ Universo, ma non voglio sembrare presuntuoso).
    Trovo la versione originale bigotta perché Cassandra vuole rendere il suo personaggio un pò Maddalena e un pò Maria : mostro un pò di pelle nuda, ma mai un capezzolo ; dico battute a doppio senso, ma mai una parolaccia fuori posto .
    Insomma vuole fare la ribelle emancipata ma poi sotto sotto rimane bigotta come gli abitanti della cittadina che la schifa .
    Ma Elvira si sa è un industria che muove fumetti, giocattoli , videogiochi , poster e chi più ne ha più be metta, e quindi deve rimanere per “famiglie”.
    L’apparizione nei Chips ricordo di averla vista in italia ben prima che arrivasse da noi il movie ( a me i Chips facevano pietà, ma da bimbo amante dell’ horror, non mi persi i due episodi di Halloween ), e quindi il personaggio, di fatto era più conosciuto di quando arrivò il film in vhs ( che venne visto all’ epoca solo dagli intendtori ) , prima di venire riscoperta nell’ era di internet .
    Purtroppo non ho conservato le riviste, ma se vi fidate, vi confermo “Bill e Ted Un mitco Viaggio”, , Pee Wee big adventure”, e le serie animate di “Spawn ” (prima e seconda stagione che avevano due doppiaggi diversi ) e “Spicy City” ( di cui credo essere l’unico ad averlo in Italiano , giusto per parlare di doppiaggi perduti ).
    SE avete sentito di altri film visti in anteprima assoluta su Tele + ditemi quali che vedo se mi ricordo .

    Rispondi
    • Evit

      24 Settembre 2019 alle 22:51

      Che scherzi con se stessa non c’è dubbio, è che quello scherzare con se stessa in italiano è oltre i limiti del personaggio stesso, almeno per l’Elvira dell’epoca. Anche nel suo programma televisivo i doppi sensi e gli ammiccamenti erano costanti ma mai così eccessivi e nel film in lingua originale ho ritrovato più o meno la stessa Elvira dei suoi programmi televisivi, non penso sia mai stata niente più che quello, in originale. Come sempre, io ho messo a confronto ciò che arriva agli americani e ciò che arriva a noi nella versione doppiata, come hai notato anche tu ci sono alcune differenze che magari negli anni ’80 non ci si faceva caso, ma sono invecchiate molto male. Magari ti sei affezionato alla prima versione nonostante tutto, perché del resto, Elvira comunque fa ridere e il personaggio è ugualmente comprensibile perché le sue azioni parlano chiaro.

      Per le riviste di Tele+, un vero peccato. Ci farei un intero sito solo di consultazione, ma un giorno le troverò! Mi fido a occhi chiusi per Bill & Ted mitico viaggio, Big Adventure e Spawn, ho sentito altre testimonianze di questi titoli in esclusiva tele+, erano davvero anni speciali per le TV a pagamento (che non ho mai avuto!).

      Rispondi
  • Sandman

    23 Settembre 2019 alle 18:24

    SAM non credo assolutamente che “battute sui gay” (dare del frocio in modo offensivo è una battuta soltanto per chi apprezza il linguaggio con cui l’adattamento italiano è stato scritto) siano opinabili quindi soggettive e non oggettive.
    Inoltre vorrei puntualizzare, come scrive Evit, che non esiste una versione italiana e una versione americana.
    La versione americana, che secondo te è bacchettona, è esattamente Elvira come è e come dovrebbe essere.
    Quindi mi domando come ti possa piacere una versione tarocca di Elvira ed essere, allo stesso tempo, il maggior conoscitore di Elvira nell’universo ?

    Rispondi
    • SAM

      29 Settembre 2019 alle 19:38

      Sapete, io odio il politicamente corretto, perché ha rovinato il Mondo, e l’arte.
      Non si può più dire o fare una cosa per paura che qualcuno si offenda .
      Andiamo sono solo film.
      Certo, il fatto cghe Elvira in italiano sfotta i gay quando lei con i gay è pappa e ciccia , è un discorso con cui potremmo discutere per anni.

      Curiosità :c”è un episodio di Magnum P.I. dove un cliente di Magnum incontra Higgins, e sentendo i nomi dei suoi amati doberman ( Zeus e Apollo ) esclama ” che nomi da finocchi ! ” e Higgins , indispettito, ribatte “non sono nomi da finocchi !”
      Mi domando com’era la battuta in originale.

      Rispondi
  • andreasperelli2k

    24 Settembre 2019 alle 12:34

    Ti confesso che non ho il minimo interesse in Elvira e non penso che vedrò mai il film, ma ho apprezzato molto questa analisi dell’impatto della nostra cultura sessista sull’adattamento italiano. Del resto siamo il paese in cui si insulta una donna con appellativi afferenti al suo scarso pudore o direttamente all’essere una prostituta, di un uomo si dice che è “stronzo” di una donna che è “troia”.

    Rispondi
    • Evit

      24 Settembre 2019 alle 23:58

      Onestamente non aveva mai interessato neanche me ma ne ho sempre sentito parlare bene, poi mi è capitata come suggerimento su YouTube (qualcuno ha caricato l’intero film, non so se c’è ancora), ho cominciato a vederla per curiosità e dai primi minuti mi ha subito conquistato.
      Mi fa piacere comunque che l’articolo sia stato interessante anche per chi non aveva il minimo interesse per il film. Una cosa simile l’avevamo trovata con Fritz il gatto, ma neanche quello arrivava tali livelli

      Rispondi
    • SAM

      29 Settembre 2019 alle 19:51

      Bisogna però contestualizzare anche il periodo in cui è stato fatto l’adattamento, dove il politicamente corretto ancora non esisteva ( specie in italia, dove si vedeva in tv di tutto, roba che il Mondo ci invidiava ) : non è che in USA, all’ epoca, i gay fossero trattati meglio nei film .
      inoltre, trovo sbagliato dire che l’adattamento di Elvira rispecchia un certo maschilismo italiano : intanto, perché , parolacce a parte , non aggiunge nulla di scabroso al personaggio di Elvira di quanto lo fosse in originale ( che già nel film, denuncia il maschilismo americano : siccome ella va vestita in abiti discinti, tutti la considerano una poco di buono e alcuni la trattano di conseguenza cercando di farsela : il manager texano, il venditore di case, i balordi teppisti).
      In secondo, noi facevamo e ben prima di Elvira, film commedia pro-gay di un certo livello ( La patata bollente, con Pozzentto e Raniieri).
      L’unica battuta contestabile è quella sui gay.

      Rispondi
  • coach

    8 Ottobre 2019 alle 14:22

    Io Elvira invece la conobbi grazie al videogioco per C=64, grazie alla cover di Zzap! con la bellissima signora Peterson a figura intera… tra lei, Lamù, Occhi di Gatto, che bell’infanzia!

    Rispondi
    • SAM

      8 Ottobre 2019 alle 21:28

      Bè c’era anche l’articolo sul gioco da Flipper pubblicato su C+VG dove Cassandra posava insieme all’ oggetto in una foto promozionale ( e si informava che con il Flipper, i gestori fornivano adesivi per coprire la scollatura di Elvira in modo da non turbare le anime candide, che notoriamente frequentano i bar ).
      Ve l’ho detto che sono un fan di Elvira della prima ora no ?

      Rispondi
  • SAM

    14 Novembre 2020 alle 20:48

    A proposito, ho detto che la versione dvd/BD è croppata, cioè ha l’ immagine tagliata sopra e sotto per dare un finto 16:9 ?
    La cosa è strana , visto che è un film uscì all’ epoca al cinema, ma evidentemente, era stato pensato per l’home video e poi passato nelle sale al’ ultimo .
    L’unico modo di vedere la versione integrale , è beccare la vhs originale o il passaggio tv su Odeon o Raitre ( quest’ ultima aveva il video rimasterizzato ma sempre in 4:3 )
    Ed è un peccato perchè il 16:9 taglia alcune particolari interessanti di Elvira in certe scene,come quando si spogl… ehm.. parlo a nome dell’ integrità dell’ opera, ovviamente .

    Rispondi
    • rinoceronteobeso

      14 Novembre 2020 alle 21:13

      La storia si presenta la prima volta come tragedia, la seconda come farsa.

      Negli anni ‘90 quando iniziammo a liberarci del pan&scan con il letterbox e i primi schermi wide non ci aspettavamo di rivivere lo stesso incubo, ma peggio.

      Rispondi
    • Evit

      15 Novembre 2020 alle 11:37

      A giudicare da IMDb il film è sempre stato in rapporto di aspetto 1,85:1, cioè 16:9 con piccole barre nere sopra e sotto, insomma il classico formato widescreen che vediamo anche nel Blu-Ray. In VHS, per non dover tagliare ai lati un’immagine widescreen, spesso usavano l’intero negativo (o quasi) che mostrava più immagine “sopra e sotto”. Quella che hai visto in VHS è una cosiddetta versione “open matte” o qualcosa che ci si avvicina molto, cioè una versione che non fa uso della corretta inquadratura cinematografica. Sono versioni interessanti perché ci vedi cose che non avresti dovuto vedere. Gioie e compromessi di un’era dove le televisioni erano tutte 4:3

      Rispondi
      • SAM

        15 Novembre 2020 alle 11:51

        In pratica stai dicendo che la versione tv ha dei pezzi in più sopra e sotto ma è tagliata ai lati, giusto ?
        Dovrei ricontrollare, perché già quando controllai il dvd/vhs, non mi pare di aver notato tagli laterali .

  • Apostolo

    4 Marzo 2023 alle 23:47

    Lo sospettavo e infatti secondo il sito della SIAE i dialoghi italiani di questo film sono Elettra Caporello, assistente di Tonino Accolla.

    Rispondi
    • Evit

      5 Marzo 2023 alle 00:50

      Definire Elettra Caporello “l’assistente di Tonino Accolla” è a dir poco offensivo ahahah. È una dialoghista fenomenale, ma qui ha toppato di grosso con l’eccessiva sessualizzazione di Elvira, al punto di farlo diventare un film sessista. Non so perché non avevo guardato sul sito della SIAE, avrei giurato che fosse opera di un uomo e invece…

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