Le feste natalizie sono sempre una buona occasione per rivedersi una di quelle commedie per famiglie che hanno segnato il Natale di un intero decennio e forse più: Mamma, ho perso l’aereo, visto di persona al cinema nel lontano 1991.
Dopo l’adolescenza non lo rividi più, se non distrattamente in qualche passaggio televisivo. Nel frattempo, tra le tante cose, ho messo su un blog focalizzato sull’apprezzamento e sui rimproveri al doppiaggio italiano così ho pensato che fosse arrivata l’occasione giusta per rivisitarlo con occhi diversi, anzi, orecchie diverse.
Con oltre un mese di ritardo dal Natale, ecco la mia recensione dell’adattamento italiano di Mamma, ho perso l’aereo!
Partiamo subito dal fatto che questo film del 1990 gode di un adattamento con i controcoglioni, dove le frasi non sono semplici traslitterazioni delle battute originali e dove il linguaggio dei bambini e degli adolescenti cerca (e trova) corrispondenze con quello degli italiani che all’epoca avevano la stessa età. Quindi non sorprendetevi se, mettendo a confronto le due versioni, potreste trovarci un “faccia di culo” che non corrisponde a nessuna offesa in inglese (e certamente non ad “ass-face”) mentre, poco dopo, un “puke-breath” (alito di vomito) viene semplicemente sostituito in italiano da un “Jeff”. In breve, nel doppiaggio italiano di questo film, le offese bambinesche sono state inserite laddove sembrava più appropriato, senza forzature nei dialoghi, senza che si trasformasse in una neo-lingua pseudo-adolescenziale derivativa dell’inglese ed inesistente in italiano (svegliati, Fright Night! Ti è arrivata una frecciatina).
Inoltre, per la fortuna di tutti i posteri, questo film è giunto a noi in un periodo dove doppiare film dedicati ai più giovani non impediva di metterci espressioni come “porca puttana!” come espedienti comici, se la scena lo necessitava; tra l’altro erano gli stessi anni in cui anche nei Simpson comparivano battute piuttosto sboccate perché “faceva ridere”. Tale caratteristica non solo fa ridere ancora oggi ma ha sempre reso i film adolescenziali che venivano doppiati in quegli anni molto più realistici. Anche solo per questa caratteristica, il doppiaggio di Mamma, ho perso l’aereo resta memorabile. Idem per molti altri film partoriti sempre da John Hughes.
Con questa premessa, vediamo tutte le alterazioni presenti nell’adattamento italiano, se e quanto fossero giustificate:
La “cosina” delle francesi e altre alterazioni necessarie
Il fratello Buzz, in italiano, chiede se è vero che le francesi si rasino la “cosina”. In inglese invece chiedeva se fosse vero che le francesi non si rasino le ascelle.
È facile comprendere l’origine dell’alterazione. Anche in Italia, per le ragazze del 1990, era cosa abbastanza comune non rasarsi le ascelle, ma lo spettatore deve potersi immedesimare nella curiosità esotica di Buzz, buzzurro borghese americano, riguardo ad un trattamento estetico che per gli americani è cosa normale (rasarsi le ascelle) e nell’impatto culturale dello scoprire che non sia la norma in altri paesi. Così in italiano si è optato per far dire a Buzz che le francesi si rasano la “cosina”, che nel 1990 sembrava altrettanto esotico per noi italiani quanto lo era un’ascella pelosa per un americano.
Un elemento lessicale ricorrente nel copione originale è la parola “jerks” che in italiano varia sempre di traduzione adattandosi ai vari scopi, frase per frase. Da “per me quello è scemo” (he’s just being a jerk) al “guarda che cosa hai fatto, piccolo delinquente” (look what ya did, you little jerk!), oppure “quello fa sempre il cretino” (he’s acted like a jerk too many times). Ovviamente era difficile trovare un equivalente italiano che si adattasse univocamente a tutte le situazioni in cui jerk viene utilizzato, tuttavia questo non detrae dall’impatto di molte battute come ad esempio quella del “piccolo delinquente”/”you little jerk!” che rimangono egualmente memorabili in entrambe le lingue.
Altre alterazioni, che in un doppiaggio odierno sarebbero state probabilmente tradotte alla lettera (perché ora va di moda fare così), sono ad esempio la tardiva preoccupazione della madre quando sente di essersi dimenticata qualcosa e si chiede “ho spento il gas?” laddove in originale si chiedeva se avesse “spento il caffè” (cioè la macchina del caffè), oppure l’eggnog offerto a Joe Pesci (vestito da poliziotto) che in italiano diventa “un goccetto” e si adatta bene alla reazione stessa del personaggio che si sorprende che gli venga offerto qualcosa di alcolico. Possiamo anche aggiungerci i “wet bandits” che diventano “i banditi del rubinetto”, nomi che lasciano il segno in entrambe le lingue.
Riferimenti che non avreste capito e che quindi sono stati cambiati
Quando la madre di Kevin chiede se i bambini sono stati contati, la ragazza più grande risponde “11 inclusa me, 5 maschi, 6 femmine, 4 gentori, 2 autisti… e nessuno ha marcato visita“, quest’ultima affermazione è un tentativo di adattare in qualche modo una battuta altrimenti intraducibile “and a partridge in a pear tree“, che viene dalla canzone dei “dodici giorni di Natale” dove ogni strofa conta i regali ricevuti dall’amata(/o) e termina con il ritornello “e una pernice sul pero“.
L’unica pecca è che “marcare visita” non si lega al Natale in alcun modo, né ad equiparabili filastrocche. La cosa che più si avvicinerebbe potrebbe essere “solo non si vedono i due liocorni”, ma lungi dal suggerire una battuta simile. Semplicemente non si può “rendere” tutto. È la dura legge della traduzione.
Una piccola curiosità aggiuntiva sulla canzone dei 12 giorni di Natale: al “secondo giorno di Natale”, la canzone conta due tortore (turtle doves) e proprio le due tortorelle saranno un elemento di rilievo nel secondo film. I riferimenti al Natale americano sono sparsi ovunque nei due Mamma ho perso l’aereo anche se, per via di una certa distanza culturale, ci è impossibile coglierli tutti, anche vedendo il film in originale. Sono i limiti intrinseci in cui si incorre guardando pellicole estere. Difatti consiglio la visione di questo film in lingua originale solo a coloro che hanno familiarità con la cultura americana, altrimenti non ne trarrete alcun vantaggio aggiuntivo rispetto ad una visione esclusivamente in lingua italiana.
Quando Babbo Natale si lamenta per la multa che trova sul tergicristalli, in inglese dice “what’s next? Rabies shots for the Easter Bunny?” (e poi che faranno, l’antirabbica al coniglio pasquale?) mentre in italiano è stata adattata in “e alla Befana che faranno, le sequestrano la scopa?“. Considerando che quella del coniglio pasquale è una figura giunta in Italia solo in anni recenti (grazie a Lidl?), la battuta fu intelligentemente “spostata” sulla Befana che, tra l’altro, è ben più natalizia del coniglio pasquale (e ovviamente nel 1990 non avevamo modo di sospettare che questo personaggio esistesse esclusivamente in Italia).
Se volessi cedere ad un momentaneo (e per me atipico) orgoglio nazionale, direi che la battuta del sequestro della scopa alla Befana calza anche meglio (per quella che è la nostra cultura) dopo la multa all’auto di Babbo Natale, ben rappresentando un’immaginaria escalation di ritorsioni della polizia contro le figure tipiche del periodo natalizio.
Riferimenti che non potevate capire in ogni caso
Durante la permanenza della famiglia McCallister in Francia, vediamo i bambini che guardano alla TV un film in bianco e nero in lingua francese e si annoiano a morte. I genitori che portarono i figli al cinema nel 1991 per vedere questo film avranno forse riconosciuto (ma forse neanche in molti) La vita è meravigliosa, di Frank Capra.
Se per un italiano del 1990 può sembrare semplicemente che i ragazzi nel film si stessero annoiando per via del film in bianco e nero (del resto, quale bambino italiano negli anni ’90 guardava film in bianco e nero a Natale?) questa scena è molto più significativa per gli americani dove La vita è meravigliosa è, sin dalla fine degli anni ’70, non “un” ma IL classico di Natale! Ora vi spiego perché.
Questa pellicola di Capra venne più o meno snobbata quando uscì nel 1946 e il mancato rinnovo dei diritti d’autore nel 1974 la fece cadere nel dominio pubblico, così verso la fine degli anni ’70 divenne il film più trasmesso della televisione americana nel periodo natalizio, acquistando una popolarità inaspettata, tanto che nel 1990 (per pura coincidenza lo stesso anno di Mamma, ho perso l’aereo), la Biblioteca del Congresso scelse di preservarlo nel suo archivio dedicato ai film “di importanza storica, culturale o estetica”. Per farla breve, è il film che qualsiasi famiglia americana si aspetta di vedere ogni Santo Natale… così si spiega l’espressione dei bambini in Mamma, ho perso l’aereo che sono costretti a vederselo in una lingua a loro sconosciuta (il francese), cosa che fa immedesimare anche meglio lo spettatore americano nelle disavventure natalizie dei McCallister, sapendo che si sentirebbe perso senza poter godere tale film a dicembre.
Se dovessi riportare la loro situazione ad un equivalente italiano moderno, vi basti immaginare di ritrovarvi a Natale a vedere Una poltrona per due in una lingua straniera a voi sconosciuta (russo? Ceco? Fate voi).
Questo elemento culturale era ovviamente fuori dalla portata di qualsiasi doppiaggio e adattamento, in poche parola BISOGNA essere americani per percepire quella scena allo stesso modo. La cosa si fa ancora più comica quando, nel secondo film, in McCallister vanno in Florida e trovano l’attesissimo classico di Natale solo in lingua spagnola.
A questo punto mi domando se in francese questa scena del primo film non abbia un impatto ancora minore!
Un’altra nota di cultura americana: il ragazzo delle pizze di “Little Nero” è minorenne, consegna la pizza in macchina perché negli Stati Uniti si può avere la patente dai 16 anni, età in cui gli adolescenti neo-patentati corrono a comprarsi le auto più economiche che possono permettersi (e quindi spesso le più sgangherate). Quella scena del fattorino auto-munito è l’equivalente di un adolescente italiano che porta le pizze col motorino, cosa che io, così come tanti altri bambini nel 1991, ignoravo completamente (era prima di Wikipedia, di internet e prima di aver visto Licenza di guida) e il fatto che buttasse giù la statuetta dei McCallister ogni volta che veniva a consegnare una pizza lo attribuivo ad un atto di goffaggine del guidatore, non al fatto che avesse poca esperienza come autista.
Angeli con l’anima sporca
Il finto film noir, Angels with Filthy Souls (titolo parodistico sulla falsa riga di Angels with Dirty Faces, in italiano Angeli con la faccia sporca), che Kevin si guarda in assenza dei genitori, ha un doppiaggio che ricorda quello degli anni ’50-’60 e che ben si adatta allo stile del film. In questo finto noir compare il personaggio di “Snakes”, italianizzato in un più familiare e funzionale “Cobra”, al quale il cattivo Johnny fa la conta da uno a dieci (one… two… ten!) per far sparire la sua brutta faccia gialla. In italiano mi è sempre sembrato che il doppiatore dicesse “uno, due, tie’!“, probabilmente per rimanere nel labiale del “ten”, sebbene a scapito dell’ironia di una conta da uno a dieci composta da tre numeri. Sempre che non si tratti di un problema di missaggio audio in cui il suono del mitragliatore va a coprire il finale di “dieci” (die—).
Come tutti saprete sicuramente, la scena si conclude con l’immortale “tieni il resto, lurido bastardo!“, adattamento di “keep the change, ya filthy animal!“. Questa scelta memorabile purtroppo non funzionò altrettanto bene nel seguito quando la stessa frase veniva usata riferendosi ad una donna e quindi il “Merry Christmas, ya filthy animal!” torna ad essere più fedelmente “Buon Natale, maledetto animale“, ma adiós riferimento alla battuta del primo film. Ne riparleremo con il secondo film.
Sul titolo italiano di “Home Alone”
Potrei forse associarmi alle più inutili lamentele sul web/gruppi Facebook e lagnarmi del titolo italiano? “Mamma, ho perso l’aereo” è un titolo anni ’90 che ancora oggi funziona alla perfezione. Al contrario di molti altri titoli dell’epoca, alterati unicamente per attirare gli spettatori al cinema in modo truffaldino, con scelte che non c’entravano niente con la trama (Balle Spaziali 2 – La vendetta docet), “Mamma, ho perso l’aereo” dà al consumatore esattamente ciò che promette e non fa finta di essere un film diverso per poi tradire le aspettative di un qualsivoglia potenziale spettatore.
Paradossalmente, un letterale “Solo in casa” avrebbe avuto un effetto diametralmente opposto, suggerendo un film potenzialmente sconsigliato ai minori. È logico che sia stato cambiato e non mi sorprende affatto scoprire che non siamo stati di certo l’unico paese a farlo (Maman, j’ai raté l’avion! / Mi pobre angelito / Kevin sam w domu sono alcune varianti che troviamo in altri paesi). La vicinanza al titolo francese in realtà mi fa supporre che siano stati gli stessi produttori a suggerire titoli alternativi per il mercato estero, altrimenti quale incredibile coincidenza avrebbe portato sia la Francia che l’Italia a scegliere, per puro caso, la medesima inconsueta formula?
Urla autentiche
Quasi tutte le urla (di dolore o di gioia) che sentiamo nel film sono state lasciate in originale e, vista l’eccelsa scelta degli interpreti, si nota relativamente poco se non fosse per quei “whoa!” di Kevin che certamente in Italia suonavano leggermente stravaganti nel 1990 ma, in ogni caso, attribuibili ad un modo di esprimersi di uno specifico bambino (il protagonista). Nella mia esperienza personale da bambino che nel 1990 aveva pressappoco la stessa età del protagonista, ricordo che all’epoca risultava molto curioso (e molto “americano”) quel modo di esternare estrema sorpresa.
L’unica distrazione — mai notata in più giovane età, ma palese adesso — viene dalla scena in cui Kevin corre per la casa dopo aver fatto “sparire” la famiglia e urla “I’m free! Free!” (sono libero). Per un orecchio italico impreparato può sembrare semplicemente che Kevin stia urlando di felicità (qualcosa come “iiiiiiii!”), col senno di poi ci sento benissimo “I’m free!!!” e mi sembra così strano che non sia stato doppiato che, memore di esperienze come l’audio 5.1 di Terminator, mi domando se non si tratti di una clip audio “perduta” nel missaggio per DVD. Non sarebbe la prima volta.
Il sale intacca i cadaveri e altre frasi più memorabili in italiano
Come tutti i film della propria giovinezza visti in italiano, è facile avere delle battute rimaste impresse che poi, andandole a scoprire in lingua originale, possano risultare meno memorabili o di minor impatto.
Questa è la mia personale lista:
Il sale intacca i cadaveri e li trasforma in mummie.
(The salt turns the bodies into mummies.)Le famiglie rompono!
(Families suck!)Erano anni che mi perseguitava [il seminterrato].
(It’s bothered me for years.)– Larry le vuoi parlare tu? C’è una signora che mi sembra un po’ suonata.
(Larry can you pick up? There’s some lady on hold, sounds kind of hyper.)
seguito da:
– Rose? La suonata sulla due.
(Rose? Hyper on two.)
[“la suonata” fa più ridere di “l’isterica”.]
Poi ancora…
Quando la mamma di Kevin offre i suoi orecchini alla coppia di anziani, il marito della coppia le risponde che la moglie ne ha tanti che non sa che farsene, ne ha una scatola da scarpe piena, sembra un albero di Natale e dicendo questo si mette la mano all’orecchio e muove le dita. In realtà in inglese sottolineava soltanto come la moglie ne avesse già tanti di orecchini, inclusi quelli “a pendente” (dangley ones). Il gesto che il vecchio fa con la mano all’orecchio serviva a prendere in giro la gestualità della mamma di Kevin intenta a vendere i suoi orecchini (che erano del tipo “a pendente” per l’appunto).
La battuta del “sembra un albero di Natale” la trovo più spassosa e ispirata rispetto ad un banale “a pendente”, ed è anche a tema natalizio. Ovviamente è Mario Milita (lo conoscete sicuramente come nonno Simpson) che dà la voce al vecchio scorbutico, chi altri poteva essere? Sarà forse quello che l’ha resa memorabile nel doppiaggio italiano.
Un’altra piccola battuta viene adattata quando un presentatore televisivo legge delle comiche lettere indirizzate a Babbo Natale: “l’anno scorso ho avuto una sorellina, quest’anno preferirei un robot“, con robot in sostituzione di clay dough (quello che ai miei tempi si chiamava didò). Trovo l’alterazione non soltanto leggermente più spassosa, ma che sia rimasta anche più duratura dal momento che in Italia quel materiale ha assunto nomi diversi a seconda delle varianti e dei periodi storici (DAS, pongo, plastilina…). Un robot invece sarà sempre un robot.
Scelte di adattamento molto dubbie
Queste le lascio sempre per ultime e stavolta si tratta di poca roba, e il fatto che sia poca roba la dice lunga sulla qualità di adattamento di questo film in generale.
Quando il “re della polka” (John Candy, doppiato dal sempre spassoso Paolo Buglioni, già elogiato in Tremors) racconta di aver lasciato suo figlio alle pompe funebri, in italiano narra di come il bambino fosse rimasto chiuso dentro con la madre morta quando in realtà in inglese parla di un generico cadavere (si può supporre un parente, forse un nonno?). L’errore deriva forse da una frase lasciata a metà nel momento in cui John Candy nomina la moglie (“the wife and I…”). Mi domando se non fosse anche in questo caso una scelta voluta per aumentare l’effetto tragicomico della storia che John Candy raccontava, in modo del tutto fuori luogo (come spesso accade ai personaggi comici di Candy), alla madre di Kevin “per farla sentire meglio”.
Un’altra frase che mi lascia perplesso (e che da giovane non avevo mai neanche capito perché non avevo familiarità col termine usato) è quella della madre che, tornata a casa il giorno di Natale, esclama:
qualcuno corra al drugstore, non abbiamo nemmeno il latte.
(in originale: someone has to find an open store. We don’t have milk.)
Onestamente mi domando quale fosse il fascino perverso nei primi anni novanta per questa parola “drugstore” (tra l’altro pronunciata anche correttamente “dragstor”). Difatti, la stessa parola l’avevamo già trovata ne’ Il silenzio degli innocenti (1991) e si può dire che ad oggi sia effettivamente scomparsa dal vocabolario del doppiaggese, in netta controtendenza moderna a mantenere tutti i riferimenti possibili e immaginabili in inglese (a volte portando i dialoghi italiani al limite della farsa). Posso solo supporre che in quegli anni, “drugstore” identificasse, con una sola parola importata, un tipo di negozio che in Italia non aveva alcun corrispettivo: quelli che rimangono aperti tutta la notte e che vendono un po’ di tutto (oltre a fare da farmacia). Forse l’evoluzione delle attività commerciali italiane ha reso molto presto obsoleta questa parola d’importazione.
Sul mistero della parola drugstore nei doppiaggi di quegli anni, l’utente ‘formergamer‘ conferma il mio sospetto scrivendo nei commenti: “A Roma negli anni Ottanta e Novanta “drugstore” indicava comunemente appunto un negozio di alimentari e alcolici aperto anche di notte e nei festivi (in tempi in cui era cosa molto rara). Ho ben presente quello di Piazzale Clodio, ma potevano essercene un altro paio.”
Non si può dire che questo di Mamma ho perso l’aereo non sia un adattamento… della sua epoca.
Evit, giustifichi sempre tutti i doppiaggi “del passato”, non hai nessuna vera lamentela?
Mettiamocele va’, sennò mi dicono che sono nostalgico (ignorando che mi sono già lamentato di grandi classici del passato).
1) Ho sempre trovato curioso, già dalle prime visioni di questa pellicola, che i classici di Natale che Kevin si guarda in TV siano tutti doppiati tranne il cartone animato del Grinch. All’epoca ovviamente non sapevamo cosa fosse il Grinch ma avrei apprezzato che anche quello comparisse doppiato (magari ricostruendo la canzone che sentiamo nel cartone animato, perché no!), giusto per non spezzare quella illusione che durante tutto il film, fatta eccezione per quando compare il cartone animato del Grinch, non viene mai meno!
[Mi riferisco ovviamente all’illusione creata dal doppiaggio che ci permette di guardare un film straniero facendoci credere di star assistendo alle vicissitudini di persone che parlano altre lingue diverse dalla nostra ma che noi, “per magia”, riusciamo a capire e blah-blah, blah-blah, blah-blah…! Dai su, lo sapete già ormai, non mi fate dire sempre le stesse cose.]
Il cartone del Grinch torna anche nel secondo film e anche lì non è doppiato.
2) La frase della sorella (o cugina?) preoccupata “ma è così piccolo, secondo te è un po’ picchiato?” mi è sempre sembrata stramba (sebbene il labiale sia sopraffino e forse ne è la sua unica giustificazione). In originale era “but he’s so little and helpless. Do you think he’s flipped out?” che significa “ma è così piccolo e indifeso. Secondo te è spaventato a morte?”.
Capisco quale possa essere l’origine dell’errore, scambiare “he’s” come abbreviazione di “he is” quando invece lo è di “he has”, da questo assunto errato hanno presumibilmente interpretato “flipped out” come sinonimo di “impazzito”. Un errore a suo modo comprensibile, sebbene non giustificabile. Perché dovrebbe essere “un po’ picchiato” se la colpa è loro per averlo lasciato a casa? Ovviamente la domanda della ragazza non combacia poi molto bene con la risposta del fratello.
3) C’è un’altra battuta che penso sia stata alterata per un errore umano in fase di traduzione, quando il vecchio incontra Kevin in chiesa e gli chiede se è stato buono. Kevin inizialmente dice di sì ma quando il vecchio incalza con un “puoi giurarlo?”, Kevin nega. Il vecchio allora gli risponde “yeah, I had a feeling” (letteralmente: “già, ne ho avuto il presentimento”, traducibile semplicemente come “già, lo immaginavo” o “lo avevo capito”). La risposta nel film doppiato invece riporta un “io mi sentivo triste” che poi continua con la storia di come la chiesa fosse il luogo ideale per chi è scontento di sé.
È lecito pensare che abbiano voluto affrettare il discorso dato che nella frase successiva c’era effettivamente poco tempo per far entrare tutte le parole che il vecchio dice in inglese, tuttavia mi domando se quel “I had a feeling” non sia stato mal interpretato a monte e quindi sia stato poi tradotto erroneamente come “io mi sentivo triste”.
Tra parentesi, chi doppia il vecchio è il mitico Nando Gazzolo, di cui già parlai nell’articolo sulla trilogia del dollaro di Sergio Leone.
Comunque, ho parlato anche troppo! Terminano qui le mie osservazioni.
CONCLUSIONE!
Mi resta solo da dispensare un paio di complimenti al gruppo che ha lavorato al doppiaggio di questo film, a partire dalla direttrice di doppiaggio Silvia Monelli e dalla sua scelta degli interpreti, all’incredibile prova di Ilaria Stagni su Macaulay Culkin, lei poco più che ventenne all’epoca ma che nello stesso anno arrivava in Italia anche come voce di Bart Simpson. Un complimentone anche a Mino Caprio che in questo film non solo è lontano da altri suoi personaggi (come Peter Griffin in cui sembra essersi fossilizzato di recente) ma, in generale, ci dona un’incredibile interpretazione comica che si integra anche molto bene con gli strilli non doppiati di Daniel Stern. In proposito, sarebbe carino vedere una versione doppiata da Caprio di questo video che Dainel Stern ha pubblicato su YouTube come risposta a quest’altro video di Macaulay Culkin (basta che non la faccia alla Peter Griffin, s’intende).
Qualcuno faccia in modo che questo accada.
Ci rivediamo a New York!
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125 Commenti
GramonHill
24 Gennaio 2016 alle 22:12Ottimo articolo. Fu il primo film che vidi al cinema.
Evit
24 Gennaio 2016 alle 22:13Anche io. Ti ringrazio
Leo
24 Gennaio 2016 alle 22:19Quando il gangster dice “uno, due, dieci” io il dieci l’ho sempre sentito. Dovrò andare a ricontrollare, ma sono quasi sicuro che lo dica. Oh, e nel secondo film la frase diventa “Buon Natale, maledetto animale! …. (pausa) e un Felice Anno Nuovo!”
Da ricordare, sempre nel secondo film, la presenza di Massimo Dapporto che doppia Tim Curry, e l’apprezzato ritorno di Mario Milita, anche se solo per una battuta, questa volta nei panni della guardia giurata Cliff che nega ad occhi sgranati di avere sbaciucchiato Tim Curry:
“No! Non è vero!!”
E un cammeo di Donald Trump nella hall, all’inizio del film, è lui che indica la strada a Kevin.
Evit
24 Gennaio 2016 alle 22:20Piano, piano. Sul secondo ci tornerò con un “sequel” di questo articolo 😉
Leo
24 Gennaio 2016 alle 22:21Dimenticavo, il presentatore è Johnny Carson
Evit
24 Gennaio 2016 alle 22:22Anche io la ricordavo quella del “maledetto animale”, ma nella versione che ho recuperato manca interamente. Che sia incappato in una versione… CENSURATA?
Andrea87
24 Gennaio 2016 alle 23:00anche io non avevo mai capito perchè il cartone del Grinch (che fino al film con Jim Carrey nemmeno sapevo chi fosse…) non fosse stato doppiato… poi ho scoperto che l’originale che guarda Kevin, quello narrato da un magistrale Boris Karloff, è giunto da noi solo ad inizio anni ’00 doppiato da Claudio Moneta e comunque con le canzoni in originale…
quindi forse nel 90 non sapevano proprio come adattarlo per uno spezzone (e 10 anni dopo non seppero adattare le canzoni per lo special in sè!)
Evit
24 Gennaio 2016 alle 23:16Se fosse stata una distribuzione Disney forse l’avrebbero doppiata quella canzone. Magari non ne hanno visto la necessità sul momento e non figurava neppure tra le porzioni di film da doppiare, però mi fa piacere sapere di non essere il solo a trovare straniante quell’unico momento televisivo non tradotto, considerando che in questo film la televisione sembra avere una sua importanza narrativa.
Cassidy
25 Gennaio 2016 alle 07:46Oh che bello una tua nuova analisi sul doppiaggio di un film che ho visto (come tutti penso) mille volte da bambino. Mi sono reso conto leggendo che ricordo ancora molte battute a memoria, é un piacere leggere che non era solo un bel ricordo ma un buon doppiaggio 😉 Cheers!
Evit
25 Gennaio 2016 alle 11:58Ti ringrazio. Il prossimo Natale ne parlerai sul tuo blog?
Cassidy
25 Gennaio 2016 alle 20:25Potrebbe essere un idea sai? Se lo farò di sicuro verrai menzionato 😉 Cheers!
Evit
25 Gennaio 2016 alle 20:30Lo scorso Natale hai trattato Una poltrona per due, il prossimo anno ce lo vedo tranquillamente un Mamma, ho perso l’aereo
Carmelo
25 Gennaio 2016 alle 11:14E’ un classico che non mi faccio mai mancare quando lo passano in Tv, per la quale sono disposto a sorbirmi interminabili pubblicità, ma passo alle mie considerazioni completamente personali:
– quando “Cobra” fa la conta prima di uccidere il povero malcapitato lo dice “dieci”, è che il rumore del fucile copre in parte la parola ma lo dice, non dice “tie'”.
– Sulla battuta che fa la cugina o sorella che sia di Kevin, io la interpretavo come una volontà di infierire sul povero protagonista, dato che era la “pecora nera” della famiglia come dice lui stesso all’anziano vicino di casa.
– Concludendo, confermo l’ottimo adattamento del film in Italiano, adoro molto di più sentire Stern in italiano, in inglese ha una voce poco interessante.
Evit
25 Gennaio 2016 alle 11:56Sì, alla fine la cugina(/sorella?) in italiano passa come quella che vuole infierire sul povero Kevin, tuttavia combacia meno con la risposta del fratello “quel delinquente per un paio di giorni se la spasserà come un matto!” (che ovviamente Buzz aveva detto per rassicurare la cugina, preoccupata che Kevin fosse a casa solo e impaurito).
Carmelo
25 Gennaio 2016 alle 12:11Se Buzz risponde alla cugina, allora siamo d’accordo, quella ragazza era la cugina del nostro Kevin 😀
Poi, non so se vale la pena di segnalarlo, ma quando Pesci/Harry tenta di introdursi in casa di Kevin, gli dice in maniera sinistramente suadente “Merry Christmas, little fella!”, “Fella” è un modo informale, credo tipicamente americano, di dire “amico, compagno” e che trovo eccellentemente adattato nell’italiano “signorino”, cosa ne pensi?
P.S.: Non dimenticarti del sequel 😀
Evit
25 Gennaio 2016 alle 12:28Certo, ci sono letteralmente dozzine di momenti ben adattati che se dovessi stare ad elencare tutti, altro che i 3000 caratteri di questo articolo… diciamo che devo cercare di contenermi a vantaggio della scorrevolezza degli articoli. Comunque l’avevo apprezzato anche io quel “signorino”. Oggi giorno lo avrebbero tradotto quasi certamente come “piccoletto”.
Sul sorella/cugina, non so, CREDO fosse una dei figli del McCallister che viveva a Parigi, quindi dovrebbe essere la cugina di Kevin e Buzz (e sorella del ragazzino con gli occhiali che rispondeva alle curiosità esotiche sulle ragazze francesi). Ci sono troppi McCallister per capirci qualcosa.
Il prossimo articolo sarà sul seguito, non temere.
Francesco
25 Gennaio 2016 alle 13:40Che bello leggere questo articolo ad un mese esatto da Natale… mi ha fatto venir voglia di rivedermelo! sono vent’anni che in casa mia mamma ho perso l’aereo è imperdibile durante le feste, i dialoghi di questo film sono ben impressi nella mia memoria. Credo abbia influito molto anche la colonna sonora di John Williams, semplicemente fantastica. Riguardo le urla di Kevin, credo non siano mai state doppiate, le ricordo esattamente così fin dai tempi del primo passaggio in tv, che registrai su videocassetta.
Evit
25 Gennaio 2016 alle 14:57Uno strascico di spirito natalizio per i miei cari lettori 😉
Catoblepa
25 Gennaio 2016 alle 14:25Ciao Evit, ti confermo che l’esclamazione “free!” era in lingua originale anche nella versione trasmessa in TV (non ho avuto modo di vederlo al cinema). Probabilmente il fatto che l’audio di quella scena fosse tutto in presa diretta, con effetti sonori e voce dell’attore fatalmente mescolati, ha impedito agli americani di fornire una traccia “pulita”: in genere gli italiani risolvevano il problema sovrapponendo la voce del doppiatore a un volume molto più alto (ci sono tanti film in cui si sente questa sovrapposizione di italiano e inglese), ma l’effetto sarebbe stato – come al solito – molto sgradevole.
Farei una riflessione in più sulla scena di La vita è meravigliosa (anche se hai detto praticamente tutto): ho sempre interpretato le espressioni dei ragazzi come se fossero di uno stupore catatonico per il fatto di sentire il buon vecchio Jimmy Stewart parlare come un alieno, più che di noia. Dopotutto negli USA la pratica del doppiaggio era ed è praticamente sconosciuta e al massimo arrivavano film sottotitolati, quindi quello potrebbe essere il loro primo contatto con un film doppiato… Ovviamente è solo una mia interpretazione.
Evit
25 Gennaio 2016 alle 14:51Ovviamente non ricordo la scena “I’m free” dal cinema, anche perché nel 1991 non ci avrei neanche sentito niente di intelligibile in un espressione lasciata in inglese. Dovrei verificare su qualche VHS perché le versioni che passano adesso in TV sono da DVD (da master americano con missaggio audio fatto all’estero) e non capita di rado che differiscano dalle VHS che invece erano, fino al 2000, fatte (quasi sempre) direttamente a partire dalla pellicola 35mm italiana.
Riguardo alla reazione dei ragazzi, perché no, ahah. Noia o stupore da shock culturale, ci stanno bene entrambi. Forse più nel secondo film erano stupiti (l’immagine che ho pubblicato nell’articolo viene dal secondo film), nel primo mi sembravano annoiati. Riuscivano a seguire il film giusto perché lo sapevano a memoria in inglese.
Catoblepa
25 Gennaio 2016 alle 15:55Posso confermarti che la versione trasmessa in prima tv da Canale 5
(quella che ho registrato su vhs e rivisto per anni) aveva gia’ il “free” in inglese 😉
Evit
25 Gennaio 2016 alle 16:58Per caso aveva i titoli all’inizio in italiano?
iononsonoio
25 Gennaio 2016 alle 16:46Sulla scelta di tradurre in Italia “Home Alone” con “Mamma, ho perso l’aereo” l’ho sempre pensata così anch’io. Aggiungerei che anche quella di tradurre “Home Alone 3” con “Mamma, ho preso il morbillo” risulti una scelta azzeccata: il titolo originale dà l’idea di un semplice sequel dei film con Culkin, mentre quello italiano lascia intendere che si tratti di tutt’altra storia, sebbene alcune somiglianze di trama.
Evit
25 Gennaio 2016 alle 17:03Concordo pienamente. Il titolo “Home Alone 3” è una vera e propria fregatura per gli americani dato che lascia intendere una terza avventura di Kevin McCallister. In italiano non ha mai fregato nessuno.
Andrea87
25 Gennaio 2016 alle 19:40per la cronaca: esiste un 4^ film della serie, Mamma ho allagato la casa (home alone 4), che segue, questo sì, le avventure di Kevin McCallister e famiglia, sebbene con altri attori sconosciutoni.
L’unica discretamente famosa è la fidanzata di Marv, Missi Pyle, mentre manca totalmente il personaggio che fu di Joe Pesci.
EDIT: cercando su wikipedia dovrebbe esserci anche un 5^ film della serie che non conoscevo e che sembra essere stato trasmesso anche in italia (il titolo è infatti “mamma ho visto un fantasma”), ma da quel che leggo non dovrebbe riprendere personaggi già noti…
Evit
25 Gennaio 2016 alle 19:59Sapevo che c’era più di un seguito oltre al 2 ma non mi sono mai segnato di vederli. Già il secondo, nell’ultimo atto, ha dei seri problemi, figuriamoci quelli derivativi.
giauz
25 Gennaio 2016 alle 17:30Evit, per il sequel, procurati la versione integrale (c’è su Netflix e Timvision mi pare) perchè quella che hai tu è la versione ripulita dopo l’11 settembre 2001, e non si sa come sia arrivata fino in Italia. Infatti manca la scena delle torri gemelle e qualsiasi tipo di improperio.
Evit
25 Gennaio 2016 alle 17:32L’ho recuperata, grazie! Mamma mia che brutte operazioni
Fra X
2 Giugno 2017 alle 18:15What’s!?! Che hanno combinato!?!” °_O Su sky la scena delle torri gemelle c’ è comunque.
Catoblepa
25 Gennaio 2016 alle 19:18@Evit: sì, mi ricordo che aveva il titolo in italiano: una semplice scritta bianca con fondo nero sovrapposta all’originale. Rimaneva congelata lì per un po’, nascondendo l’animazione della casetta blu del titolo americano – quando il titolo italiano andava finalmente in dissolvenza era evidente che nel frattempo l’animazione originale fosse andata avanti per conto suo.
Evit
25 Gennaio 2016 alle 19:54Sembrerebbe mal fatto da come me lo descrivi. Sarei comunque curioso di rivederlo.
giauz
25 Gennaio 2016 alle 20:41come ogni saga che si rispetti, anche Home Alone ha il suo sequel apocrifo: l’orribile, inguardabile “Mamma ho perso il cane” titolo originale “Alone for christmas” accompagnato dalla tagline “when they left him Home Alone….” con scritto home alone in maiuscolo, che furbetti!
Praticamente è la trama del primo mitico film ma… con un cane al posto di Kevin. Ogni tanto lo passano su Cielo o MTV8… ve lo sconsiglio
Evit
25 Gennaio 2016 alle 21:00Questa proprio mi è nuova! Se lo becco in TV lo registro per torturare il mio compagno di visioni atroci, Petar, per la serie che pubblichiamo su YouTube
Fra X
2 Giugno 2017 alle 18:16Ah, ah vero! Ne ho letto sua guida di sky! XD
Catoblepa
25 Gennaio 2016 alle 20:48Temo di aver eliminato la vhs, ma se un giorno la trovassi farò un rip 😉 Mi sto prendendo a calci per aver buttato una marea di vhs registrate dalla TV, ma anni fa chi avrebbe immaginato che sarebbero tornate utili? Comunque il titolo di Home Alone è interessante da un punto di vista storico ma sicuramente non ne sento la mancanza (così come dell’osceno fermo immagine in Le Ali della Libertà per i titoli della compagnia di doppiaggio, che di fatto tagliava il finale! Se lo vedesse Frank Darabont gli prenderebbe un infarto)…
Evit
25 Gennaio 2016 alle 20:50Diciamo che non sempre conservare i titoli italiani (come facciamo qui a Doppiaggi Italioti) vale la pena!
Catoblepa
25 Gennaio 2016 alle 21:08Già, se poi saltasse fuori che quel titolo era una sovrimpressione digitale fatta da Canale 5 (e non lo escludo) il valore storico scenderebbe quasi a zero.
Evit
25 Gennaio 2016 alle 21:13Anche questo è possibile! Non si quanto pratico fosse all’epoca della prima TV, ma oggigiorno lo fanno regolarmente.
Del resto il film era della Fox, quindi è facile che anche su VHS fosse distribuito con video dal master americano. L’unico modo per saperlo è vedere i “credits” all’inizio. Se dicono “diretto da…” vuol dire che non è una “versione Mediaset”
Fra X
2 Giugno 2017 alle 18:18Con il secondo delle tartarughe ninja invece è successo il contrario. la VHS, almeno quella da noleggio, aveva il titolo italiano e mi stupì, vedendolo su Italia 1 che fosse più tosto e grande!
Evit
2 Giugno 2017 alle 22:47Dovrei averla da qualche parte, prima o poi ci do un’occhiata
Catoblepa
25 Gennaio 2016 alle 21:57Sono praticamente certo che tutti gli altri titoli fossero in inglese… diventa sempre più probabile l’ipotesi sovrimpressione Mediaset 😉
Evit
25 Gennaio 2016 alle 22:01Credo anche io.
Non vorrei dire cazzate ma mi pare di ricordarlo il titolo italiano sotto la casetta quando lo vidi al cinema. È il primo film che abbia mai visto, l’animazione iniziale mi è rimasta abbastanza impressa. Ovviamente non so dirti se aveva anche i “credits” tradotti ma, dato che parliamo del 1991, è probabile
Michael Traversa
26 Gennaio 2016 alle 01:23Bellissimo articolo, come sempre. ‘La vita e’ meravigliosa’ sarebbe diventato un classico anche in Italia da li’ a poco. Due anni dopo Beverly Hills 90210 fece un episodio sul tema che spinse tv locali e nazionali a trasmettere il film (e di conseguenza anche gli anni successivi). Io stesso infatti lo vidi in quegli anni (su una tv locale appunto) e poi lo ribeccai in programmazione gli anni successivi. Sono d’accordo con chi diceva che le espressioni fossero piu’ di stupore catatonico.
Io credo che la parola Drugstore fosse entrata in linguaggio cinematografico comune dopo l’uscita di Drugstore Cowboy un anno prima.
I titoli italiani su un fotogramma “congelato” in attesa che sparisse il titolo originale era una pratica di Canale5 degli anni ’90. Mi viene in mente Una donna in carriera ma anche tanti altri titoli dell’epoca. Gli stessi Simpson si portano dietro ancora quella scelta fatta allora. Sono sicuro che al cinema avesse la grafica italiana fatta per bene. Le videocassette fox invece seguivano quasi tutte la pratica spiegata da Evit del titolo originale sottotitolato in italiano (vedasi grosso guaio a chinatown). Nota a margine: questa mi ha fatto morire “Buzz, buzzurro borghese americano”. La scelta della befana e’ fenomenale.
Evit
26 Gennaio 2016 alle 01:34Ciao carissimo, mi sa che ci vorrà una copia 35mm per poter restaurare il film ai vecchi fasti, c’è solo una vaga speranza di trovarla nella VHS ma come già sai, con la Fox sono quasi sempre delle inculate.
Anche io sono quasi sicuro che al cinema ci fosse la grafica in italiano, ho una memoria abbastanza vivida della sigla di apertura (la prima che vedevo al cinema!) con il contorno scuro di una sala stretta e lunga.
Anche se l’hanno rispolverato in Italia negli anni ’90, quel film, La Vita è meravigliosa, da noi non se l’è mai filato nessuno e mi unisco al sentimento nazional-popolare: non capisco perché sia tanto amato negli Stati Uniti (e anche nel Regno Unito). Sarà perché ero un Grinch quando lo vidi per la prima (e ultima) volta.
Apostolo
7 Ottobre 2022 alle 12:44”La vita è meravigliosa” è famoso a causa del mancato rinnovo del copyright da parte della National Telefilm Associates, diventando di dominio pubblico e quindi è stato trasmesso ovunque.
La National Telefilm Associates è anche nota per non aver rinnovato i copyright di alcuni corti di Betty Boop e del film ”I viaggi di Gulliver” del 1939.
Francesco
26 Gennaio 2016 alle 21:15Quella del fermo immagine per sovrapporre i loghi italiani era una pratica già diffusa da anni. Mi viene in mente per esempio “Il dottor Stranamore”, che in originale ai titoli di testa fanno da sfondo riprese di aerei, mentre in italiano (come potrete ben immaginare questa versione è reperibile solo su vhs) le scritte sono su immagini statiche e abbastanza noiose da vedere. Riguardo “La vita è meravigliosa”, non sono d’accordo con te, Evit. Trovo che sia un buon film, e per fortuna non è stato mai ridoppiato. Dico per fortuna perchè trovo che sia ben fatto, adoro Cesare Polacco su Dio e Lydia Simoneschi su Mary. Se l’hai visto una sola volta, ti consiglio di rivederlo almeno per sentirlo meglio. Peccato che per il dvd abbiano combinato un disastro con il mix 5.1, dove hanno aggiunto suoni registrati di fresco su un audio palesemente non (o male) restaurato e mono (è stato così anche per l’audio originale, ma essendo stato ben restaurato, non è snaturato quanto l’audio italiano).
Evit
26 Gennaio 2016 alle 21:34Non ho detto che non sia un buon film, semplicemente che non mi è rimasto per niente impresso e non ne comprendo l’estrema popolarità, come del resto molti altri evidentemente, dato che in Italia è generalmente poco conosciuto.
La mia ragazza britannica lo impose in un Natale che eravamo dai miei (scoprendo con shock che i miei non lo avevano neanche mai sentito nominare), ricevendo una freddissima accoglienza sia da parte mia che dai miei genitori, allora accusò comicamente le interpretazioni dei doppiatori italiani, ma non credo proprio sia quello il problema (anche lei aveva fatto la faccia dei McCallister sentendolo per la prima volta in italiano). Prima o poi mi capiterà di rivederlo ma dubito che lo rivedrò in italiano.
Sarà la tematica in generale che proprio non mi interessa ma lo ricordo estremamente melenso.
Fra X
2 Giugno 2017 alle 18:23A me invece quella riguardo la “cosina” scoprendo che l’ originale è più sobrio. XD Ma anche la sopracitata espressione lascia il segno! XD
“ma lo ricordo estremamente melenso.”
Giusto, qualche tratto quà e là, ma melenso in generale proprio no.
Curioso comunque. Avrei capito statunitense, ma britannica… boh!
Francesco
26 Gennaio 2016 alle 22:02Credo che sia così popolare per gli anglofoni per le ripetute trasmissioni televisive dovute alla storia del copyright, che certamente conoscerai. Un po’ come da noi con “Una poltrona per due”. In sintesi, La vita è meravigliosa per loro si ama perchè è La vita è meravigliosa, a prescindere. Io non ho assolutamente legami nostalgici con questo film, lo giudico per quello che vedo: un buon film a tema natalizio che non pretende di essere ciò che non è, lasciando anche una bella morale, a differenza di tanti altri classici natalizi statunitensi che sono consumistici fino all’osso. P.s. Macaroni cheese (letto rigorosamente con la voce dell’Albertone nazionale) mi ha steso!
Evit
26 Gennaio 2016 alle 22:10Beh, è quello che dicevo nell’articolo. È diventato popolare per via delle trasmissioni natalizie in seguito alla caduta nel dominio pubblico (una situazione legale risolta, ironicamente, proprio dopo Mamma, ho perso l’aereo).
Difficile confrontarlo con Una poltrona per due, che ovviamente è di un altro decennio. Quest’ultimo me lo vedrei anche se fosse estate, per me non è nostalgico tanto per il periodo natalizio quanto perché è un’ottima commedia degli anni ’80, e ho sempre preferito le commedie ai film melensi (gusto personale). Sono quasi sicuro che anche in America Una poltrona per due sia il nuovo classico natalizio, nel Regno Unito lo è già da anni.
Fra X
2 Giugno 2017 alle 18:25A tema natalizio? Alla fine mica parla di Natale. XD Ricordo che con la scena in cui urla “buon Natale” ci fecero una pubblicità e poi che sorpresa vedere su RAI 3 qualche anno dopo proprio questo film. XD Lo trovai nella parte finale piuttosto angosciante.
Catoblepa
27 Gennaio 2016 alle 01:12Certo è una coincidenza pazzesca che tu ne abbia parlato adesso Evit: proprio una settimana fa ho visto La vita è meravigliosa per la prima volta (ho voluto colmare la lacuna, viste le continue citazioni che trovavo in altri film), perdonami se mi dilungherò un po’. Anche immergendomi nello spirito dell’epoca (e detesto quando si definisce con leggerezza un film “datato”, tutti i film sono il prodotto di una cultura specifica e non necessariamente inferiore alla nostra) l’ho trovato effettivamente un po’ ingenuo. Non sono contrario alla melensaggine quando è sincera, ma la sceneggiatura deve essere un meccanismo perfetto. Va anche bene svelare subito il deus ex machina, gli angeli, un po’ come espediente per avere una voce narrante e forse per rassicurare il pubblico sul lieto fine, ma il film impiega trooooppo tempo per arrivare al nocciolo della storia/rivisitazione di Canto di Natale di Dickens – e arrivati alla scena del ponte rimane poco tempo e ben poca suspense, visto che sappiamo da due ore cosa succederà. Non credo fosse necessario narrare i primi anni della vita del protagonista con tanto dettaglio, oltretutto il suo passaggio da incrollabile ottimista a cinico disperato sembra un po’ troppo repentino (e la moglie lo guarda come un pazzo per un’ora mentre traumatizza i bambini senza prenderlo dolcemente in disparte e chiedergli cos’è successo? La facevo più intelligente…). Ci sono molti comportamenti che non quadrano e troppe scene tirate per le lunghe senza apparente motivo, una mega-sforbiciata in fase di montaggio non sarebbe stata un male. Qualche cosa memorabile però c’è, mi piacerebbe sapere che ne pensi:
– Il doppiatore del protagonista da ragazzino. In generale il cast è eccelso, ma Dio mio, che interpretazione tremenda.
– Alberto Sordi che doppia il tassinaro (!), una volta riconosciuto non riesci a concentrarti sul film. Meravigliosa l’esclamazione oggi polticamente scorrettissima nel finale, tra l’altro assolutamente inventata dal doppiaggio italiano: “Oho! C’è anche la negra!”, che con la voce di Albertone diventa esilarante. In originale era semplicemente “Ohh, Annie! Annie!”.
– Il momento drammatico (con tanto di stacco d’orchestra) quando si scopre che nella realtà alternativa la moglie diventerebbe… tataa… una zitella! Magra e affascinante allo stesso modo, ma con buffi occhialoni che la condannano a un’infelice esistenza da topo di biblioteca.
– Il momento in cui realizzi che una buona parte di Ritorno al Futuro parte II è praticamente un remake di questo film. Non ne avevo la minima idea. Il futuro alternativo con la città dominata da Potter/Biff, la scena del cimitero con la lapide… Forse una parte dello spirito di questo film aveva già ispirato Zemeckis per creare il primo Ritorno al Futuro, fosse solo per questo ringrazio il cielo che esista La vita è meravigliosa.
Evit
27 Gennaio 2016 alle 01:37Mi hai convinto, guarda, lo rivedrò e lo recensirò!
Francesco
27 Gennaio 2016 alle 03:06Non avrei saputo descriverlo meglio di così! Credo che, dopotutto, in questo tipo di film l’ingenuità non sia mai di troppo, anzi, forse aiuta a guardarlo quasi con gli occhi di un bambino. E forse questo è uno dei tanti fattori che ha portato questo film ad essere parte della cultura popolare statunitense e tanto amato. Avrei dei grossi dubbi se al posto di questo, ci fosse un simil cinepanettone nostrano, ma questa è un’altra storia. Ah, avere un Alberto Sordi tassinaro è davvero una chicca di questo doppiaggio! Quella della “negra” non l’avevo sentita!
Fra X
2 Giugno 2017 alle 18:26io invece non ci trovo questi difetti. A me sembra tutto o quasi ben calibrato. Comunque è considerato un capolavoro del cinema. XD Non solo un classico di Natale. Anzi alla fine il Natale fa da sfondo. Come in “Una poltrona per due”.
SAM
1 Ottobre 2021 alle 11:51Guardate che “negro/a” non è una parola razzista .
Significa “nero/a” in spagnolo.
In USA è considerata una parola nobile, tanto che tutte le associazioni per i diritti della gente di colore, si chiamano “negro qualcosa”,
In Italiam per qualche strano motivo è diventata una parola cattiva.
Evit
1 Ottobre 2021 alle 12:17Lo è diventata dalla seconda metà degli anni ’80 in poi. Su Wikipedia trovi tutta la sua evoluzione. La lingua nel tempo cambia e oggi (anzi dagli anni ’90, 30 anni fa) quella parola è letteralmente la massima rappresentante delle espressioni razziste. Incolpiamo i film dei decenni precedenti per averla usata? No, all’epoca non lo era (anche se sull’uso che ne fa Sordi in quella scena ho le mie riserve), questo però non vuol dire che si possa usare oggi come all’epoca, perché intanto è cambiata la sua percezione e il suo uso. Sarà proprio l’uso che ne è stato fatto in Italia che l’ha fatta diventare “cattiva”, che ne dici? 😉
Catoblepa
27 Gennaio 2016 alle 09:51Grande Evit! Sono contentissimo di aver “innescato” una recensione 😉
@Francesco: se vuoi controllare la frase è nel finale, quando la gente si riversa in casa Bailey. Spero che nella versione che hai visto non fosse stata censurata, ormai mi aspetto di tutto…
Francesco
27 Gennaio 2016 alle 11:19Vedrò di controllare, ma non credo che manchi. Come ho già detto, hanno fatto un disastro con il nuovo mix 5.1 senza restaurare per bene l’audio, quindi è molto rumoroso e in alcune scene le voci sono coperte sia dal fruscìo, che dai nuovi suoni aggiunti, una vera ciofeca. Mi chiedo come mai non sia venuta la malsana idea di ridoppiarlo, dato che lo fanno con film che hanno una traccia già buona a cui basterebbe solo un lavoretto di remastering da poco, come è successo con molti classici dagli anni 50 agli 80, da vari classici Disney a film come E.T., di cui per fortuna oggi è reperibile l’originale su blu-ray.
Evit
27 Gennaio 2016 alle 11:32Questa del 5.1 “a tutti i costi” sta diventando una cosa ridicola. Se il film era originariamente missato in mono (o in stereo), che senso ha esigere una traccia 5.1? Siamo agli stessi livelli di demenza della colorazione di film in bianco e nero, solo che la gente è ignorante e non se ne rende conto.
È una situazione causata dai consumatori più stupidi, quelli che comprano i Bluray e si lamentano se i film anni ’80 hanno una traccia stereo. E scusate tanto se la tecnologia degli anni ’90 non era ancora disponibile prima della seconda guerra mondiale!
:/
Andrea87
27 Gennaio 2016 alle 18:19il problema del 5.1 che giustifica molti ridoppiaggi è un problema, appunto, dei doppiaggi… noi (ma qualunque altro paese che doppia) conserva solamente il mix finale stereo (o mono, se ancora più antico), mentre andrebbero conservate tutte le singole registrazioni in modo da poter suddividere in futuro le singole “voci” tra i mille altoparlanti degli home theather, che è quello che succede in originale (esempio grezzo per farmi capire: in America di Star Wars hanno tutte le battute, spesso anche scartate e non solo le finali, registrate su supporti diversi, per questo quando Lucas ha voluto sostituire la voce di Boba Fett con quella dell’interprete di Jango Fett, è stato un gioco da bambini… da noi, fortunatamente, invece sarebbe stato irrealizzabile, a meno di orridi ridoppiaggi SOPRA il doppiaggio originale, e per questo abbiamo ancora la voce d’epoca!)
Insomma, è figlio di una “miopia” di altri tempi, ma non mi va di buttare la croce perchè 70 anni fa non riuscivano a prevedere il futuro (futuro che fino a 50 anni dopo era ancora fantascienza, visto che la tecnologia aveva appena prodotto lo stereo negli anni ’90)
Poi c’è soprattutto il problema dei diritti delle tracce audio localizzate, che alle volte costa di meno rifare un doppiaggio daccapo che comprarlo dagli aventi diritti (ma mi pare che ne avevi già parlato)
Evit
27 Gennaio 2016 alle 19:05Tu giustamente pensi a Guerre Stellari perché negli archivi Lucas hanno conservato un sacco di materiale ma non tutti gli studi cinematografici operano in questo modo, ci sono tantissimi film famosi che hanno tracce 5.1 postume oscene perché (per motivi di costo o per assenza del materiale originale) non hanno potuto ricostruire la traccia da zero. Ne abbiamo parlato di recente ma Terminator è uno di questi: nasce in mono e buttarono via il materiale da cui fu creata la traccia audio tenendo solo il prodotto finale. Ma sono tanti i film in una situazione simile.
Un problema aggiuntivo emerge poi con i film che nascevano proprio con l’idea di un missaggio stereo o mono, che quindi non avevano effetti pensati per riempire ben 5 casse audio ed aggiungono suoni e rumori del tutto nuovi: fruscii, uccellini, etc… e addio “autenticità” della traccia audio; tutto questo per dire che non è solo un problema della traccia doppiata. Quando me ne lamentavo pensavo proprio alla traccia originale in inglese dei film americani precedenti agli anni ’90. Ovviamente la situazione delle tracce italiane doppiate (e relativi diritti di cui abbiamo ampiamente parlato) aggiunge ulteriori problemi in questo campo. Ma non dubito che anche in Italia esistano le singole clip audio oltre che al missaggio finale, almeno per i film che venivano registrati su nastro magnetico, ma chi si sobbarcherebbe mai i costi di ricostruire da zero una traccia audio a partire da nastri (a volte su pellicola) probabilmente deteriorati e da ripulire?
Io ritengo che la ricerca del 5.1 a tutti i costi sia insensata quando mira a sostituire quella originale. Il 5.1 postumo può essere uno sfizioso gingillo da includere nei dischi DVD e Bluray ma non dovrebbe mai sostituire il missaggio cinematografico originale. Ora che sui Bluray c’è più spazio, che li lascino entrambi (e in qualità lossless). Allo stesso tempo si dovrebbe educare i consumatori nelle loro aspettative: è assurdo pensare che Quarto Potere possa essere in 5.1 con tutti i satelliti che producono qualche suono per far sentire lo spettatore nella storia… perché roba simile per me è al pari delle versioni ritoccate di Guerre Stellari, non ha molto senso che esistano.
Francesco
27 Gennaio 2016 alle 20:21Ho appena controllato, la frase della negra c’è! il modo in cui viene detta mi ha fatto sganasciare! Riguardo i vari mix audio, sono parzialmente d’accordo con te. Per me possono fare tutti i mix che gli pare, basta che non manchi mai la versione originale. Quando diventano un rimpiazzo vero e proprio è come le edizioni speciali di Guerre Stellari (di cui in originale esistono una valanga di mix realizzati, tutti con particolari diversi anche minimi). Ho gradito che per “La vita è meravigliosa” sul bluray ci siano entrambe le versioni, bianco e nero e colorizzato. Ecco, quando le nuove versioni dei film vengono sempre accompagnate dall’originale, non le disprezzo. Poi sta al gusto dello spettatore scegliere come guardarlo (e sentirlo).
Rado il Figo
28 Gennaio 2016 alle 19:05ma tu pensa: sulla scena della famiglia catatonica a guardare in tv “la vita è meravigliosa” in francese, pensavo che l’effetto comico dipendesse da un altro motivo.
Cioè, che la famigliola fosse caduta in catalessi pensando: “Ma come? vado all’estero per natale e in tv… mi becco sempre lo stesso film che mi tocca sorbire ogni anno a casa?!” [provate a vedere la scenta interpretata da Villaggio/Fantozzi, per essere ancora più chiaro].
In realtà “mamma ho perso l’aereo” è pellicola che non ho mai visto, se non qualche breve spezzone (tra cui il succitato). francamente, non so per quale motivo fossi convinto anche all’epoca che il titolo di capra sia un “classico natalizio” usa (forse per le parodie anch’esse di stampo usa?).
Evit
28 Gennaio 2016 alle 19:12Certamente il film di Capra è super citato nel cinema e nella televisione americana. In Italia mai.
Fra X
2 Giugno 2017 alle 18:30“In realtà “mamma ho perso l’aereo” è pellicola che non ho mai visto, se non qualche breve spezzone ”
Perché sei quì allora? XD
Evit
2 Giugno 2017 alle 22:45Perché è un lettore di lunga data di doppiaggi italioti (praticamente uno di famiglia) ed era curioso di sapere cosa avevo scritto a prescindere dalla visione del film ?
giauz
28 Gennaio 2016 alle 22:53A proposito di Fantozzi, ma nessuno ha mai fatto caso che la scena in cui Kevin fa allontanare i ladri con i manichini e la sagoma di Michael Jackson è identica a quella di Fantozzi che copre gli assenteisti sempre con manichini e una caterva di funi?
Evit
28 Gennaio 2016 alle 22:56Ahahahahahah!!!
giauz
28 Gennaio 2016 alle 22:56oddio che lapsus volevo dire michael jordan!!! pietà di me!
Evit
28 Gennaio 2016 alle 22:56No problem, avevo capito.
Catoblepa
29 Gennaio 2016 alle 13:16Mi sa che il lapsus non è stato casuale, in effetti Macaulay Culkin ha avuto a che fare quella “sagoma” di Michael Jackson – ma in faccende assai meno comiche…
Evit
29 Gennaio 2016 alle 13:22Sì, Culkin era uno di quelli che dormiva nel lettone con Jackson ma che sostiene di non essere mai stato molestato. Lo dichiarò al processo in difesa del cantante.
ᎬᎵ ᎦᏈᎵᎡᎴ
29 Gennaio 2016 alle 12:53Non ricordo molto del film, dato che l’ho visto secoli fa.
Questo articolo sull’adattamento è davvero interessante, e le trovate per rendere le varie battute sono geniali. Secondo me, il problema principale dei doppiaggi di adesso è che tutti hanno accesso ai sottotitoli in inglese dei film e si mettono a fare i sapientoni pretendendo ‘fedeltà all’originale’, quando dovrebbero capire che solo un doppiaggio ‘libero’ è davvero fedele alla versione originale, almeno nello spirito.
Da quel poco che hai messo, mi sembra un doppiaggio anche abbastanza idiomatico, che è un altro punto a suo favore 🙂
Evit
29 Gennaio 2016 alle 13:20Hai descritto benissimo un’amara realtà.
Fra X
2 Giugno 2017 alle 18:31“dato che l’ho visto secoli fa.”
Io di film visti secoli fa da bambino ancora ben mi ricordavo. XD Ovviamente non tutti i dettagli, ma meglio di come mi accade per pellicole viste qualche anno fa. XD
ᎬᎵ ᎦᏈᎵᎡᎴ
29 Gennaio 2016 alle 18:12Ah, e aggiungo che, secondo me, la battuta della Befana è anche migliore. Il fare l’antirabbica al Coniglietto Pasquale mi pare più un favore (seppur burocratico) che un sequestro, no? Che belli i tempi in cui ognuno aveva le proprie feste!
Evit
29 Gennaio 2016 alle 18:13Ahah, giustissimo!
Carmelo
31 Gennaio 2016 alle 11:39Bè, vista dall’altra faccia della medaglia, se fai l’antirabbica al Coniglietto Pasquale è un modo implicito per dargli dell’appestato, del lebbroso…almeno così posso provare a spiegarla la battuta in inglese.
Evit
31 Gennaio 2016 alle 11:47La battuta in inglese fa ridere semplicemente perché un’iniezione è, dal punto di vista del coniglio, qualcosa di doloroso o comunque fastidioso. La Befana a suo modo funziona meglio perché è un personaggio non animale, quindi la multa a Babbo Natale va splendidamente in parallelo con un sequestro amministrativo della scopa della Befana, mentre si compara peggio con la reazione naturale di un animale al dolore di una puntura (per quanto a fin di bene)
baby luigi
13 Febbraio 2016 alle 10:52ho sempre trovato “mamma ho perso l’aereo” un film scorrevole e naturale, quindi chiaro,e credo che il merito vada sia al film/regia che al doppiaggio (al contrario de “Il silenzio degli innocenti” )dove il doppiaggio spesse volte confonde e devia. ad ogni modo quella che parla a Buzz è la sorella Megan. Kevin ha due sorelle,Megan e Linnie (quella bionda che gli dice “tu sei quello che i francesi chiamerebbero “les incompétents”) e due fratelli, Buzz e Jeff, il ragazzo rosso con le lentiggini; lo si capisce nella scena finale,ma anche nella foto che Kevin guarda http://www.katesolomon.co.uk/wp-content/uploads/2013/12/homealone.jpg
riguardo il ragazzo delle pizze che butta giù la statua di bronzo,non l’ho mai presa come desiderio di far capire che il ragazzo porti male la macchina o che è alle prime armi,anche perché la statua viene buttata giù da chiunque .Credo piuttosto che sia una parodia di come nelle case delle famiglie spesso ci si ostini a tenere degli oggetti scomodi ,come per esempio le nonne che tengono il centrino sopra la tv,e ogni volta prima di guardarla,bisogna spostare il centrino,oppure il classico lampadario troppo basso dove chiunque ci sbatte,ma nonostante ciò,ci si ostini a tenerlo.
baby luigi
13 Febbraio 2016 alle 12:03dimenticavo una cosa. dal momento che “mamma ho perso l’aereo” è molto probabilmente l’evoluzione, e una specie di miglioramento, di “io e zio buck” (da quel che avevo sentito,uscito in Italia dopo il successo di “mamma ho perso l’aereo” anche se è antecedente a questo film), credo che la statua di bronzo sia l’evoluzione del vaso di ceramica ne “io e zio buck” che, posto all’ingresso, se non ricordo male, veniva urtato. Insomma, quel classico complemento d’arredo che è croce e delizia di una casa, che disturba, ma che al contempo piace tanto ai proprietari.
Evit
13 Febbraio 2016 alle 14:23Mi fa piacere rivederti da queste parti, baby luigi. Il fatto che il film ti sembri scorrevole e naturale è la riprova del successo del suo adattamento italiano che non inciampa quasi mai (oltre, ovviamente, ad una curata regia del film in generale). Ti ringrazio per il chiarimento su chi fosse più strettamente legato a Kevin.
Concordo con te sulla statuetta. La statua che viene buttata giù in continuazione è certamente un “comic device” ricorrente a prescindere dal motivo di chi la urti, credo che ciascuno dei personaggi finisca per buttarla giù per motivi diversi, dal ragazzo delle pizze e la sua poca esperienza al volante e/o fretta, agli svogliati autisti della navetta per l’aeroporto.
baby luigi
13 Febbraio 2016 alle 15:47Grazie, in realtà è stato un piacere per me leggere un articolo così stracolmo di informazioni e curiosità su questo film. Visto che il film l’ho sempre trovato scorrevole e chiaro, non mi sono mai posto la questione del doppiaggio (a differenza de “il silenzio degli innocenti”) e quindi non mi sarei mai aspettato tutte queste perle. A questo punto aspetto anche un articolo sul sequel…. e ovviamente un approfondimento sui genitori che con un gesto scaramantico bussano sul legno per propiziarsi la fortuna di non perdere mai le valigie, gesto che in Italia è certamente esotico, ma diffuso nel mondo anglosassone e slavo e che serve per richiamare presunti spiriti benigni del legno. Due piccoli capolavori che probabilmente tra centinaia d’anni saranno prezioso documento e testimonianza dei costumi e della vita di fine Novecento.
Evit
13 Febbraio 2016 alle 16:07Quello del gesto propiziatorio è ciò che originariamente mi ha portato a scrivere di tutti e due i film. L’articolo sul seguito a New York è già alla fase di revisione anche se forse non sarà proprio il prossimo che pubblicherò. Magari quello successivo ancora ;D
Fra X
2 Giugno 2017 alle 18:33Ah, ah! Io con il parentame della famiglia McCullister c’ ho sempre capito poco. XD
Carmelo
13 Febbraio 2016 alle 16:47Sono sicuro che sarà spassoso come questo
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20 Giugno 2016 alle 14:16Pingback:
11 Dicembre 2016 alle 09:01Fra X
2 Giugno 2017 alle 18:38Io ho scoperto che la Befana è presente solo nella nostra tradizione lo scoprii vedendo “La freccia azzurra”. Peccato per la battuta della sorella sennò era tutto o quasi al top, anche quelle di JC e con il signore.
Nonostante comunque sia una commedia, a me questo film ha sempre trasmesso un’ ansia in qualche scena… come quella in cui i nostri guardano il signore e pensino seppellisca cadaveri a quella in cui Kevin si mette in testa di difendere la sua casa. Con quella canzone in sottofondo poi… mitico come risponde con nonchalance al supermercato! XD
Ah, ah lo zio! O quando Kevin deve dormire con il cugino che può farsi la pipì a letto e che gli lancia uno sguardo compiaciuto… lol XD
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9 Dicembre 2017 alle 07:31David Pellegrini
10 Maggio 2019 alle 15:37Wow, quanta roba! Evit, avevi ragione di andarmi a leggere di Mamma ho perso l’aereo: chi se lo immaginava tutto questo adattamento dietro!
David Pellegrini
10 Maggio 2019 alle 16:11P.S. “uno, due, TIE'” : io avevo inteso che fosse un “dieci” troncato dal fucile mitragliatore ma la tua interpretazione mi ha fatto morire dal ridere!! Una curiosità: a cosa ti riferisci quando dici “memore di esperienze come l’audio 5.1 di Terminator”??
Evit
10 Maggio 2019 alle 18:25Lo scoprirai leggendo la recensione di Terminator ???
Evit
10 Maggio 2019 alle 18:27In sostanza mancano dei pezzi audio di Terminator da quando hanno fatto il nuovo missaggio 5.1, già dal primissimo DVD
rinoceronteobeso
26 Dicembre 2020 alle 11:23E i pezzi che ci sono hanno una qualità oggettivamente imbarazzante e rendono un effetto di scollamento col resto del mix con gli effetti sfavillanti che ti aspetteresti giusto in una produzione da oratorio.
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21 Dicembre 2019 alle 13:54Pingback:
23 Dicembre 2020 alle 23:11Pingback:
1 Settembre 2021 alle 07:01formergamer
27 Settembre 2021 alle 21:01Mi permetto di commentare un articolo non dei più recenti per dare un piccolo contributo in merito al mistero del drugstore. A Roma negli anni Ottanta e Novanta “drugstore” indicava comunemente appunto un negozio di alimentari e alcolici aperto anche di notte e nei festivi (in tempi in cui era cosa molto rara). Ho ben presente quello di Piazzale Clodio, ma potevano essercene un altro paio. Complimenti per le belle recensioni, buon lavoro.
Evit
27 Settembre 2021 alle 21:29Ti ringrazio per l’informazione. Non importa se l’articolo non è dei più recenti, è rilevante e mi hai tolto un dubbio storico. Lo aggiungo all’articolo nominandoti.
formergamer
27 Settembre 2021 alle 21:37Troppo buono. Ancora buon lavoro.
Evit
27 Settembre 2021 alle 21:41Mi hai confermato una supposizione e tolto un dubbio decennale! Era il minimo 😀
Mario Atridi
28 Settembre 2021 alle 21:12Mi permetto anch’io di commentare un articolo non dei più recenti per dare un piccolo contributo in merito alla definizione del drugstore. Drugstore [composizione di drug «farmaco» e store «negozio» e al plurale drugstores],era negozio che vende medicine e altri generi di merci (dolciumi, quotidiani, riviste, ecc.), caratteristico degli Stati Uniti d’America; più genericamente, grande magazzino, per lo più con orario continuato di apertura, che vende ogni genere di prodotti e offre anche servizî di intrattenimento e di ristorazione.
Evit
28 Settembre 2021 alle 22:00Ciao Mario, forse non ero stato abbastanza chiaro, non mi sfuggiva il significato di drugstore. Sono bilingue, ho presente il tipo di negozio. Piuttosto mi sorprendeva che questa parola fosse usata in Italia in quegli anni (io a Firenze, non l’ho mai sentita all’epoca). Dal commento precedente di sicuro si conferma l’uso a Roma (dove doppiano) che era stata già la mia supposizione ma nessuno me l’aveva mai confermata fino ad ora. Curioso che sia poi scomparsa, nonostante in Italia tutt’oggi non sono molto diffusi in negozi aperti tutta la notte.
Gabriele Segapeli
30 Dicembre 2021 alle 09:46Enrico, leggendo questo titolo non posso che pensare al nuovo “Home Sweet home alone-Mamma ho perso l’aereo”. Manco ci hanno provato.
Ma del resto l’adattamento faceva abbastanza schifo (come il film in realtà), ventimila termini lasciati a gratis in inglese e battute fiacche.
Evit
30 Dicembre 2021 alle 09:52Ho molta paura a guardarlo ma non avevo pensato all’adattamento. Ora DOPPIA paura!
Gabriele Segapeli
30 Dicembre 2021 alle 10:13Se vuoi un consiglio prenditi un libro da leggere durante la visione, così non morirai dalla noia.
Evit
31 Dicembre 2021 alle 09:30??
Tommy
7 Febbraio 2022 alle 20:18Parlando di titoli italiani che derivano da “Mamma, ho perso l’aereo” (1990) non possiamo non citare “Papà, ho trovato un amico” (1991), ed entrambi forse derivano come costruzione della frase da “Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi” (1989), l’unico dei tre fedele al titolo originale.
Evit
7 Febbraio 2022 alle 20:33La vicinanza tra questi titoli certamente lo farebbe certamente sospettare, la formula è simile “X, è successo questo”. Non lo ricordavo questo “Papà, ho trovato un amico” (“My girl” in originale ahah).
Tommy
7 Febbraio 2022 alle 20:44Nel caso di “Papà, ho trovato un amico” è più di un sospetto, considerando che è interpretato da Macaulay Culkin.
Evit
7 Febbraio 2022 alle 20:52Sì ma da non sottovalutare. Anche cose come “Uncle Buck” da noi sono arrivate come “IO e zio Buck” con Macaulay più in evidenza nella locandina, che era doppia fregatura perché guardando il film si capisce che quel “io” al massimo può essere riferito alla sorella maggiore che è un po’ la co-protagonista del film. Non a caso è arrivato dopo Mamma ho perso l’aereo, nonostante nell’uscita americana lo avesse preceduto (Culkin di un paio d’anni più piccolo)
Quindi non è del tutto infondato il sospetto, o se non altro avranno voluto puntare su un titolo chiaramente per bambini/famiglie, con una formula familiare per quel genere di film.
Tommy G.
22 Febbraio 2022 alle 19:08In seguito allo scambio di battute che abbiamo avuto mi è venuta voglia di cercare quanti film esistano il cui titolo è ispirato a “Mamma, ho perso l’aereo”, e il risultato è raccapricciante. Tra titoli italioti e apocrifi c’è un campionario assortito di brutture. Non mi sembrava giusto tenere questa ricerca solo per me, pertanto ho pubblicato i risultati sul mio blog. Se li vuoi vedere ti lascio il link: https://kestoria.blogspot.com/2022/02/tutti-sequel-seguiti-mamma-ho-perso-l-aereo.html
Evit
22 Febbraio 2022 alle 19:43Wow, molti di questi non li avevo neanche mai sentiti. E non sapevo che ci fosse un terzo “Tesoro/ristretti”. Ottimo lavoro Tommy. Prima o poi dovrò fare un articolo sull’argomento e citarti
Gabriele Segapeli
26 Febbraio 2022 alle 13:31“Mamma l’ho preso in aereo” è geniale come titolo.
Evit
26 Febbraio 2022 alle 13:55Sono sempre molto creativi i titoli di quel settore.
Tommy G.
2 Marzo 2022 alle 19:12In effetti quello del porno è un settore che in quanto a fantasia nei titoli-parodia non delude mai.
Apostolo
7 Ottobre 2022 alle 12:27Mamma ho perso l’aereo inizialmente doveva essere un film Warner Bros. ma anche in quel caso credo che il cartone del Grinch sarebbe rimasto in originale (che tra l’altro è di proprietà Warner solo dal 1996 tramite l’acquisizione della Turner Entertainment).
Evit
7 Ottobre 2022 alle 14:05Ora so che quando rimangono in inglese è perché dall’America hanno fornito una colonna internazionale (quella su cui poi doppiano) in cui il suono proveniente dalla TV è già incorporato nella traccia con gli effetti sonori e musica. Quando succede questo, sostituire con i dialoghi italiani in molti casi rischia di diventare un’eccessiva complicazione, se non addirittura impossibile in caso di presenza di musica di sottofondo o di altri effetti sonori. La mia accusa per un mancato doppiaggio ad hoc di quelle scene del Grinch è diretta alla Fox e ai materiali che all’epoca fornì allo studio di doppiaggio.
Apostolo
7 Ottobre 2022 alle 14:59Ma nei casi come la citazione al finto film noir di Mamma ho perso l’aereo in Detective Pikachu, se hanno pagato la Fox per utilizzare la clip come mai hanno ridoppiato invece di utilizzare l’audio italiano ufficiale?
(A proposito: ma i doppiaggi italiani di serie come I Simpson sono di proprietà Disney?)
Evit
7 Ottobre 2022 alle 15:05Perché fanno prima così che a inoltrare richieste per avere il materiale, unisci questo al fatto che lavorano sempre con la fretta al culo e avrai la risposta. Per doppiare una scena del genere bastano pochi minuti in sala. Per richiedere invece che la Fox ti mandi materiale d’archivio non so, settimane forse! Nel frattempo hai già doppiato due film interi. (Non possono prendere l’audio dal blu ray, per intenderci, deve passare attraverso una trafila burocratica)
Se queste aziende fossero furbe preparerebbero questo genere di materiale in anticipo, ma non gliene importa niente. 😄 E può anche darsi che non ce l’abbiano “slegato” dal film come traccia isolata. Anche questo è molto probabile.
Se i doppiaggi dei Simpson sono di proprietà Disney? Boooh, immagino di sì, ma non è scontato!
Apostolo
7 Ottobre 2022 alle 15:13Beh ma le serie Fox non hanno mai avuto problemi con i diritti quindi può anche essere il doppiaggio italiano non sia di proprietà Mediaset, credo siano più complicati i diritti degli anime.
Evit
7 Ottobre 2022 alle 15:15Sulla questione diritti sul doppiaggio è anche difficile supporre a priori. Ognuno è davvero un caso a sé.
Apostolo
7 Ottobre 2022 alle 15:17ad esempio L’Incantevole Creamy che sulle copertine dei cofanetti aveva ”su licenza RTI” e il logo del biscione.