• TITOLI ITALIOTI (9^ PUNTATA) – Fritto misto

    I fratelli Duke del film Una poltrona per due parlano del titolo italiano del film SOS Fantasmi
    Ecco un’altra “puntata” dedicata ai titoli italioti, nella forma di lista

    Trading Places ⇒ Una poltrona per due

    Come in molti altri casi il titolo originale ha un doppio significato, ovvero sta sia ad indicare lo scambio di ruoli (su cui si basa la trama del film) sia “luoghi d’affari”, con riferimento alla borsa di New York (altro punto chiave del film). In italiano si poteva giocare sulla parola “scambi” forse ma è si è puntato sull’uso di “poltrona” come sinonimo di un ruolo di potere, un uso molto familiare al popolo italiano. “Una poltrona per due” è un curioso sostituto ma funziona. Anche in francese si chiama così: Un fauteuil pour deux.

    Scream ⇒ Scream – Chi urla muore

    Dopo il successo e la fama della saga di “Scream” di Wes Craven, con quel titolo che già dopo il primo film era già diventato un marchio di fabbrica che si presenta da solo, è strano oggi riscoprire che quel primo capitolo era arrivato in Italia con un sottotitolo italiano “chi urla muore”. È vero, cerca in qualche modo di spiegare quell’anonimo “scream” (urlo, in italiano, o forse urla, imperativo del verbo urlare) ma “chi urla muore” è un po’ fuorviante, che cosa c’entra con la trama? Nel film si muore indifferentemente, che si urli o meno. Fosse stato “il terrore corre sul filo” avrei capito (lo so, lo so, quel titolo esiste già ma ci siamo capiti). Dal successivo capitolo, “Scream 2“, non sono stati più aggiunti sottotitoli inutili, a quel punto la sola parola “scream” rappresentava il film stesso. A proposito a quale capitolo sono arrivati? Al quarto? sesto? E chi è l’assassino adesso, un cugino di terzo grado del compagno di banco del killer del primo film?

    Altri titoli italiani degni di nota dalla filmografia di Wes Craven sono “A Nightmare on Elm Street” diventato “Nightmare – Dal profondo della notte” in italiano e poi rimasto semplicemente “Nightmare” per i successivi episodi della saga, e “The People Under The Stairs” intitolato in italiano “La casa nera” (perché “nera”? Boh), la cui locandina è concettualmente identica a quella del film Fright Night (“Ammazzavampiri” in italiano).

    Escape from New York ⇒ 1997: Fuga da New York
    Escape from L.A. ⇒ Fuga da Los Angeles

    Si sa, negli anni ’80 premettere un anno prossimo venturo nel titolo indicava immediatamente che si stesse parlando di un film di fantascienza, da quando Kubrick fece 2001: Odissea nello spazio ci rovinò tutti i futuri titoli di fantascienza! A proposito, quanti di voi 10 anni fa (nel 2001) sono andati su Giove all’inseguimento di un monolite nero e dopo un viaggio allucinogeno si sono ritrovati sul letto di morte per poi vedersi rinascere a grandezza pianeta? Nessuno, eh? Eh già, il futuro ahimè non è come ce lo aspettavamo.
    Tornando a noi, con Fuga da Los Angeles non hanno mantenuto la forma dell’anno prima del titolo, evidentemente nel ’97 (anno di uscita del film) era passato di moda premettere la data futura.
    I due titoli in DVD, messi l’uno accanto all’altro, stonano e non si trovano vicini se li mettiamo in ordine alfabetico… accidenti a voi distributori italiani, adesso la mia videoteca ordinata alfabeticamente è un casino!

    Serial Mom ⇒ La signora ammazzatutti

    Come posso non preferire il titolo italiano? “Mamma Seriale” non credo avrebbe avuto lo stesso impatto comico. Il film è comico e ci tengo a precisarlo, visto che in inglese all’inizio del film un messaggio d’avviso lo spaccia come ispirato ad una storia vera. Uno scherzo del regista che nuoce al film. Con un titolo come La signora ammazzatutti non ci sono proprio dubbi.

    Shawshank Redemption ⇒ Le ali della libertà

    Lo ammetto, un bellissimo titolo (seppur molto generico), ma la storia tratta da Stephen King già aveva il titolo di “(Rita Hayworth e) La redenzione di Shawshank” quindi perché non lasciarlo? I distributori evidentemente non ci avevano creduto abbastanza, eppure quel titolo generico potrebbe essere stato proprio la causa di una scarsa attenzione da parte del pubblico italiano. Da notare che i distributori ce l’hanno con i titoli di Stephen King: “Misery” non bastava, dovevano farlo diventare “Misery non deve morire” (quasi un titolo da western… Django non deve morire!), nonostante il romanzo si chiami “Misery” anche in italiano.

    Schindler’s List ⇒ Schindler’s List – La lista di Schindler

    Perché non semplicemente “La lista di Schindler”? Che senso ha tenere il titolo in inglese identico al “sottotitolo”? Qual è il vantaggio nel mantenere il titolo originale? Oppure qual è il vantaggio di tenerli entrambi, originale e tradotto? Ignavi scegliete una volta per tutte! Alla fine anche in Italia è diventato celebre per il suo titolo in inglese, con quel sottotitolo non lo ha mai chiamato nessuno e infatti è poi scomparso dalle edizioni in home video del film.

    She-Devil ⇒ Lei, il Diavolo

    Una traduzione maccheronica che troverebbe invece il corrispettivo italiano in “la diavolessa” o “la diavola” se la vogliamo mettere sul comico. (Grazie a Vuk, il “maccheronico” è suo così come la segnalazione del film)

    Psycho ⇒ Psyco

    Se non toglievano quell’acca cambiava proprio tutto! La gente non sarebbe mai andata  vedere un film con un’acca di troppo. E la ypsilon? Non dava fastidio? Quella no, ma l’acca sì. Scherzi a parte, il titolo italiano di Psycho vede la rimozione dell’acca anche se questo poi è stato dimenticato e in tempi moderni continua ad essere scritto Psycho anche in Italia. Lo troviamo infatti solo nelle locandine dell’epoca ed è stato ufficialmente mandato in pensione. Quindi Psycho con l’acca è attualmente il titolo originale, ma se lo scrivete senza acca non è un errore, anzi, può essere uno spunto di conversazione.

    Man’s Best Friend ⇒ Il migliore amico dell’uomo

    Già un titolo veramente poco horror in originale, è uno di quei casi dove forse era meglio optare per una modifica totale. Potevano farci la grazia di rinominarlo… che so, “Il cane che uccide”, qualsiasi cosa è meglio del “migliore amico dell’uomo”. Ma del resto, a film sciocchi titoli sciocchi. Questo è uno di quei film che riguardo sempre quando passa in TV, non vorrei mai perdermi la scena del cane che si ingoia un gatto per intero aprendo le fauci in stile serpente, la pipì acida stile sangue dell’alieno in Alien, e altri gadget bioingegneristici di questo cane modificato geneticamente. Chissà perchè mi affeziono sempre a film così scadenti! Sarà il fattore sentimentale per il fatto che me li sia visti in gioventù.
    Questo filmaccio mi ricorda un altro filmaccio sempre dalle estati “Notte Horror” di Italia 1, ovvero “Ghost in the Machine” tradotto in Italia con un titolo sempre in inglese di “Killer Machine“. Occhio che non è “Ghost in the Shell“!

    Groundhog Day ⇒ Ricomincio da capo

    Poteva chiamarsi tranquillamente “Il giorno della marmotta”, sarebbe stato un titolo divertente e memorabile rispetto al generico e poco memorabile Ricomincio da capo, che va a confondersi con una cornucopia di tanti altri titoli che iniziano con “Ricomincio” (Ricomincio da tre, Ricomincio da zero, Ricomincio da me, …). Il titolo italiano ha due chiavi di lettura, quella più letterale, che descrive la trama del personaggio di Bill Murray costretto a rivivere da capo lo stesso giorno, e quella meno letterale (forse un po’ “spoiler”?) legata alla risoluzione della trama: Bill Murray deve ripensare interamente a sé stesso e diventare una persona migliore se vuole uscire dal loop temporale. Anche a questo probabilmente si riferisce il “ricomincio da capo”. Ma se il titolo del film fosse cambiato ufficialmente in “Il giorno della marmotta” non penso che me ne lamenterei.

    The Princess Bride ⇒ La storia fantastica

    Viva l’immaginazione, è sempre bello sfruttare il successo di altri film (“La storia infinita) per vendere un nuovo prodotto senza rischiare troppo. Avevano paura che “La principessa sposa” avrebbe fatto pensare a un film romantico? Altri film che potevano chiamarsi “La storia fantastica” potrebbero essere: Labyrinth, Willow, Il Signore degli anelli, Il mago di Oz, etc… praticamente qualsiasi storia con ambientazione “fantasy”.
    A proposito di Labyrinth… lo sapevate che il titolo ufficiale in italiano è “Labyrinth – dove tutto è possibile“? Io lo scopro solo ora e allibisco. Da piccolo lo chiamavo semplicemente “Labyrinth” e non penso che il titolo intero abbia mai attecchito. Gli italiani sono sempre stati affascinati dalle parole in inglese di cui possono intuire il significato.
    Il libro da cui è tratto il film si chiama appunto “The Princess Bride” del 1973, pubblicato in Italia nel 1988 dalla casa editrice Sonzogno come “La storia fantastica” perché uscito in contemporanea con il film. Traduzione è di Massimiliana Brioschi. Viene ristampato della Bompiani nel 1990 e poi dalla casa editrice Marcos y Marcos nel 2007, e in questa occasione cambia il titolo italiano con è una traduzione diretta di quello originale: La principessa sposa. Il testo però dovrebbe essere lo stesso, la traduttrice rimane quella del 1988.

    Scrooged ⇒ S.O.S. Fantasmi

    Credo di aver già accennato a questo film in passato, ad ogni modo non ho spiegato il perché del titolo italiano.
    Mentre il titolo originale fa giustamente riferimento alla storia Canto di Natale di Dickens (con protagonista Ebenezer Scroge) di cui questo film è una rivistazione in chiave moderna e comica, i distributori italiani hanno giocato sporco pensato di sfruttare la presenza di Bill Murray, all’epoca molto celebre in Italia grazie a Ghostbusters, usando un titolo che ricordasse proprio “Gli acchiappafantasmi“, così in Italia viene distribuito come S.O.S. Fantasmi. Certo, c’è la scusante che i fantasmi del Natale passato presente e futuro vengano in  soccorso del protagonista per fargli cambiare stile di vita e trasformarlo in una persona migliore, ma non mi dite che non ha niente a che vedere con gli acchiappafantasmi, multimilionario successo al botteghino di pochi anni prima. Un film che ha per protagonista Bill Murray, presentato con la parola “fantasmi” nel titolo non può che garantire un afflusso di bambini al cinema (e relativi genitori paganti). Così ragiona la distribuzione.

  • Quegli epici doppiaggi anni ’70 – ’80! Samurai Itto Ogami


    Di recente mi sono appassionato ad una serie giapponese degli anni ’70 molto difficile da reperire chiamata “SAMURAI” (originariamente “Kozure ôkami)  che ha per protagonista un ronin, ovvero un samurai senza padrone, e suo figlio di tre anni. Molte altre informazioni possono essere reperite online.

    Veniamo al tema del mio blog. Se mi sento di parlare di questa serie è per elogiarne il doppiaggio.
    Non mi posso esprimere sulla qualità della traduzione perché non conosco il giapponese quindi non sono in condizione di comparare l’originale alla versione italiana ma quello su cui posso esprimermi è la qualità dei doppiatori. Per essere una serie piuttosto sconosciuta in Italia (inizialmente passava solo su canali regionali come Italia 7 in tarda serata) ha avuto il privilegio di essere doppiata dal fior fiore dei doppiatori nostrani di quel periodo. La voce del protagonista Itto Ogami è data da Pino Colizzi, pluripremiato e apprezzato professionista, ma anche personaggi secondari hanno ricevuto il dono di voci memorabili. Il doppiaggio era a cura della “CD COOPERATIVA DOPPIATORI” (come indicato alla fine di ogni episodio) e mi ha dato l’impressione che ospitasse a turno, in ciascun episodio, doppiatori talentuosi; questo tanto per avvalorare ancor di più la mia personalissima sensazione che negli anni ‘70 e ’80 non c’era un doppiatore che non fosse bravo, a differenza d’oggi, ma non vorrei cadere in discorsi in stile “il pane di una volta era più buono” (anche perché qui in toscana non abbiamo memoria di tempi in cui il pane era più buono dato che è sempre stato insipido).

    La voce narrante (a volte in apertura e chiusura degli episodi, altre volte assente) non è costante ed ha almeno due diversi doppiatori, in alcuni casi è affidata a Michele Gammino (già doppiatore di Harrison Ford) la scelta ideale per una voce narrante. Altri doppiatori identificati in episodi vari sono Ferruccio Amendola (personaggio secondario in almeno un episodio), in molti episodi compaiono le voci di Claudio Capone (voce di Luke in Guerre Stellari), Sandro Iovino (voce di Mr. Burns nei Simpson), Renato Mori (doppiatore di Morgan Freeman), Giorgio Lopez (doppiatore di Danny De Vito). Insomma voci ben note al pubblico italiano ed eccezionalmente bravi (ma questo è inutile ribadirlo). Purtroppo non sono riuscito a trovare una lista completa dei professionisti che hanno offerto le loro voci, ogni episodio finiva semplicemente con la scritta “CD COOPERATIVA DOPPIAGGI” senza ulteriori dettagli ma posso assicurarvi che sono tutte voci piuttosto familiari, se ne riconoscerò altre le annoterò qui.

    In Italia “SAMURAI” non è disponibile né in DVD né in VHS e sarò per sempre grato a quel grand’uomo che registrò gli episodi dai passaggi televisivi e solo grazie ad essi sono riuscito a godermi questa bellissima serie così ben doppiata. Molte sequenze sono visibili su youtube.

  • CHIAMAMI SERPENTE! (1997: Fuga da New York)

    Per molti questo è cosa nota ma vale la pena ricordarlo per tutti gli altri. Il glorioso film 1997: Fuga da New York (in originale, semplicemente “Escape from New York” senza accenno all’anno) ha per personaggio principale l’anti-eroe per eccellenza, Jena Plissken, interpretato da Kurt Russell in uno dei suoi ruoli più memorabili e riusciti. Un nome, quello di Jena, che in Italia, eccetto forse per gli adolescenti, si presentava da solo (grazie anche alla sua frase “chiamami Jena” ripetuta nel corso del film).
    Quello che già sanno in molti è che il nome originale non è Jena (mi raccomando con la i lunga, alla Pirandello) bensì Snake Plissken. Ancora una volta, come quasi sempre, non ci è dato sapere cosa abbia spinto i traduttori a scegliere questo nome, fatto sta che JENA è in italiano un corrispettivo tostissimo e in linea con il personaggio, un po’ carogna, di Kurt Russell. Viene automaticamente da domandarsi se avrebbero funzionato altrettanto bene nomi come Serpe Plissken o Cobra Plissken? “Chiamami Serpe”, “Chiamami Cobra”… mah chissà, tutto sta a farci l’orecchio, anche se “chiamami serpe” (o serpente) suona molto sciocco nella nostra lingua. Ma il vero problema è nel movimento delle labbra, che non consentono la libertà di una consonante labiale.
    Ad ogni modo, l’alterazione italiana porta ad un deficit da incomprensibilità delle citazioni di altri prodotti venuti dopo (non che questo coinvolga o infici la visione del film in sé). Difatti non possiamo arrivare ad intuire che il protagonista del videogioco Metal Gear Solid, chiamato Solid Snake, è stato volutamente battezzato così ispirandosi al personaggio di Snake Plissken. Senza però andare a scavare reconditi legami con i videogiochi, in italiano viene a mancare completamente il senso che dovrebbe avere il cobra tatuato sull’addome di Snake Plissken, visibile in alcune scene del film. Ma è una vera perdita?
    Durante il combattimento al Madison Square Garden sentiamo la folla composta da dozzine di persone che lo acclamano “Snake! Snake! Snake! Snake!” malamente coperto da due o tre doppiatori italiani che invocano “Jena! Jena! Jena! Jena!”. Purtroppo non tutte le tracce audio sono separabili dalle voci “ambientali”.
    Molti si scioccano nel venire a sapere che in inglese il nome è “Snake”, tirando accidenti e infamità ai traduttori (cosa che spesso faccio anche io in questo blog). Io credo che il tentativo (seppur molto azzardato, lo ammetto), di trovare un nome che dia anche un’indicazione sulla personalità del personaggio è stato premiato da un impatto culturale sul pubblico italiano pari solo a quello di DART FENER del 1977 e che non si sarebbe potuto avere mantenendo il nome originale. Devo ricordare che siamo nel 1981 e gli italiani nell’81 ancora non conoscevano l’inglese (prevalentemente) e anche conoscendo la parola “snake” non ne avrebbero assorbito il significato recondito. Oggigiorno, lo so, è difficile ricordare/immaginare com’era l’Italia a livello di conoscenza dell’inglese in quel periodo ma vi assicuro che non si poteva sparare un nome in inglese e aspettarsi che il pubblico ne cogliesse le finezze lessicali.
    Questo film dunque è apprezzabile in pieno anche in italiano. Certo vengono meno gli accenti newyorkesi del tassista e alcuni riferimenti geografico/culturali ma sono veramente dettagli da poco. Per me memorabili sono: la voce del personaggio “Romero”, i dialoghi volutamente in stile Sergio Leone, il personaggio di “Brain” chiamato “Mente” e la sua “squinzia”. Quand’è l’ultima volta che avete sentito la parola “squinzia” in un film? (in inglese “la squinzia di Mente” era “Brain’s squeeze”). Ve lo garantisco non lo sentirete mai più, l’italiano si sta impoverendo.
    Ho sentito che dovrebbero fare un remake di “Fuga da New York” e non mi sorprenderei se ne approfittassero per chiamare il protagonista “Snake” anche in italiano! Pensiero orrendo per chi con questi film ci è cresciuto ma che in tempi moderni sarebbe una scelta tutto sommato comprensibile affinchè gli italioti non si lamentino più di quel nome da simil-canide.