• Doppiaggi perduti – Heavy Metal 2000 (2000)

    FAKK2 dal film Heavy Metal 2000

    Sì, si legge proprio “FUCK”!

     

    Anton Giulio Castagna: Ma lo sai che più di 20 anni fa ho diretto Heavy Metal F.A.K.K. 2 che non ho mai visto da nessuna parte?
    Evit: il videogioco per PC?
    A.G.C.: non il videogioco, il film.
    Evit: che film?

    Così inizia una delle mie conversazioni con il direttore di doppiaggio e dialoghista Anton Giulio Castagna, uomo dai mille talenti nonché lettore affezionato del mio blog. Ciò di cui parla Anton Giulio è in realtà un film che in molti paesi è uscito con il titolo molto poco lungimirante di Heavy Metal 2000 (perché è uscito al cinema nell’anno 2000), seguito del famoso film di animazione Heavy Metal del 1981.

    Scopriamo così che il film Heavy Metal 2000 è stato doppiato in italiano ma di questo doppiaggio si sono perse completamente le tracce dal momento stesso in cui ha lasciato la sala di registrazione.

    Heavy Metal 2000 locandina del film

    Due paroline sul film

    Heavy Metal 2000 è il sequel di uno dei miei film di animazione preferiti, Heavy Metal del 1981, prodotto da Ivan Reitman (sì, il regista di Ghostbusters) con lo scopo di portare l’omonima rivista di fantascienza a fumetti sul grande schermo in un’antologia formata da storie separate, ciascuna con il suo stile visivo e, proprio come nella rivista, tutte accomunate da nudità e violenza, yeah! Il film del 1981 arrivò in Italia l’anno successivo e rimase in sala per due sole settimane per poi scomparire insieme al suo doppiaggio cinematografico (altro doppiaggio “perduto” dunque). Il film del 1981 ritornerà in home video in tutti i formati dalla VHS al Blu-Ray ma con un nuovo doppiaggio. Fortuna vuole che io sia in possesso di una rara copia in pellicola, una di quelle che circolò per sole due settimane in poche sale italiane nel 1982… ma questa storia è per un altra volta.

    Nel 1996 il primo film era tornato brevemente al cinema negli Stati Uniti e finalmente in home video in tutti i paesi, così aiutandolo a diventare di culto anche per coloro che non lo avevano visto nel 1981. Quindi verso la fine degli anni ’90 ci dev’essere stato un ritorno di interesse che, suppongo, abbia portato alla (brutta?) idea di produrne un sequel a quasi 20 anni di distanza. Il guaio è che nel frattempo era arrivata l’animazione al computer e, ancora peggio, cominciava ad essere molto comune la CGI, e si parla di CGI dell’anno 2000 che aveva costi ancora alti per risultati così così. Le tette animate non sono mai state così blande.

     

    I budget di entrambi i film sono equiparabili ($9 milioni del 1981, equivalenti a $28 milioni di oggi, contro $15 milioni del 2000 equivalenti a $22 milioni di oggi) ma il film del 2000 ha la qualità visiva di un cartone animato del sabato mattina (e vi assicuro che Dov’è finita Carmen Sandiego? degli anni ’90 era infinitamente meglio) con terribili aggiunte in CGI ed esplosioni che sembrano prese dai videogiochi dell’epoca, ed è un vero peccato perché la storia di questo film, pur non essendo a episodi separati come nel film originale, era meritevole di un trattamento visivo migliore (e magari di musiche migliori). È un film insomma nato per scontentare qualsiasi aspettativa: i fan del film originale avrebbero ritrovato un “format” completamente diverso (una singola trama di 80 minuti invece di tanti episodi diversi) per una storia completamente slegata dal precedente film, con grafica povera anche per lo spettatore del 2000 e musiche (a mio parere terribili) inserite in modo poco organico durante il film.

    Personaggio in CGI di Odin doppiato da Billy Idol, nel film Heavy Metal 2000

    Brividi in CGI, momenti brevi ma… affossanti

    Immagino che alla Columbia Tristar si vergognassero di mostrare una cosa simile in sala e così lo portarono direttamente in home video (VHS e DVD) praticamente ovunque, tranne che in Italia dove il film non arrivò affatto. O meglio, arrivò in sala di doppiaggio, fu adattato e doppiato in italiano ma poi non arrivò mai ad essere distribuito ed è per questo che nessuno ne ha mai parlato prima d’ora. Eppure avrei preferito di gran lunga questo a Blues Brothers 2000 (ma quanto affascinava l’etichetta “2000” a noi vecchiardi del secolo scorso!).

    Ciò che sappiamo del doppiaggio italiano

    Tutto ciò che sappiamo ci viene da Anton Giulio Castagna, direttore del doppiaggio di questo Heavy Metal 2000 e, tra l’altro, già fan della rivista Heavy Metal. Lui lo ricorda come “Heavy Metal: F.A.K.K.²”, che del resto era il “working title” del film e lo ritroviamo con questo titolo anche sul fumetto che parla di “adattamento ufficiale a fumetti del film” di cui Anton Giulio mi invia delle foto.


    Il cast di doppiatori italiani di Heavy Metal 2000

    • Alessandra Cassioli su Julie (Julie Strain nel doppiaggio originale)
    • Massimo Lodolo su Tyler (Michael Ironside nel doppiaggio originale)

    Curiosamente Lodolo compare già su Wikipedia come doppiatore in questo film quindi suppongo che egli stesso abbia raccontato in passato di aver dato la voce all’antagonista del film. Altri dettagli non sono mai emersi fino ad ora. È sempre Anton Giulio che ci rivela che il film fu doppiato alla CD Cinedoppiaggi e racconta di qualche dietro le quinte:

    Comprai tre copie del fumetto e ne regalai una a Lodolo e uno alla Cassioli prima di iniziare il doppiaggio perché sapessero la storia. Questo doppiaggio era una delle mie prime direzioni, lo distribuii e diressi io [La “distribuzione”, in gergo, è la scelta dei doppiatori da assegnare ai personaggi], i dialoghi non erano miei ma non ricordo chi li scrisse. Ricordo di aver chiamato Vittorio Stagni e anche Fabrizio Vidale per fare un mostriciattolo. È possibile che fosse presente anche Loris Loddi, con cui lavoravo spesso, ma questa è solo una congettura.

    Avendo visto il film in lingua originale e conoscendo le voci dei doppiatori coinvolti, posso facilmente immaginare che la scelta degli interpreti italiani per quei personaggi sia stata particolarmente azzeccata. Peccato non poterlo mai più sentire.

    Personaggio di Odin in Heavy Metal 2000

    Chissà chi ha doppiato il personaggio di Odin al posto di Billy Idol

    Ciò che supponiamo del doppiaggio di Heavy Metal 2000

    Il film non è uscito al cinema e possiamo supporre che fosse destinato da subito al mercato home video come è stato per molti altri paesi, fu quindi doppiato e poi abbandonato per qualche motivo. Può essere stata la Columbia/Sony ad esigere un doppiaggio per il mercato italiano e in quel caso potrebbero averlo ancora loro? Ancora una volta è Anton Giulio stesso a fare le supposizioni del caso:

    “La distribuzione italiana poteva anche essere non definita, a volte al doppiaggio arrivano dei pacchetti di film gestiti dai cosiddetti broker, li doppiano e poi li vendono a terzi. Sarà finito in mezzo a qualche pacchetto di film gestito da qualche società e poi sarà venuto fuori qualche impiccio di diritti.”

    Dove si trova adesso il doppiaggio italiano di Heavy Metal 2000?

    La società CD Cinedoppiaggi non possiede più una copia del doppiaggio, queste solitamente non vengono conservate per più di 5 anni dalla consegna del prodotto. Rimane sconosciuto il “mandante” di questo doppiaggio (uno di questi “broker”? Un’azienda? La Sony stessa?) così come rimangono sconosciuti i motivi del mancato arrivo sul mercato italiano, solo supposizioni. La mia ricerca si è arenata qui, magari un giorno qualcuno spunterà fuori con qualcosa di più ma senza Castagna o Lodolo non avremmo neanche saputo della sua esistenza, per il momento lo aggiungiamo agli altri casi irrisolti di doppiaggi perduti.

     

    Se ci tenete proprio, ci sono i sottotitoli non ufficiali

    Se riuscite ad ignorare la bruttezza estetica di un film animato al computer nel 2000, il fastidio alle orecchie dato da canzoni inserite a caso e lo prendete come film a sé stante legato all’etichetta Heavy Metal (il fumetto), potreste scoprire un film dalla trama godibilissima, soprattutto se del primo film avevate già apprezzato il segmento di Taarna. In giro sulla rete potreste trovarne una versione “fansubbed”, ovvero sottotitolata dai fan… se di “fan” si può parlare (non penso che questo film ne abbia) ma per il momento è l’unica cosa che abbiamo.

    Sul sito Opensubtitles potete trovare i sottotitoli in italiano. Il DVD con la lingua inglese invece è facilmente reperibile su Amazon. Il film non è mai stato pubblicato in Blu-Ray ma non so se volete vedere quei disegni in alta definizione onestamente.

    Vi lascio con il trailer (in inglese) che ha musiche migliori del film stesso.

  • Da Fulci a Tornatore passando per “Er canotta”. Intervista a Cinzia Andrei, assistente al doppiaggio

    Quella dei doppiaggi di film italiani è un’area della storia del doppiaggio che riceve poca attenzione nonostante ci abbiano sempre lavorato gli stessi doppiatori e le stesse società di doppiaggio impiegate per i prodotti americani, proprio per questo mi ha fatto molto piacere scoprire che tra le lettrici di questo blog abbiamo Cinzia Andrei, classe 1954, assistente di doppiaggio per i film di Lucio Fulci e Enzo G. Castellari negli anni ’80.

    Blu-Ray di Lo squartatore di New York, nuova edizione rimasterizzata in 4k dalla Blue Underground

    Tutto infatti è cominciato dal mio acquisto del Blu-Ray americano di Lo squartatore di New York di Fulci, una nuova edizione limitata rimasterizzata in 4k a partire dai negativi, che include la traccia audio italiana, una valanga di interviste esclusive e persino il CD della colonna sonora! Trattamento niente male per essere un film dove un killer squarta le sue vittime parlando con la voce di Paperino… o, per essere precisi, con “la voce di un paperino”, così da evitare ovvi problemi legali. (E la Disney… muta!)

    Cinzia è stata assistente al doppiaggio in quel film e sulla pagina Facebook di Doppiaggi italioti ha commentato il mio acquisto ricordando una difficile scelta per la voce di Paperino e di un certo “er canotta” di cui parlava Fulci.

    Un’intervista a questo punto era d’obbligo.

    Cinzia Andrei assistente al doppiaggio, una foto recente

    Cinzia Andrei

    La figura dell’assistente al doppiaggio

    Evit: L’assistente al doppiaggio è una figura professionale poco documentata e poco conosciuta. Ci parli un po’ di te, della tua carriera nel mondo del doppiaggio, e in cosa consiste il lavoro di assistente?

    Cinzia: L’assistente è la figura che in fase preliminare prepara i piani di lavoro. O meglio, preparava! Perché: a) per risparmiare sui costi adesso se ne occupano gli impiegati; b) ormai si fanno le colonne separate, quindi non c’è più quel lavoro di incastro complicatissimo che aveva come obiettivo il pagare agli attori meno turni possibili, facendoli venire il meno possibile. In più le tecnologie sono cambiate, per cui, se negli anni ’80 fare una terza colonna aveva un costo x (quindi si preferiva far tornare l’attore a recitare coi due colleghi, a parità di spesa), ora questo è superato. Come è superata l’esigenza di far lavorare gli attori insieme per farli recitare meglio.

    In sala l’assistente è la persona che guarda le labbra dell’attore sullo schermo — mentre il doppiatore recita — e controlla che il sinc sia accettabile, tenendo conto della possibilità in sede di sincronizzazione di ritardare il sonoro, di creare pause dove il doppiatore non le ha fatte eccetera. Dico “guarda le labbra”, ma anche le mani, il corpo, gli occhi. Che so, se l’attore fa un movimento di stizza, o a un certo punto della frase si accascia è il caso che anche nell’intonazione se ne tenga conto.

    Detto fra noi, di sinc ne sanno talmente tutti (direttore e fonico) e gli ausili tecnici di correzione sono talmente tanti che il mio lavoro mi sembra sempre più inutile, tanto che spesso mi risultano sedere in sala, in questo ruolo, assistenti assolutamente improvvisate, messe là a parare eventuali proteste sindacali, ovviamente con compensi super ridotti. In più, via via, la generazione dei sincronizzatori su pellicola è stata sostituita da draghi del computer che però sul sinc sono molto meno esigenti, così come il pubblico, direi. Questo è stato il mio lavoro dal 1980 ad adesso. Ho fatto anche adattamenti ma mi sa che ero negata.

    Evit: Perché lo pensi? Ricordi i titoli che hai adattato?

    Cinzia: gli adattamenti erano dimenticabili, credimi. In compenso sono abbastanza sveglia in sala, per sostituire a volo brutti sinc. Mi consolo così.

    Evit: come hai iniziato questo mestiere?

    Cinzia: Negli anni ’80 c’era stato aumento del lavoro causa telenovelas, quindi chiamarono gente nuova.

    Fulci e il mito di “Er canotta”

    Locandina di Lo squartatore di New York di Lucio Fulci

    Evit: Su Lo squartatore di New York di Lucio Fulci, mi accennavi ai provini per la voce di Paperino, cosa ricordi della lavorazione di questo film e di Fulci stesso?

    Cinzia: Fulci era buffissimo. Bruttarello, trascurato… al mio amico Elio Petri era molto simpatico, quindi mi divertiva questa distanza siderale fra i registi che consideravo o che frequentavo e lui. Fulci diceva che lavorava pe’ “er canotta”, diceva dei suoi film che dovevano piace’ ar canotta, che era il suo spettatore ideale, figura mitica di spettatore senza grilli per il capo. Quelli della produzione avevano un’aria casalinga a parer suo, ogni tanto uno si portava appresso la moglie, una massaia con l’aria preoccupata per i suoi soldi, mi sa… il direttore di doppiaggio, che mi era parente, Pino Colizzi era alla ricerca di un dispositivo che alterava la voce, per renderla “paperineggiante”, ma non uscì fuori. Mi ricordo solo un provino a Vittorio Stagni ma vedo che il personaggio (che era Andrea Occhipinti) alla fine fu doppiato da Chevalier.

    Mi ricordo anche che si lavorava con copie così rovinate che in Manhattan Baby capii solo alla visione di controllo che l’attrice procace urlava perché la maledizione del faraone la stava tramutando in sabbia del deserto, e perché me lo spiegò il produttore, era tutto indistinguibile, grigio e grigio.

    Evit: Hai nominato Pino Colizzi, in che rapporto di parentela sei con lui?

    Cinzia: Colizzi è marito di mia sorella, ed era direttore di Fulci e Castellari. Società C.D.C.

    Evit: Ricordi altro della lavorazione sui film di Fulci?

    Cinzia: Tieni conto del mite rimbambimento dell’età per cui ricordo poco, ma se può interessare, per il doppiaggio dello Squartatore servirono 21 turni, per Manhattan Baby 22 e per I guerrieri del Bronx di Castellari 20. Castellari mi ricordo che era simpatico.

    Evit: Pino Colizzi invece, come sta? Quando i doppiatori spariscono dalle scene mi preoccupo sempre un po’.

    Cinzia: Pino sta bene, ha deciso di smettere di lavorare. Si occupa di traduzioni. Ha registrato una edizione dei sonetti di Shakespeare tradotti da lui, ora mi ha detto che è impegnato in John Donne.

    Carlo Verdone in canottiera nel personaggio dell'emigrato dal film Bianco rosso e Verdone

    Carlo Verdone in una sua inconsapevole interpretazione dello spettatore dei film di Fulci: “er canotta”.

    Versioni diverse di Malèna di Tornatore (che non sapevamo esistessero)

    Evit: A quali altri film ricordi di aver lavorato e con quali direttori di doppiaggio?

    Cinzia: non ricordo niente di particolarmente memorabile nel resto degli anni. Una bellissima esperienza fu con Tornatore su Malèna, dove il brusio —attori di varie età e anche qualsiasi siciliano riuscissi ad acchiappare, anche un bancarellaro di piazza Vittorio— durò un’estate. So che ne hanno un un bel ricordo anche loro, fu un’esperienza strana, chiusi alla Recording mentre la città era in ferie. Lui era davvero molto sapiente e apprezzava la collaborazione di tutti; un gran lavoratore. Pensa che abbiamo fatto un turno di doppiaggio anche a dicembre, quando il film era già uscito, per cambiare una cosa che non lo convinceva.

    Evit: Come è possibile cambiare un doppiaggio quando il film è già al cinema? Avrebbero rimandato il film in stampa e quindi sono esistite due versioni diverse del film in contemporanea, oppure il cambiamento nell’audio era destinato solo al successivo arrivo in home video? Ricordi cosa non convinceva Tornatore?

    Cinzia: ti devo dire che non mi ricordo se la cosa era per l’edizione italiana o americana, poi il film non l’ho più rivisto ma trattavasi della scena finale, dove la voce del protagonista ormai vecchio tira le conclusioni. Era stata incisa la voce del bambino (l’adolescente che rievoca la storia), ma qualcuno aveva obiettato quindi era stata fatta con la voce di un uomo anziano (Sergio Fiorentini). Altre obiezioni. Poi con una voce giovane (Cordova). Altri dubbi. Poi -secondo la mia memoria a film già uscito- a dicembre è venuto Giannini, non così anziano e non più giovanotto. Mi è capitato di rivedere Malèna proprio di recente, ho resistito fino alla fine constatando che l’edizione TV ha la voce del ragazzino, nella scena finale. Chissà cosa ne è stato della versione Giannini che era bellissima, peraltro.

    Evit: Questi sono dietro-le-quinte inauditi e purtroppo non mi sorprende più niente. Lo aggiungiamo ai doppiaggi di Giannini andati perduti, insieme a quello di Fritz il gatto del 1971.

    Titoli di coda di Malèna di Tornatore in cui compare Cinzia Andrei come assistente di doppiaggio

    Titoli di coda di Malèna (2000) di Giuseppe Tornatore

    Attori italiani contro il doppiaggio e il mito dell’audio in presa diretta degli americani

    Cinzia: Considera che su Malèna ero arrivata in un secondo tempo, non ero a mio agio e avevo una specie di rifiuto psicologico per cui Tornatore non lo riconoscevo MAI! Cioè, finiva il turno, salutavo gli attori e rimanevo due minuti a mettere in ordine i copioni; Tornatore si affacciava dicendo “ciao, a domani” e io pensavo “maquestochiè?”.
    Poi ho lavorato molto da sola, con le produzioni di fiction italiane dalle quali sono uscita con la convinzione che molti registi sono rape e chi ci va di mezzo sono gli attori, ai quali però ben gli sta, perché arrivano in sala alle integrazioni dicendo “odio il doppiaggio”. Che è un discorso ultralegittimo, però se non imparano a doppiarsi, quando lavorano nelle co-produzioni ti metti le mani sulle orecchie appena aprono bocca!

    Evit: forse non sanno che in America, dove in teoria non sanno cos’è il doppiaggio, loro doppiano tantissimo. Lo chiamano ADR (additional dialogue replacement), quando gli attori vengono richiamati in studio per ri-registrare le proprie battute. Suppongo sia quello che tu chiami “integrazioni”. Nelle grosse produzioni Hollywoodiane l’ADR può arrivare a coprire anche gran parte dei dialoghi del film e se può consolare gli attori italiani, anche gli attori americani detestano dover tornare in sala e re-inscenare le emozioni del set (e non tutti ci riescono sempre bene).

    Cinzia: sì, so anche in america integrano parecchio. Mi ricordo lo sentii dire mille anni fa da Barbareschi, che quello della presa diretta dei film USA era un mito. Ma in quelle capoccette non entra.

    Evit: una curiosità che ho da sempre: nei film italiani, quanto dei dialoghi nasceva in sala doppiaggio e quanto ci si atteneva al copione? Spesso capita di notare (soprattutto nelle commedie anni ’70-’80) che sono state cambiate delle battute, in fase di doppiaggio evidentemente avranno notato che altre frasi funzionano meglio. Era più un’abitudine o era più eccezione alla regola quella di cambiare i dialoghi? Ed era decisione del direttore di doppiaggio o del regista? Quanto i registi italiani erano coinvolti nella fase di doppiaggio?

    Cinzia: di quel pochissimo che ho fatto mi pare di ricordare una certa obbedienza al copione. Tornatore per i brusii ha dato via libera alla creatività dei partecipanti, con molta grazia. In quell’occasione non erano tutti attori; per l’occasione avevo rimorchiato anche un anziano pescivendolo, che ha detto le stesse battute che usava al suo banco in strada. Poi avevo fatto venire la signora che lavorava ad ore da una mia amica e che aveva molto fresco in testa il linguaggio vero dei paesi, dei mercati. Per le fiction dipende, ci sono registi che non si occupano del doppiaggio, vuoi perché sono legati e imbavagliati in moviola al montaggio dell’ottantesima puntata, vuoi perché a loro il doppiaggio non piace, QUINDI lasciano la loro creatura in mano all’assistente, gli stolti. Altri non si spostano di un millimetro dalla sala, per fortuna.

    Cinzia Andrei come comparsa nel film della Wertmuller Tutto a posto e niente in ordine, 1974)

    Fotogrammi dal film “Tutto a posto e niente in ordine”, 1974, della Wertmuller, in cui Cinzia Andrei è una comparsa.

    Ultimi aneddoti

    Evit: Mi accennavi ad uno sgomento per dei film giapponesi, quali film?

    Cinzia: Allora, molti anni fa ho fatto qualcosa come tre turni con Cannarsi.

    Evit: Ahia!

    Cinzia: Ti eviterò opinioni personali ma di tutte le incatturabili perle che diceva purtroppo ne ricordo solo una: nel film la bambina protagonista deve dire una cosa importantissima ad una compagna, quindi le piomba a casa all’ora di cena e ovviamente si scusa coi genitori dell’amica. Cannarsi si è sentito in dovere di spiegarci la scena, che ai nostri occhi occidentali poteva sembrare incomprensibile: “quando in Giappone qualcuno capita a quell’ora, disturbando una famiglia che è a tavola, si sente in dovere di scusarsi. È proprio una loro tradizione”. Il sottinteso era: meno male che ce sto io, profondo conoscitore, a spiegarvi le cose a voi ‘gnoranti.

    Cinzia Andrei Anna Maria Natalini e Al Cliver foto di Alfio Di Bella alla galleria Iolas-Galatea 68-70

    Una giovane Cinzia Andrei con Al Cliver alla Galleria Iolas-Galatea, circa ’68-’70. Foto di Alfio Di Bella

    Evit: Noto con piacere che segui la pagina Facebook del mio blog, come lo hai scoperto? Hai letto qualche articolo del blog o precedenti interviste?

    Cinzia: Non mi ricordo come ti ho trovato, mi hai fatto molto ridere e mi ha colpito la tua preparazione, quindi mo’ siamo amici.

    Evit: Benvenuta tra gli amici del blog Doppiaggi italioti e ti ringrazio per il tempo e la disponibilità che mi hai dedicato, hai tirato fuori aneddoti non noti neanche agli appassionati. Grazie.

    Vi lascio con il primo omicidio dello squartatore di New York. Quack, quack!

  • Doppiaggi perduti – Elvis il re del rock (1979) di John Carpenter

    Elvis il re del rock di John Carpenter, locandina italiana del film

    Purtroppo ritorna una rubrica che vorrei non esistesse, quella dei doppiaggi perduti e questa volta parliamo di Elvis – il re del rock, un film di John Carpenter con Kurt Russell nei panni del Re… un altro doppiaggio di cui si sono perse le tracce.

    Un recupero promesso, un’occasione mancata

    All’inizio di marzo 2019 l’azienda Terminal Video annunciava, a cura della misteriosa ditta catanese Sinister Film, l’uscita imminente di Elvis il re del rock in DVD con audio italiano, notizia riportata anche dal sito Il seme della follia, il blog italiano dedicato al cinema di John Carpenter, dove viene scritto:

    annuncio Terminal Video Sinister Film su Elvis il re del rock in DVD con doppiaggio italiano

    “Non si conoscono dettagli particolari sull’uscita, a parte che sarà in formato 4:3 e che includerà anche la lingua italiana in Dolby Digital 2.0 e vi saranno presenti anche i sottotitoli.”

    Tralasciando la lunga (e lecita quanto volete) diatriba sul fatto che molti distributori italiani continuino a pubblicare film soltanto in formato DVD (questo film all’estero esiste in Blu-Ray dal 2010), l’annuncio ha comunque fatto emozionare non solo i fan italiani del Re ma anche quelli di Carpenter e gli appassionati di doppiaggio, perché non è cosa di tutti i giorni che un doppiaggio italiano considerato a tutti gli effetti scomparso dalla faccia della terra venga portato in home video, così… senza che nessuno lo abbia neanche richiesto.

    Il 10 aprile 2019 è sempre il blog Il seme della follia, in contatto diretto con la distribuzione Terminal, a rendere noti quelli che saranno i dettagli finali che troveremo nell’agognato DVD in uscita il 24 aprile (posticipato al 30 aprile e poi uscito il 7 maggio anche su Amazon): audio solo in lingua inglese con sottotitoli in italiano. La modica cifra? €14,99. Cioè stiamo parlando dei sottotitoli in italiano più costosi di sempre.

    Foto del DVD italiano di Elvis il re del rock

    Foto da Thrauma.it

    Cosa sappiamo del doppiaggio perduto di Elvis il re del rock?

    Del doppiaggio di questo film non sappiamo praticamente niente, né l’identità di alcun doppiatore che possa aver partecipato al doppiaggio storico, né la cooperativa che potrebbe averci lavorato (C.D.? CVD? Royfilm? SAS? SEDIF? DEFIS? Boh!), questa era almeno la situazione fino a poco tempo fa! È grazie ad un lettore di questo blog (Mr.Nic detto “Lao”) che abbiamo potuto scoprire qualcosina di più! Difatti, è nella biografia del direttore di doppiaggio Carlo Baccarini (redatta da Gerardo Di Cola, studioso della storia del doppiaggio) che troviamo questo film, all’anno 1979.

    Filmografia del direttore di doppiaggio Carlo Baccarini, redatta da Gerardo Di Cola

    La data film ricade nell’era dei doppiaggi di qualità e Baccarini era direttore di una delle migliori cooperative di doppiaggio in circolazione, la CVD! Inoltre, l’archivio della SIAE dà Claudio Razzi all’adattamento dei dialoghi, un’accoppiata quella Razzi-Baccarini tipica dei doppiaggi della C.V.D. (già nota alle cronache di Doppiaggi Italioti)! In base a questi dati non è difficile immaginare l’identità dei doppiatori che possono aver fornito la loro voce per il doppiaggio di questo film. Ma rimaniamo solo su ciò di cui abbiamo conferma certa: l’identità del direttore del doppiaggio Carlo Baccarini, l’adattamento dialoghi di Claudio Razzi e i dati ufficiali sull’arrivo di questo film in Italia.

    L’uscita cinematografica

    Ritaglio di giornale dell'uscita cinematografica di Elvis il re del rock, di John Carpenter con Kurt Russell

    Il 2 giugno 1979 Elvis il re del rock ottiene il nullaosta per la distribuzione cinematografica e viene portato in sala dalla P.A.C. – Produzioni Atlas Consorziate. La durata? Il sito Italiataglia riporta 2806 metri di pellicola accertati, equivalente ad una durata di 1 ora 42 minuti e corrispondente alla durata di quella che viene chiamata “la versione europea” del film, che infatti troviamo riportata su IMDb nella lista delle varie versioni segnalate:

    2 hr 30 min (150 min)
    2 hr 43 min (163 min) (1988 video release) (UK)
    1 hr 45 min (105 min) (theatrical) (West Germany)
    2 hr 50 min (170 min) (BluRay)

    In Europa arrivò al cinema in versione ridotta e il suo doppiaggio italiano del 1979, se ancora esiste da qualche parte, potrebbe andare a coprire soltanto le scene presenti in quella versione “corta”. Quindi, rispetto alla versione estesa presente nei Blu-Ray esteri, rimarrebbero senza doppiaggio la bellezza di 70 minuti di film. Per il mercato italiano sarebbe sensato avere due versioni, quella cinematografica europea con doppiaggio italiano storico e quella estesa con colonna sonora americana e sottotitoli italiani (o addirittura con un nuovo doppiaggio fatto ad hoc?), ma per il consumatore italiano avere uscite in home video “sensate” è un’utopia.

    Una delle proiezioni in pellicola 35mm di cui ho trovato traccia è avvenuta in un’arena estiva al Circo Massimo, lunedì 23 agosto 1982, proiettato su uno schermo di 30 metri davanti a 7000 posti a sedere.

    Ritaglio di giornale, cartellone delle proiezioni cinematografiche al Circo Massimo, nell'estate del 1982

    Dagli archivi dell’Unità

    ALTRE PROIEZIONI IN SALA

    • Martedì 19 ottobre 1982, all’Instabile di Genova
    • Lunedì 23 giugno 1997 inizia a Sanremo una rassegna di film su Elvis e viene proiettato anche questo (non si sa bene in che data)
    • Venerdì 1° maggio 1998 viene proiettato alle 20.00 al “Verdi” di Candelo in una rassegna di musical
    • Giovedì 30 aprile 1998 viene proiettato alle 20.00 al “Verdi” di Candelo in una rassegna di musical
    • Martedì 23 novembre 1999 rientra nel palinsesto del 17° Torino Film Festival e viene proiettato quel giorno alle 22.15

    Nel 1999 ancora girava per le sale in 35mm quindi di certo la pellicola è presente in qualche cineteca o in mano a qualche collezionista.
    Queste informazioni vengono dall’archivio storico di La Stampa, consultato dal mio collaboratore Lucius Etruscus, autore del sito IPMP – Italian Pulp Movie Posters.

    Fotobusta del film Elvis il re del rock 1979

    Fotobusta del film

    In televisione?

    Rarissimi i passaggi televisivi con ben poche tracce comprovate, ho dovuto fare affidamento alla memoria di alcuni esperti, primo tra tutti Enrico Bulleri, esperto di cinema ma anche carpenteriano e collezionista da competizione, il quale ricorda rarissime (almeno due) apparizioni televisive a partire dal 1984:

    A me risulta che nel 1984, durante gli Europei di calcio di Francia ’84, la RAI lo programmò la prima volta in TV, se non erro era la versione cinema europea di circa 110′, doppiata. Questa versione cinematografica “corta” ricomparve nel 1992 con il doppiaggio storico del ’79 sul canale Cinquestelle-Teleregione che trasmetteva film e sceneggiati del magazzino Rai.
    La versione lunga americana di Elvis il re del rock si trova sottotitolata in italiano dal 2004 o, se non ricordo male, addirittura ridoppiata ma con un doppiaggio scadente fatto negli anni 2000, quando lo programmò Sky.

    Enrico Bulleri

    Da una consultazione dei palinsesti di quel periodo non risulta alcun passaggio RAI ma non era inusuale che motivi vari la programmazione pubblicata sulle guide TV con una settimana di anticipo saltasse e possano averlo programmato al volo, in sostituzione di altro.

    Per quanto riguarda il passaggio su Sky, l’idea che possa esistere un ridoppiaggio del 2000 mi fa rabbrividire ed emozionare allo stesso tempo, se esiste davvero lo vorrei sentire per puro masochismo. Ma dei tanti film “riempi-palinsesto” scaraventati su Sky negli anni 2000 e doppiati al volo per l’occasione, ne sono arrivati pochissimi alle nostre orecchie.

    In data Martedì 4 agosto 1987, pomeriggio di Canale 5, compare nei palinsesti un semplice titolo “Elvis”, descritto proprio come quello di Carpenter con Kurt Russell e Shelley Winters. Questo potrebbe essere un errore della guida TV, è sì andato in onda un Elvis ma non QUEL Elvis (che infatti manca del sottotitolo “il re del rock”). Dall’anagrafica della Mediaset non risulta essere mai passato per le reti del biscione e la loro anagrafica è più affidabile di una guida TV che vede Elvis in programma e copia-incolla la descrizione trovata su qualche dizionario.

    La lettrice che nei commenti si firma come Vasquez è stata più furba di me ed è andata a cercare anche su altri giornali dell’epoca trovando informazioni su questo misterioso Elvis andato in onda il 4 agosto del 1987, scoprendo su L’Unità che si tratta di un altro film TV intitolato in originale Elvis and the Beauty Queen del 1981 e che non si sapeva neanche fosse arrivato in Italia. Regia di Gus Trikonis, con Don Johnson, Stephanie Zimbalist e John Crawford. Non il nostro Elvis dunque.

    In videocassetta VHS???

    Se i passaggi televisivi di Elvis il re del rock hanno poche conferme, quando andiamo a parlare di questo film in VHS entriamo in una dimensione di pura leggenda. In merito corrono voci incontrollate pazzesche: secondo alcuni, il film è esistito in formato VHS per il noleggio. È quanto sostiene Andrea Grandra, altro collezionista extraordinaire, che ricorda di averlo noleggiato nel 1995.

    Io noleggiai la VHS quando avevo 11, al Blockbuster sotto casa. Era doppiato, stessa versione che davano sulle reti private regionali, era l’anno che Pino Farinotti pubblicò il suo dizionario del cinema in collaborazione con Blockbuster. Per ogni film veniva assegnato un pallino o un triangolino, il pallino significava che il film era in catalogo sia per la vendita che per il noleggio, il triangolino solo per il noleggio. Elvis era con il triangolino, andai alla Blockbuster ed effettivamente c’era per il noleggio… Ho il ricordo di lui in ospedale e del finale con il fermo immagine mentre canta in un concerto, con annesse scritte che riassumono la prematura morte.

    Andrea Grandra

    Anche questa informazione non dovrebbe essere difficile da verificare. L’unico dizionario Farinotti a cui ho avuto accesso è datato 2001 e in questa versione non presenta alcun pallino o triangolino, resta da verificare l’edizione del 1995.

    Elvis il re del rock sul dizionario di film Farinotti del 2001

    Elvis il re del rock sul dizionario di film Farinotti del 2001

    In compenso questa ricerca mi ha fatto scoprire l’esistenza di un film italiano chiamato Elvjs & Mariljn, del 1998!

    “Lui è blugaro e assomiglia a Elvis, lei rumena ed è la controfigura di Marilyn. Vincono un concorso di sosia e la possibilità di esibirsi in un locale di Riccione.”

    Questa sola introduzione mi basta, lo voglio vedere!

    Copertina VHS del film Elvjs & Merilijn di Armando Manni

    Voglio il Blu-Ray di questo

    Possiamo supporre che la Sinister Film che ha portato questo film in DVD in Italia non abbia mai avuto accesso al doppiaggio italiano altrimenti lo avrebbero certamente incluso. Forse i primi annunci erano dovuti al fatto che si aspettavano di poterlo trovare per poi rimanere delusi, loro come noi. Immagino che sia andata così.

    Elvis in VHS, sì ma solo in lingua originale

    [aggiornamento 27/09/2023] Non andando a toccare il paragrafo precedente, a distanza di anni torno ad aggiornare l’articolo con informazioni nuove sulla fantomatica VHS di Elvis che alcuni giurano di aver visto anche in Italia. Ebbene sì, una VHS è arrivata in Italia ma in lingua originale. Così riporta a chiare lettere il volume “VHS FILM GUIDA 1991” insieme ad una durata dichiarata di 150 minuti. E sì, ho comprato questa guida del 1991 con l’unico scopo di verificare questa informazione e mettere a tacere le leggende metropolitane, e non me ne vergogno! Fine dell’aggiornamento.

    Dove si trova il doppiaggio italiano di Elvis il Re del rock?

    Pellicola 35mm affetta da sindrome acetica, foto da National Film Preservation Foundation

    Effetti della sindrome acetica su pellicola 35mm che perde di flessibilità e comincia a sfaldarsi.

    Collezionisti (o addirittura qualche cineteca) potrebbero essere in possesso di copie in pellicola 35mm sopravvissute alle proiezioni cinematografiche, non è improbabile che qualcuna rispunti fuori un giorno e anche se la pellicola fosse virata tutta sul rosso, la traccia ottica sarebbe comunque utilizzabile per estrarne l’audio italiano. Il problema con le pellicole però rimarrà sempre la sindrome acetica, un processo di deterioramento così definito per il forte odore di aceto emanato dalle pellicole affette. Questa può colpire qualsiasi pellicola in triacetato, specialmente quelle che sono state conservate male, all’umido. Una volta iniziato, il processo è inarrestabile e porta alla completa distruzione della pellicola, a quel punto anche l’audio ottico sarebbe irrecuperabile.

    Un’altra possibile ubicazione di una copia doppiata del film sono gli archivi RAI dove il film potrebbe essere conservato in pellicola e quasi certamente anche in riversamenti su nastro magnetico U-Matic, ma non per questo è detto che sia facilmente reperibile e nemmeno è detto che Sinister o altri possano averci accesso né richiedere una copia, gli archivi RAI del resto non sono una biblioteca pubblica da cui chiunque può attingere quel che vuole a proprio uso e consumo. Non dimentichiamo inoltre che negli anni ’80 alla RAI ci fu un mega trasloco (altro che programma sul canale Dmax!) con tanto di materiale buttato via a quintali nei cassonetti di via Teulada (Sss! Non lo dite all’AMA!).

    Per scrupolo ho fatto controllare negli archivi Mediaset (lì abbiamo delle nostre talpe) e non ce n’è traccia. Del resto, come ci racconta Enrico Bulleri, il film sembra essere passato solo per la RAI e per canali regionali che attingevano dai suoi archivi, mai da Mediaset.

    Custodia di una videocassetta blockbuster

    Se il film è mai stato effettivamente disponibile in videocassetta VHS per il noleggio a Blockbuster, quella copia potremmo non rivederla mai più perché, al contrario delle videoteche private, Blockbuster non era solita vendere sotto banco i propri titoli nel caso di chiusura dell’attività, solitamente le buttava via e basta. E Blockbuster, dopo una lenta agonia, ha dichiarato fallimento nel 2013 quindi non abbiamo comunque modo di verificare con loro. [Addendum: mi dicono che Blockbuster effettivamente vendeva le sue VHS, a maggior ragione se quella di Elvis non è mai spuntata fuori è probabile che non sia mai esistita ma rimaniamo in attesa di ulteriori prove per l’una o l’altra teoria. Al momento la VHS di Elvis rimane una leggenda non verificata.]

    Aggiunta 09/08/21

    Certo è che al marzo 1990 Elvis di Carpenter ancora non esisteva in home video col doppiaggio italiano, il film era infatti disponibile in VHS solo in lingua originale (quindi probabilmente una VHS importata), così almeno specifica Radiocorriere:

    Ritaglio di giornale dal Radiocorriere marzo 1990 su John Carpenter e la VHS di Elvis il re del rock

    “La completa filmografia di Carpenter è disponibile in cassetta: Dark Star e Elvis però solo in lingua originale.”

    Nota curiosa, anche Dark Star non era ancora arrivato in home video. Il doppiaggio di quel film arrivò solo successivamente.

    Sembra proprio che, così come è successo ad Elvis dopo la sua morte, molti affermino di averne avvistato il doppiaggio da qualche parte. Speriamo che una di queste storie si riveli essere vera e che porti al suo ritrovamento. Per ora l’unica cosa certa è l’arrivo al cinema, in pellicola è esistito di certo.

    Non ci resta che piangere i sottotitoli

    Vari formati video a confronto DVD, 720p, 1080p, 2k e 4k

    Insomma, ancora una volta, una triste storia di un doppiaggio che chissà se risentiremo mai, di una versione europea che chissà se rivedremo mai. Ed è anche l’ennesima triste storia della distribuzione italiana costellata di scelte infelici come pubblicare in formato DVD film restaurati in 4k, agli stessi prezzi del Blu-Ray e senza audio italiano, anche considerato che i sottotitoli italiani già esistono da almeno quindici anni (gratuitamente) sul sito opensubtitles.org.

    Ecco il link diretto per scaricare direttamente i sottotitoli italiani di Elvis il re del rock.


    Anche se Carpenter si dice abbia ripudiato questo film prodotto per la televisione americana (una storia raccontata sul blog La Bara Volante ma gli esperti di Carpenter su questo dissentono), rimane un film più che decente, talmente decente che ha travalicato il medium televisivo per arrivare fino al cinema, sia negli Stati Uniti che in Europa (Duel di Spielberg ebbe una sorte simile). Certamente non un prodotto che meritava di scomparire per sempre dal panorama italiano dopo pochi anni di proiezioni cinematografiche. Speriamo un giorno di rivederlo, anzi, di risentirlo.

    Scena del film Men in black dove Tommy Lee Jones dice che Elvis non è morto, è tornato a casa. Però si è portato dietro il doppiaggio