Credo che il titolo di questo articolo non abbia bisogno di molte spiegazioni. È facile accanirsi contro gli adattamenti e il doppiaggio italiano facendo d’ogni erba un fascio e ne ho letti di commenti sulla rete dove i miei connazionali si lamentano di alterazioni nei dialoghi originali. Molte di queste lamentele sono lecite e giustificatissime. Non mancano però anche i commenti fini a sé stessi di gente apparentemente più impegnata a stilare liste che a proporre critiche sensate.
Perciò ho deciso di presentarvi alcune scelte di adattamento che potrebbero far lamentare alcuni ma che ritengo siano state necessarie e che abbiano una ragion d’essere. Credo che potrei farne una nuova rubrica visto che di adattamenti italiani “necessari” ce ne sono a bizzeffe. Oggi mi limito a due casi:
SHINING: Here’s Johnny! Ma chi è Johnny?
Nella scena in cui Jack Nicholson (nei panni di Jack Torrance) prende ad accettate la porta dietro alla quale si nascondono moglie e figlio, viene pronunciata una frase molto celebre in America “here’s Johnny!” (traducibile come “ecco a voi Johnny!” e a breve scoprirete perché).
In italiano Nicholson dice invece “sono il lupo cattivo“. Ora, di primo acchito qualcuno potrebbe lamentarsi di questa scelta ma è davvero il caso di farlo? Perché Nicholson, che nel film si chiama Jack, si presenta come Johnny? Chi è questo Johnny?
“Here’s Johnny” deriva da un programma televisivo americano “The Tonight Show” presentato da un certo Johnny Carson che divenne celebre per il tormentone “here’s Johnny!” che lo introduceva. Questo show andò in onda per ben 30 anni (!) avendo un impatto culturale notevole sugli statunitensi, un po’ come il nostro “allegria!” di Mike Bongiorno. È ovvio che in nessun altro paese avrebbe senso tradurre “here’s Johnny” alla lettera (gran parte dei cittadini britannici ne ignorarono il significato per molti anni prima dell’avvento di internet) e tutto sommato il riferimento al “lupo cattivo” in italiano è un’ottima scelta di traduzione visto che nella stessa scena si fa riferimento alla fiaba dei tre porcellini e a Cappuccetto Rosso (anche se quest’ultima è presente solo italiano, in inglese si parla solo della fiaba dei porcellini).
Considerate anche che chi adattava i film di Kubrick in italiano non era certo l’ultimo venuto (un certo Aragno e un certo Maldesi di cui ho già parlato nel mio blog un paio di volte). Insomma, prima di lamentarsi di un adattamento è bene chiedersi se avrebbe avuto senso una traduzione alla lettera che nessuno in Italia avrebbe compreso.
GHOSTBUSTERS: J. Edgar Hoover o Hitler?
Nelle scene finali del film una divinità sumera Gozer offre agli acchiappafantasmi di scegliere la forma del mostro che li avrebbe distrutti (Dan Aykroyd sceglierà poi il Marshmallow Man). Prima di tale infausta scelta Bill Murray (nei panni di Peter Venkman) ne approfitta per una battuta satirica:
Gozer: Choose! Choose the form of the Destructor!
Peter: Whoa! I get it, I get it. Very cute! Whatever we think of – if we think of J. Edgar Hoover, J. Edgar Hoover will appear and destroy us, okay?
In italiano:
Gozer: Scegliete, scegliete la forma del distruggitore!
Peter: Oh! oh, ho capito ho capito, hoho molto carino. A qualunque cosa pensiamo, se pensiamo ad Adolfo Hitler, Hitler appare e ci distrugge chiaro?
J. Edgar Hoover è stato il fautore dell’FBI ed il suo primo direttore, forse lo risentirete nominare spesso perché ne hanno fatto un film con Di Caprio di recente. Abusò del suo potere per castigare dissidenti politici, attivisti per i diritti civili e presunti comunisti, accumulò informazioni diffamanti da usare contro avversari politici e ovviamente non volle mai dimettersi dalla sua poltrona (direttore dal ’24 al ’72!); diversi presidenti degli Stati Uniti considerarono l’estromissione di Hoover ma vi rinunciarono per paura di essere infangati (vi suona familiare questo genere di comportamento?). Pensate che ostacolò persino la carriera di molti agenti dell’FBI per gelosia, nonostante i loro incredibili meriti.
Nel 1984, anno dei Ghostbusters, Hoover se lo ricordavano ancora in molti, era stato protagonista di quasi cinquant’anni di storia americana. In Italia però il nome era pressoché sconosciuto, è per questo che, dovendo scegliere un’alternativa valida alla frase di Bill Murray su chi temere in caso di un suo ritorno, mi sembra lecita la scelta di Hitler… inoltre suona anche come una cosa che avrebbe realmente potuto dire un americano in tale situazione.
L’adattamento da Hoover a Hitler è più che giustificato, manca di satira politica (che noi non avremmo comunque compreso) ma ha un suo impatto immediato… che è alla fin fine l’obiettivo dell’adattamento. Perché i film non si traducono solo alla lettera, vanno anche adattati.
Scopri di più da Doppiaggi italioti
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
14 Commenti
lupo alberto
16 Gennaio 2012 alle 10:50Sì, sono adattamenti necessari.Anche il “cin cin cin” di Nicholson è necessario,perché la nostra onomatopea del bussare alla porta è “toc toc toc”. Se io sentissi in inglese “cin cin cin” difficilmente capirei che lui sta simulando il suono del bussare alla porta….. W il toc toc toc…secondo me rende meglio l’idea 😀
Leo
16 Gennaio 2012 alle 11:41Attenzione, Jack non “bussava alla porta”, anche perché in inglese “bussare” è *knock knock* (pronuncia noc noc). Come ha accennato Evit, la versione originale prendeva la fiaba dei 3 porcellini:
Jack: Little Pigs, little pigs, let me come in…. Not by the hair on your chiny chin chins?
praticamente nella fiaba i porcellini, alla richiesta del lupo di farlo entrare, rispondevano “not by the hair on our chiny chin chins” che vuol dire “neanche per il pelo sui nostri menti mentini mentucci!”
Quindi il “chiny chin chins” che hai sentito è quel ripetere la parola “mento”.
Nella versione italiana si è optato per cappuccetto rosso, e allora la battuta è diventata “non senti il mio toc toc toc??”.
Evit
16 Gennaio 2012 alle 11:45Devo ammettere che il misto tre porcellini-cappuccetto rosso confonde un po’ le idee. Il dialogo italiano si riferisce (come l’originale) alla fiaba dei porcellini eccetto per quel momento in cui cita cappuccetto rosso.
lupo alberto
16 Gennaio 2012 alle 12:54nooooooooo…..Kubrick mi perde 1000 punti.Mi piace definitivamente di più la versione italiana “toc toc toc”…sembra molto più pazzo e delirante,piuttosto che citare famose frasi di una fiaba……
Pingback:
9 Novembre 2012 alle 22:44Antonio L.
13 Luglio 2014 alle 08:42Mi è venuto in mente che alla fine di “Men in Black” viene citato Michael Jackson come extraterreste solo nella battuta italiana sostituendo un altro personaggio che non ricordo per nulla noto in Italia. È stata secondo me una variazione fortunata perché nel secondo film c’è proprio un cameo di Michael Jackson (“Agente M” se non ricordo male) e quindi la battuta del primo risulta perfettamente azzeccata.
Evit
13 Luglio 2014 alle 09:19Hai ragione, ho controllato il copione su internet, dovrebbe dire Dennis Rodman! Purtroppo MIB l’ho visto quasi sempre in italiano, insomma una delle mie battute preferite è un’invenzione degli adattatori che poi torna utile nel secondo film!
…però
“At the end of the film, Agent J reveals to Agent L that Dennis Rodman is an alien. This was changed to Michael Jackson in the German dubbing of the film due to Dennis Rodman not being widely known in Germany. Oddly enough, Michael Jackson makes a cameo in the sequel “Men in Black II”.
Antonio L.
13 Luglio 2014 alle 10:03Che sia stata l’opera di un ante supervisor(e) 🙂
Evit
13 Luglio 2014 alle 10:07Si, credo che siano versioni localizzate. Leggo che nel Regno Unito avevano cambiato alcune offese per l’uscita cinematografica quindi sicuramente dagli Stati Uniti ne hanno fatto versioni localizzate per l’Europa dove Dennis Rodman non lo conosce nessuno. Difatti sono quasi sicuro che anche la versione “UK” dica Michael Jackson, chiederò conferma alla mia partner.
Evit
13 Luglio 2014 alle 10:13Conferma da parte della mia partner, nel Regno Unito nella versione che passa in tv dicono Michael Jackson
Antonio C
26 Dicembre 2015 alle 10:07A proposito di adattamenti necessari, il 24 dicembre ho rivisto per la centesima volta il capolavoro (per me) di una poltrona per due e, grazie a questo sito web, l’ho fatto con occhi diversi. Spesso e volentieri mi sono fermato a rivedere lo stesso spezzone in inglese e ho notato con piacere che in italiano risultava più comico dell’originale. E poi, grazie a questo articolo in particolare, sono riuscito a notare una battuta che non è stata adattata. Mi riferisco ad un punto del film (1:06:50) dove la giovanissima Jamie Lee Curtis apre la porta ad un signore in impermeabile, e lui dice: “Sono le dieci e il tuo Johnny è qui!”, l’ho subito riascoltato in inglese e credo che si tratti dello stesso “Johnny” del tuo post. Che dici, ci ho visto giusto?
Evit
26 Dicembre 2015 alle 10:10Era invero il famoso “here’s Johnny” del programma televisivo americano. Bravo
Pingback:
15 Settembre 2017 alle 12:38Pingback:
1 Aprile 2019 alle 20:59