L’esplorazione del brutto continua sul nostro canale YouTube con nuovi episodi della serie di intrattenimento i videocommentatori, dove io e il mio amico Petar guardiamo film e li commentiamo. L’episodio di questo mese riguarda Capitan America. No, non Captain America, avete letto bene stavolta…
Basta fare click sull’immagine per vedere l’episodio
In questa nuova puntata esploriamo la trasposizione cinematografica di Capitan America del 1990, il film diretto da Albert Pyun per la Cannon Films di Menahem Golan e girato a risparmio in Jugoslavia all’insegna del motto nazionale: nema problema! (nessun problema). Curiosità e impressioni sul film che in pochi ricordano o hanno visto. Non mancano osservazioni sul doppiaggio quando sentiamo Teschio Rosso che ci delizia con perle tipo “the pen is on the table” ed un più misterioso “the pen of my hount(???)”. Decisamente un doppiaggio di cui forse dovrò parlare in futuro. Scopro adesso che esiste addirittura in Blu-Ray in una Collector’s Edition su Amazon con scene aggiunte e sono molto tentato di comprarlo! L’episodio precedente invece riguardava sempre la Marvel ma non quella della Cannon: Avengers: Age of Ultron.
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L’apprezzamento dei miei due articoli, uno sull’adattamento di Alien (1979) e un altro su Aliens – Scontro finale (1986), da parte dei fan della serie mi ha trascinato nella celebrazione congiunta con altri blogger per il trentennale (proprio oggi) dell’uscita italiana di Aliens di James Cameron. Prima di fare il tour di raccomandazioni, una breve nota.
Aliens, i fan e io – lo scontro finale
Il mondo si divide in due categorie, quelli che amano di più Alien di Ridley Scott e quelli che amano di più Aliens di James Cameron; io sto tra i primi ma mentirei se non vi dicessi di aver destinato centinaia di ore a ripetute visioni anche di Aliens. Per me Aliens però è il genere di film da amare in segreto, senza dichiararlo in pubblico, per paura di trovare altri fan… perché il fan di Aliens, diciamocelo, è di solito un po’ squilibrato, tipicamente possiede una cornucopia di statuine dei personaggi del film, orride mani stupratrici sugli scaffali, spesso anche in forma di peluche, DVD della saga contenuti in aberranti cofanetti raccogli-polvere a forma di alieno, magliette nere con ristampe di Giger con cui si presenta la domenica a pranzo dai nonni e non si fa mancare neanche il pupazzetto con la testa a molla sul cruscotto dell’automobile. I più hipster collezionano anche le action figures dei primi anni ’90, quelle della Kenner che dovevano uscire insieme al cartone animato poi cancellato ma che ci ha portato personaggi assurdi come Bishop che praticamente è un Terminator con il mitragliatore da Predator. I peggiori poi si vestono da alieno o da marines.
Infine ci sono quelli come me che segretamente sognano tutto ciò e snobbano i precedenti ma si fanno tutte le foto possibili e immaginabili quando vedono uno in costume oppure i gadget del film.
Tali individui, i più malati, sono gli stessi che poi acquistano costosi orologi vintage della Seiko e ancor più rare scarpe della Reebok di serie limitatissime… ma mi dicono che dovrei parlare di altri blogger e dei loro articoli a tema Aliens quindi iniziamo questo blog tour innanzitutto con una bella auto-celebrazione, ovvero con i miei scritti riguardanti questo film:
Il mio articolo sull’adattamento italiano di Aliens (1986), corredato dei tipici fumetti…
…e l’episodio della serie “critica alla critica”, datato ma sempre valido, con la più celebre fonte di recensioni vaticane (“Segnalazioni cinematografiche”) in cui l’autore descrisse Aliens di James Cameron come mortalmente noioso e ripetitivo.
Il blog tour celebrativo: 30 anni di Aliens
Si passa dunque ad altri blog con Italian Pulp Movie Posters – Locandine italiani d’annata dove il blogger Lucius Etruscus ci porta una storica rassegna di ritagli di giornale dell’epoca. Eccone un esempio dal titolo in puro stile cronaca locale: Non sarei io se non vi facessi notare la stupidità del titolo di questo pezzo, per come è scritto potrebbe far intendere che una donna, particolarmente avversa al film Aliens, si sia armata e abbia fatto il diavolo a quattro per protestare contro il film. Avrà sparato ad un’anteprima?
Sempre Lucius nel suoIl Zinefilo ci porta una reclame del film registrata nel 1992, oltre ai suoi ricordi personali.
Ci spostiamo dunque ad un altro blog che mi suggeriscono, il Cumbrugliume, dove, con l’articolo ri-escono dalle fottute pareti!, l’autore invita alla riscoperta di questo grande classico.
Non manca in questo tour un articolo del critico cinematografico più tronfio del web, il Gerliotti, su Il Gerliotti – Il cinema ripensabile [link qui].
E come ciliegina sulla torta vi consiglio l’approfondimento di Cassidy sul suo blog La Bara Volante, che ormai è patria delle migliori retrospettive sui film di tre decadi fa.
No, seriamente, rigenerazione di cosa? Quando sono uscito dal cinema il mio iniziale dubbio sul titolo era ancora lì. Rigenerazione di cosa? Apriamo il dizionario:
1 Azione e risultato del rigenerare o del rigenerarsi, spec. di tessuti animali o vegetali distrutti: la r. dei tessuti consente la cicatrizzazione delle ferite SIN. riproduzione
Mmh, non ricordo tessuti animali distrutti che venivano rigenerati.
2 Rinvigorimento: un buon farmaco ricostituente è quello che ci vuole per la tua r. || fig. Rinascita, rinnovamento spirituale e morale: r. dal peccato; r. civile e morale del popolo
Mmh, sicuramente gli alieni avranno avuto un rinnovamento morale e spirituale pensando di poter riprendere la Terra ma non mi sembrava proprio un elemento così importante da dedicargli il titolo del film.
3RELIG. Stato di grazia spirituale che si ottiene, per i cattolici mediante il battesimo, per i protestanti attraverso l’accettazione del vangelo
Che gli alieni tornino sulla Terra per essere battezzati? Hanno trovato il Vero Dio? Ma sono protestanti o cattolici?
4TECN. Trattamento di una sostanza logorata o alterata dall’uso al fine di riportarla alla sua primitiva efficienza: sottoporre un materiale al processo di r.
Mmh, no. Insomma il sottotitolo tradotto in italiano non ha senso. Vediamo cosa significa “resurgence“:
Rinascita, ripresa, ritorno, revival. Es. “Le cause di questo ritorno della malaria sono riconducibili all’uomo”
Insomma, è uno di quei casi dove persino un banalissimo “Independence Day – Il ritorno” avrebbe avuto più senso, perché è esattamente ciò che significa resurgence. Independence Day – Rigenerazione è un titolo incomprensibile prima di andare a vedere il film e resta incomprensibile anche dopo averlo visto. Paradossalmente, il titolo sarebbe stato più chiaro a molte più persone se fosse rimasto in inglese, non pensavo che avrei mai potuto arrivare ad un’affermazione simile. Anche la trama ufficiale del film è stata riportata ovunque con un ingenuo errore di traduzione:
Se il film in italiano inizia con queste premesse, l’adattamento da yes-man dei grandi distributori americani (stessa la firma su Captain America: Winter Soldier), non delude, regalandoci un prodotto perfettamente in linea con altri pasticci moderni.
L’adattamento… se di adattamento si può parlare
È chiaro ormai che chi lavora ai cosiddetti blockbuster (non la catena di negozi), in primis il direttore di doppiaggio e così il dialoghista, hanno spesso le mani legate da scelte che altri fanno per loro e che gli vengono imposte. Quindi non mi sorprende affatto la presenza dell’ennesimo termine immodificabile per questioni di marketing (o qualunque altro inutile motivo ne sia la scusa): la nave “harvester” deve rimanere così anche in italiano, punto. Senza contesto, senza spiegazioni. I ragazzini giocano ai videogiochi e sanno già che cosa significa (forse), non rompete le scatole voi vecchiardi che nel 1996, già da adulti, avete visto Independence Day, cazzi vostri che in vent’anni non vi siete aggiornati e non avete ancora capito che l’inglese può capitarvi tra capo e collo in qualsiasi momento mentre parlate in italiano con altri italiani (si percepisce la mia ironia? Bene). Dagli Stati Uniti diranno che non si può cambiare perché harvester è già un marchio registrato ed è un peccato sprecarlo adattandolo con altre parole che invece non di proprietà intellettuale della Fox, e poi i cartonati delle action figures sono già in stampa con quella parola… insomma va lasciata così anche in italiano.
Idem con la parola “blaster” eh, basta lamentarsene! E poi ha già un precedente famosissimo e innegabile con Star Wars VII – Il risveglio della forza, quindi ormai è una parola con pedigree, accettabilissima in qualsiasi contesto sebbene in Italia non la usi nessuno nel parlato quotidiano. Troglodita chi non la accetta. Torna a zappare, Evit, che hai osato parlar male dell’adattamento di “Star Wars 7”.
L’harvester con cui Evit torna alla terra
E pensare che avevo iniziato a guardare il film con pieno ottimismo verso l’adattamento italiano! Ci avete voluto lasciare i motori con il fusion drive? Benissimo! Tanto ci fanno vedere subito in cosa consiste (una specie di spintona come l’iniezione di protossido di azoto per le auto – vedi Fast & Furious, Mad Max) e il contesto aiuta. Il dialoghista, per testare le vostre conoscenze di inglese, insieme a fusion drive ci lascia anche l’hard drive, cioè due tipi diversi di drive, entrambi facilmente sostituibili con eleganza in lingua italiana ma perché sforzarsi, giusto? Il primo inteso come “spinta”, il secondo drive invece lo conoscete già, è l’abbreviazione di “hard disk drive” che oggi non va più di moda chiamarlo hard disk ma si è deciso di cambiare tipo di abbreviazione colloquiale e adesso è hard drive. Sì, l’interrogazione finale verterà anche su questi argomenti.
Come sempre, e non mi stancherò mai di dirlo né di sottolinearlo in articoli come questo, è il contesto che rende un termine inglese accettabile in un film e di dubbio gusto in un altro. Volete chiamare le armi aliene blaster anche in italiano? Bene, ho capito che oggi in italiano non si adatta più niente (a volte non si traduce nemmeno più) e in questo film tale scelta è comunque meno grave che in Star Wars 7 dove la tecnologia che sentiamo nominare aveva già un adattamento stranoto per il quale uno spettatore potrebbe anche esigere una cosetta da niente che forse avrete sentito nominare qualche volta, mi pare si chiami CONTINUITÀ. Nel precedente Independence Day non si parlava delle armi aliene (sono una novità di questo nuovo capitolo) quindi c’è stata carta bianca sull’adattamento di questo termine e, in linea con lo stile moderno, non si è adattato il termine. OK. Vedete che non sono così vetusto? Mi va bene, mi va bene.
Va bene, va tutto bene!
Passiamo alla prossima lamentela da vetusto pedante quale posso sembrare.
Le informazioni contenute nell’hard drive di un misterioso dispositivo alieno, si poteva tranquillamente dire che fossero contenute nella sua memoria ad esempio, che poi è la soluzione più elegante a prova di obsolescenza tecnologica ma anche in questo caso vaaaaaaa bene! Va tutto bene! Si è deciso di lasciare hard drive? Bravi! Mi va bene, mi va bene, mi va be-ne [tic nervoso agli occhi]! Ma il problema in quella frase è un altro. In inglese lo scienziato parla di “proverbial hard drive” che non è, come invece hanno avuto il coraggio di tradurlo, adattarlo e doppiarlo: “il suo famoso hard drive“. Quella è la traduzione a cui potrebbe giungere chi traduce con Google Translate. Chi conosce veramente l’inglese invece riconoscerebbe che “proverbial” è usato in maniera insolita per indicare una cosa che non è propriamente un hard disk come lo intendiamo noi ma che di fatto lo è, quindi era un hard disk “di fatto”, il suo “cosiddetto” hard disk, non certo un hard disk “famoso”! Ma che cazzo stiamo sentendo?
A concentrarsi solo sulle parole inglesi ci si dimentica che le frasi italiane dovrebbero avere anche un senso. Nessuno infatti durante tutto il film aveva sentito parlare dell’hard disk di quel marchingegno alieno, quindi l’hard disk non aveva nessuna reputazione e nessuna fama, viene letteralmente introdotto dal nulla come “il famoso hard drive”. Prego, gettate cacca in direzione dello schermo.
La mia reazione
Vogliamo ritornare a parlare della nave harvester? No? E invece sì.
Ricordate quando parlavo del contesto? Di come certe scelte possono essere ancora accettabili e altre meno, di come ad esempio blaster è ancora accettabile qui in Independence Day ma non altrettanto accettabile in Star Wars 7, ricordate? L’ho detto un attimo fa. Ebbene, “nave harvester” qui non ha alcun senso, porcaccia di quel dio alieno infame! (crederanno in divinità anche loro, no?)
Spieghiamolo brevemente questo contesto: un misterioso dispositivo tecnologico alieno (che ricorda la nave di 2001: Odissea nello Spazio e mille altri film di fantascienza dal 1968 fino a Oblivion passando per la Guida Galattica per Autostoppisti) ascoltava le conversazioni umane decifrandone il linguaggio in modo da poter finalmente comunicare con noi in maniera comprensibile, nel nostro caso doveva parlare agli americani, quindi in lingua inglese. Semplice, no? Logica vuole che in questo complesso mondo del doppiaggese si trasli tutto ciò alla lingua italiana. Semplice, no? No.
La scelta di fargli dire “nave harvester” è insensata nel contesto perché abbiamo un alieno che decifra la lingua inglese (per noi doppiato in italiano) e, una volta acquisita, si rivolge agli scienziati parlando loro in inglese, che viene giustamente doppiato per noi in italiano… ma con una commistione di italiano e parole anglosassoni? Ma che cazzo stiamo sentendo?
La mia reazione
Sulla carta, quello che mi immagino essere stato un diktat dei supervisori americani “harvester ship deve rimanere nave harvester”, è purtroppo quanto di più ordinario avvenga nel doppiaggio italiano di questi tempi, almeno per i grandi film hollywoodiani, ma in certe occasioni (come questa) va proprio a stridere con l’intero concetto di adattamento introducendo un vero e proprio cortocircuito di insensatezza. Non aiuta che lo stesso androide alieno insista su questo concetto parlando anche di regina harvesternella nave harvester. Bleah! Abbiate pietà di noi poveri spettatori italioti.
La regina dei raccolti
E dire che stava andando così bene, con il programma di difesa Earth Space Defense tradotto in italiano(Difesa Spazio-Terra o qualcosa del genere) e con un cast di doppiatori niente male (a parte il droide-palla alieno che sembrava l’annunciatrice sarcastica del videogioco Theme Hospital), in generale tutti capaci e se comunque avete lamentele sulla piattezza di alcune interpretazioni rifatevela con lo stile di interpretazione-fotocopia che per svariati motivi impera da una quindicina d’anni.
Nota curiosa: il ragazzo che interpreta il figlio di Will Smith sembra sia riuscito a riprodurre molto bene il modo di recitare di Will Smith, una piccola accortezza da parte dell’attore di cui ovviamente non avrete neanche il minimo sospetto guardandolo in italiano, ma ci sono qui io a togliervi dubbi e interrogativi che non sapevate neanche di avere.
La prima mezz’ora insomma procede senza problemi lessicali, poi si comincia con piccole cose come “la devastazione sull’East Coast sarà incalcolabile” e “iniziare il countdown simultaneo” che da sole non danno alcun fastidio sebbene siano di facile traduzione e lasciare questi termini in inglese non porta nessun significato addizionale (cioè, lo fate tanto per! E vabbè, se è di moda… contenti voi). Peccato però arrivare a fine film con qualche calco dall’inglese di troppo, un paio di enormi scelte insensate e quella idiozia dell’hard disk famoso, roba che non sentivamo più da decenni, da epoche passate in cui comunque l’errore umano non era facilmente risolvibile con una ricerca su internet perché internet non c’era, oggi invece si può e in tempi inferiori al minuto… sempre a patto di sapere cosa si stia cercando. È quello il guaio, la ricerchina su Internet aiuta fino ad un certo punto, oltre c’è bisogno di gente che l’inglese lo conosca per davvero. Lo stesso vale per altre lingue.
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