• Frammenti di doppiaggio (14) – Hemoglobin – Creature dall’inferno

    Fate entrare la luce! Fate entrare la luce!

    Disse la vecchia prima di cadere dalla sedia a rotelle ed essere accoltellata da un mostriciattolo.
    Il frammento di doppiaggio di questo episodio proviene da un film horror (sconosciuto ai più) chiamato Hemoglobin – Creature dall’inferno il quale su imdb vanta un punteggione di 3.7 su 10!
    Non vedo questo film dal primo passaggio televisivo (circa 1997-8) e non ricordo quasi niente della trama eccetto questa scena che ancora oggi, dopo 16-17 anni, cito regolarmente con un mio amico, ovvero la scena della vecchia che implora che si faccia entrare luce e poi cade dalla sedia a rotelle in maniera improbabilmente comica.

    Attenzione la clip contiene un mostro ed un accoltellamento violento, per me anche queste due componenti sono comiche a vedersi ma le persone sensibili si considerino avvisate!

    Non so chi sia a doppiare questa donna, su Antonio Genna non c’è neanche una scheda del film, ma i miei complimenti! Ancora rido… dal 1997!

    [AGGIORNAMENTO 16/03/22: l’utente ‘Django Leonhardt’ ci ha riconosciuto Clelia Bernacchi, voce della nonna di Peter in Heidi e voce di Beatrice Simmons nell’episodio “Caro vecchio denaro” de I Simpson. Lo ringrazio per aver fatto luce su un dubbio vecchio di 25 anni!]

    In lingua originale a stento si riesce a sentire cosa dice la vecchia e l’urlo non è altrettanto epico/comico. Insomma, la solita scena banale resa memorabile dal doppiaggio in un film altrimenti piatto e noioso.
    Concludo con una domanda per chi conosce il film: non avrebbe avuto più senso che il titolo fosse stato HemoGOBLIN invece che Hemoglobin (emoglobina)? Mah! In inglese comunque è intitolato “Bleeders” (il riferimento mi pare fosse alla famiglia di emofilici incestuosi) ma a livello internazionale ha il nome di Hemoglobin.

  • Il grande Lebowski – l’ultimo dei grandi doppiaggi

    Il giornalista cinematografico Michele Traversa, italiano residente a Los Angeles, ha continuato a tartassarmi di piacevoli e-mail nelle quali ha dimostrato di essere una possibile risorsa per Doppiaggi Italioti e così ne ho approfittato subito chiedendogli di scrivermi una di quelle “cose” di cui parlava nelle sue e-mail, ma in formato di articolo. Ed ecco la sua prima collaborazione “professionale”.
    L’autore si fa chiamare Michael soltanto perché altrimenti in Ammeriga lo chiamano Michelle col rischio poi di non buscare più donne durante i festini selvaggi di Hollywood. Perché mi piace immaginarmelo così il caro Michael, tra una première e un’altra, seduto a Starbucks con un “latte” in tazza grande mentre scrive recensioni di film che in Italia vedremo solo dopo sei mesi e in attesa del quotidiano invito ad un party di neo-ricchi.
    Questa è la sua recensione di Il grande Lebowski, perché ci tenevo tanto che condividesse con voi ciò che io stesso avrei voluto scrivere da tanto tempo… solo che non sarei mai riuscito ad essere altrettanto sintetico, come è chiaro da questa introduzione.
    Le vignette esprimono il mio sentimento personale.

    Evit

    Scena del film Il grande Lebowski con Jeff Bridges in estasi, la vignetta dice: lo hanno adattato come si deve.
    Il grande Lebowski è stato l’ultimo doppiaggio ancora al pari con gli ottimi lavori degli anni ‘70 / ’80… ed eravamo nel 1998! Proprio nel pieno declino qualitativo del doppiaggio italiano spunta questa perla “retrò”. Il film è diventato un classico, è uno dei film più citati negli Stati Uniti e ci sarà un perché. Non era facile renderlo altrettanto memorabile in italiano. A parer mio il lavoro sull’adattamento dei dialoghi e sul doppiaggio è pari a quello di Arancia meccanica, ecco l’ho detto!

    Drugo, Drughetto o Drugantibus

    Io sono Drugo, è così che deve chiamarmi, capito? O se preferisce Drughetto oppure Drugantibus oppure Drughino, se è di quelli che mettono il diminutivo ad ogni costo…

    Gif animata di una scena del film Il grande Lebowski, Jeff Bridges che dice: I'm the Dude, man.
    A qualcuno ha dato fastidio che The Dude diventasse Drugo, la rete è piena di lamentele in merito. Forse perché per sempre legati all’uso dell’appellativo in Arancia meccanica, forse perché speravano in una traduzione più fedele, pedante. E come avrebbero dovuto chiamarlo? Tipo? Tizio? Non avrebbe fatto ridere neanche i polli. Ah sì, lo dovevano chiamare Dudo (come in Easy Rider). Infatti già allora Jack Nicholson chiedeva: “e cos’è un Dudo? Un ballo?”.
    Come avrebbe detto Totò: ma mi faccia il piacere!

    Sono il solo da queste parti, meme dal film Il grande Lebowski con John Goodman che carica la pistola e dice sono il solo da queste parti a cui piaccia Drugo come traduzione di Dude?

    Un signor adattamento

    La cosa particolare de Il grande Lebowski, ciò che reputo davvero un colpo di genio, è il fatto che spesso l’adattamento dica una cosa di significato diametralmente opposto per ottenere lo stesso effetto. Per esempio:

    “Duder or El Duderino, if you’re not into the whole brevity thing

    Una frase letteralmente traducibile come: “o il Duderino, se non sei il tipo da abbreviativi” che è stata invece tradotta come:

    “Drughino, se è di quelli che mettono il diminutivo ad ogni costo”.

    In inglese il diminutivo al signor Lebowski non piace, in italiano gli piace un sacco. Oppure:

    Scena dal film Il grande Lebowski, Philip Seymour Hoffman parla con Jeff Bridges

    “Racially he’s pretty cool?”

    traducibile come “non si fa problemi di razze eh?“, che diventa nell’adattamento italiano:

    “Lui del razzismo se ne sbatte, mmm?”

    Il concetto viene ribaltato, ma la sostanza non cambia. Poi ancora:

    “Look, we all know who is at fault here”

    traducibile come “Guarda, sappiamo tutti di chi è la colpa” che invece diventa:

    “Guarda, lo sappiamo tutti da che parte sta la ragione”.

    Loro, gli americani, a puntare il dito sul colpevole, noi a farci belli di aver ragione. Geniale!

    Donny interpretato da Steve Buscemi che canta: sono il tricheco, nel film Il grande Lebowski
    Poi ci sono degli accorgimenti culturali sottili e necessari che dimostrano quanta attenzione sia stata dedicata al lavoro. Ce ne fosse un briciolo di questa passione negli adattamenti moderni. Durante una delle partite al bowling, Donny, il personaggio di Steve Buscemi, capisce una cosa per un’altra e continua ad interrompere il discorso sperando che qualcuno gli dia un po’ di soddisfazione. Così continua a ripetere/cantare “I am the Walrus”, che in italiano diventa “Obladì, obladà”. Entrambe sono canzoni dei Beatles, ma con I am the Walrus nessuno in Italia avrebbe capito che Donny alludeva a John Lennon. Obladì obladà invece la conoscono tutti, dai novantenni ai bambini di due anni. Si tratta, signore e signori, di un adattamento eccellente, che non traduce alla lettera e che trova equivalenti altrettanto efficaci e divertenti, senza snaturare il testo di partenza.

    Sono il solo da queste parti, meme dal film Il grande Lebowski con John Goodman che carica la pistola e dice sono il solo da queste parti che abbia a cuore la localizzazione delle battute?
    Qualcuno lo saprà già, qualcuno forse non lo ha mai notato, ma Drugo si esprime con delle frasi ripetute per sentito dire. Per esempio, sente alla tv il presidente Bush dichiarare: “This aggression will not stand”, “Questa aggressione non può essere tollerata”. Poco dopo usa la stessa espressione a colloquio con il signore Lebowski aggiungendo in coda il suo colloquiale “man!“. Walter poi gli dice: “She kidnapped herself”, “Si è rapita da sola”, ed ecco che Drugo la prende come verità assoluta, la fa sua, e la ripropone alla prima occasione.
    Era fondamentale, in fase di adattamento, trovare il giusto modo per rendere queste frasi, al fine di trasmettere il modo di Drugo di assorbire ciò che lo circonda. Obiettivo centrato! Chi c’è dietro a questo minuzioso lavoro? L’Immenso Carlo Valli. In suo onore andiamo a vedere alcune di queste frasi, entrate nel lessico americano e che, nella loro traduzione, hanno reso il film quell’oggetto di culto che è oggi:

    • “You are entering a world of pain” / “Stai per entrare in una valle di lacrime”.
    • “Shut the fuck up, Donny” / “Zitto e vaffanculo, Donny”.

    Meme dal film Il grande Lebowski con John Goodman con pistola in mano che dice in inglese: shut the fuck up Donnie, you're out of your element

    • “The bag man”/ “Il postino”, quando devono consegnare la valigetta con il denaro per il riscatto.

    …e forse la più bella di tutte, praticamente intraducibile:

    • “Sometimes you eat the bar, and sometimes, well, he eats you” / “A volte sei tu che mangi l’orso, e altre volte è l’orso che mangia te”.

    In America ancora si chiedono cosa volesse dire Sam Elliott con quel “bar”. E, no, non dice “bear”, dice proprio “bar”.
    sono il solo - Valli
    In breve, un adattamento magistrale, eco dei lavori di fino di 30-40 anni fa e che è riuscito nel non facile intento di rendere in pieno la memorabilità di dialoghi che, in lingua originale, sono già entrati a far parte della cultura popolare americana.

  • Locandine all’amatriciana (26) – Halloween

    Halloween
    Un po’ all’ultimo secondo ma eccovi la locandina delle feste!
    Piccola curiosità, nel film è stato quasi commovente sentir nominare la festa di “Ognissanti”, si sente che è un doppiaggio vecchio stile. Peccato che Rai Movie ieri abbia trasmesso questo film in maniera ignobile, schiacciatissimo grazie ad un widescreen fasullo. Bleah!
    Buona vigilia di Ognissanti a tutti!